Capitolo 22

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Incontri-scontri



"Puoi chiudere gli occhi alle cose

che non vuoi vedere, ma non

puoi chiudere il cuore alle cose

che non vuoi sentire"

- Johnny Deep



Alex

Nel pomeriggio sono tornato a trovare mia madre, la sera poi sono tornato e sono andato dai nonni di Emma, perché mio padre avrebbe passato la notte con la mamma e preferiva che io non stessi da solo. Non ne capisco la ragione, ho ormai diciannove anni non quattro, ma ho evitato di discutere per non aggiungergli preoccupazioni. Roberto ed Angela sono più che felici di accogliermi. Mi considerano come un nipote ed in un certo senso lo sono, i miei nonni sono morti da giovani e loro mi hanno sempre fatto sentire della famiglia. La cena la passiamo in silenzio, se non per le domande dei nonni. Andrea non mi parla e non mi guarda nemmeno. So, grazie a mio padre, che gli dispiace per quello che è successo, ma lui non è tornato sull'argomento, si limita a far finta che non esista. <<Cuccia Jack>> esclamo al cucciolone di golden retriver che cerca di rubare un pezzo di pane dal tavolo. <<Ti aiuto io mamma>> dice Sara alzandosi per aiutare Angela a sparecchiare. <<Grazie tesoro>> <<Porto fuori Jack>> replico io alzandomi da tavola. <<Va bene. Emma, tesoro vai con lui>> <<Non ce né bisogno>> mi affretto a replicare. Lei per la prima volta dopo l'ospedale punta gli occhi nei mie. <<Andiamo>> dice fulminandomi con lo sguardo. La seguo nel corridoio mentre afferra il guinzaglio del cane e glielo mette. <<Jack fermo!>> lo sgrida mentre lui si rigira da una parte a l'altra felice di uscire. Fuori il cielo è plumbeo, tra poco si tingerà di blu e la luna farà capolino tra le stelle. Passeggiamo lungo la stradina di fronte le nostre case, restiamo in silenzio, gli unici rumori che i sento sono i nostri passi e quelli del cucciolo a quattro zampe. <<Potevo portarlo da solo>> mormoro. <<Volevo portarlo io, potevi stare a casa te>> replica stizzita. <<Non ti faccio uscire la sera da sola>> si volta a guardarmi. <<Ho diciannove anni, so badare a me stessa>> <<Beh, non mi pare invece>> replico alludendo alla sera in cui è stata aggredita da Claus. Deve aver capito la mia allusione perché si rabbuia e accelera il passo senza replicare. <<Emma...>> <<Sta zitto!>> non aggiungo altro e continuiamo a passeggiare uno fianco all'altra. A separarci ci sono solo pochi centimetri ma in realtà sembra che ci siano chilometri. Continuiamo a passeggiare in silenzio, sino che non raggiungiamo l'entrata di un parco. <<Vuoi entrare?>> <<è una vita che non vengo qui>> replica osservando il parchetto in cui giocavamo da bambini. Non è molto grande, ma è molto carino. Ci sono diversi alberi e panchine, al centro c'è una fontana con dei delfini che zampillano l'acqua dal musetto. Varchiamo il cancello metallo verde e ci inoltriamo nella natura. Una volta che si è assicurata che no c'è nessuno, si piega e libera Jack che inizia a correre felice. Senza rivolgermi ne uno sguardo, ne una parola, si avvia ad una panchina vicino alla fontana e si accomoda. Il cucciolo corre subito nella sua direzione e si siede aspettando le coccole. Gli accarezza la testolina prima di alzare gli occhi verso il cielo. Posa la schiena alla panchina e sospira rumorosamente. Mi accomodo vicino a lei, mantenendo le distanze. <<Scusa per prima. Non è stata colpa tua...>> <<Lascia perdere, è vero. Se non fossi arrivato tu...non voglio nemmeno pensarci>> continua a guardare il cielo ormai scuro. Mi appoggio a mia volta allo schienale e porto il naso all'insù. <<Avvolte vorrei poter scappare da tutto, da tutti>> sussurra senza guardarmi. <<Anche da me?>> non so perché gliel'ho chiesto. Abbassa lo sguardo e mi i nostri sguardi si incrociano. <<Specialmente da te>> sussurra impassibile. Le sue parole mi arrivano forte e chiare direttamente allo stomaco che si contorce. <<Mi dispiace>> mi dispiace sul serio. Non avrei mai voluto farla soffrire, non è mai stata mia intenzione. Bau! Jack corre verso di noi buttando infine ai nostri piedi un tronchetto. <<Vuoi giocare bello?>> gli chiedo raccogliendo il pezzo di legno. <<Vai!>> esclamo mentre glielo lancio.

1. I FELL IN LOVE: Mi sono innamorata del mio miglior nemico - in revisioneWhere stories live. Discover now