Capitolo 8

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Continuavo a guardarmi allo specchio con aria disperata provando un outfit dopo l'altro. Nonostante lo shopping di due giorni fa nulla soddisfaceva le mie aspettative. Alla fine, presa dalla disperazione, optai per un top bianco, un paio di jeans neri e sfilacciati con una camicia legata alla vita e dei tronchetti neri. Era l'unico outfit decente che ero riuscita a comporre. Legai i capelli in una treccia laterale, era una serata umida di inizio settembre e sentivo di diventare più appiccicaticcia ad ogni mio movimento. Scesi le scale e trovai mio fratello ad aspettarmi. Io e la self-confidence non avevamo esattamente un bel rapporto, e al suo sguardo sentii le guance riscaldarsi un po'. Presi la Jeep e scoprii che casa di questi Wilson era praticamente alla fine del nostro quartiere, potevamo raggiungerla anche a piedi ma dopo l'ultima esperienza non mi pareva il caso.

«Pronta?» mi chiese Alex, sembrava avesse capito quanto fossi nervosa.

«Credo di si» gli risposi con un mezzo sorriso mentre ci incamminavamo verso l'interno.

Entrammo dal giardino e la vista di un'enorme piscina mi occupò la visuale. Le luci violette e blu davano l'atmosfera perfetta, si mischiavano con le sfumature del cielo dopo che il sole era calato. Una decina di ragazzi si erano buttati in acqua scomparendo in mezzo ad una marea di gonfiabili di qualsiasi forma e colore; Bounce Back di Big Sean esplodeva dalle casse mentre un odore invitante di carne alla griglia mi invadeva le narici.

E fu proprio dalla parte opposta della piscina che lo vidi. Era in piedi con una birra in mano e nessuno attorno. Aveva un viso dolce ed era contornato da dei capelli che di certo non potevano passare inosservati, di un biondo chiarissimo, quasi platino. Un luccichìo sotto al suo labbro inferiore mi fece notare un piercing e subito la mia mente si mise a fantasticare su come sarebbe stato averlo tra i denti. Indossava un maglioncino grigio con lo scollo a V e le maniche alzate, che permettevano la vista di un tatuaggio indecifrabile che spuntava dal suo avambraccio. Le sue converse erano identiche alle mie, ma notai che la parte di gomma bianca davanti e ai lati era occupata da delle piccole scritte.

Oh no. Ma da quanto tempo stavo lì imbambolata a fissarlo? I suoi occhi incontrarono i miei, che si sgranarono di scatto, corsi via alla disperata ricerca di mio fratello.

«Chelsea!» conoscevo quella voce, era Lauren. I suoi occhi erano piccoli e di una scura tonalità di verde e i suoi capelli di un castano chiaro con dei riflessi che ricordavano il miele.

«Che bello che sei qui! Come stai? L'ultima volta non ti ho lasciata nel migliore dei modi...»

«Si, mi sono ripresa ma non è facile affrontarlo, ti spaventa. Fortuna che ho Alex con me, siamo più uniti che mai ora che mi sono trasferita qui» le dissi sinceramente.

«Oh si, è un ragazzo davvero molto tenero» mi disse, e pensai che se Alex avesse saputo di questa sua affermazione sarebbe svenuto «a proposito, vado a cercarlo, sono contenta che sia venuto anche lui. Allora, ti piace casa mia?» mi chiese e spalancai la bocca.

«C-cosa? Questa è casa tua?»

«Si, Alex non te l'ha detto?» ridacchia «mio fratello maggiore Logan è un festaiolo, non vede l'ora che mamma e papà vadano fuori città per poter organizzare i suoi party haha» pensai avesse già bevuto un po', era stranamente esuberante e continuava a ridacchiare.

«E pensare che Lucky è il suo gemello ed è totalmente il suo opposto. Lui è più un lupo solitario» iniziò a blaterare un sacco di informazioni riguardo i suoi fratelli e la sua famiglia, era inarrestabile, e ringraziai il cielo quando vidi Alex spuntare dalla folla per raggiugerci.

TWINWhere stories live. Discover now