Bugie

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"Sta volta non ti lascio" aveva detto, non aveva compiuto con la sua promessa. Ma insomma, quando mai lo aveva fatto? È di Matthew Espinosa che stiamo parlando, è tutt'altro che sincero. È fatto così ed io avrei dovuto farci l'abitudine. Dopo avermi detto quelle parole - dall'apparenza sincere - mi ha baciata facendo risvegliare così le familiari farfalle nello stomaco. Dio ero così felice, ma tutto sembrava essere andato in frantumi nel momento in cui aveva sciolto ogni tipo di contatto fisico, andandosene senza dire una parola. Come se niente fosse, la confusione era l'unico sintomo che riuscivo a percepire in quel momento. Non sentivo niente se non il mio respiro, il battito del cuore che rallentava a vista d'occhio e gli occhi pieni di lacrime. Mi aveva illusa. Ma a che scopo? Farmi soffrire? Umiliarmi? Sta volta non l'avrebbe fatta franca, sono stanca dei suoi giochetti, non sono un fottutissimo giocattolo che può dominare quando gli pare e piace. Glielo avrei fatto capire, molto presto.

Mentre scendo dall'enorme aereo rosso chiaro, sento Lizzy chiamarmi: "Anna! Aspettami."

Mi fermo dopo aver sceso l'ultimo scalino e l'aspetto mentre mi raggiunge col fiatone. "Stai bene?" domando vedendola sfinita per la corsa.

"F-fammi prendere fiato." risponde affannata facendo cadere la sua valigia rosa a terra.

Alzo gli occhi al cielo e sbuffo incrociando le braccia al petto spazientita. "Possiamo andare adesso?"

"Ma che ti prende? Hai pianto per tutto il viaggio e non mi hai voluto dire il perché!" esclama quasi offesa guardandomi dritta negli occhi.

"Non ho niente, sto benissimo! E poi, non sono affari tuoi." sbotto acida non curandomi minimamente del fatto che potrei averla ferita. Il senso di colpa fa irruzione nella mia mente ed io fremo solo a vedere il suo sguardo cupo e triste. Cavolo, devo imparare a domare questi scatti d'ira.

"Come vuoi." dice tagliente, voltandomi le spalle e andandosene.

Cos'ho fatto?

* * *

Dopo aver pranzato in un accogliente taverna di città, siamo giunti al Resident dove avremmo presto preso alloggio. La professoressa ci ha intimato di sceglierci una compagna di stanza ed ora mi trovo in difficoltà. Il mio sguardo incontra qualche volta quello di Lizzy, con mia sfortuna anche quello di Matthew che in questo giace a qualche metro di distanza da me con Rachel attaccata al suo braccio che non fa altro che mandargli frecciatine maliziose. La odio.

"Signorina Peterson, è il suo turno. Ha scelto la sua compagna di stanza?" la voce della prof mi riporta con i piedi per terra.

E ora? Cosa dovrei dirle? 'Mi scusi ma ora non ho più una compagna di stanza perché sono stata un emerita stronza con lei ' - "Non ancora prof." rispondo semplicemente.

"Cosa significa non ancora?! Avevo esplicitamente spiegato che era di vitale importanza trovarsi già da prima una compagna di stanza per evitare sconvenienti come in questo momento!" mi sbraita contro gesticolando nervosamente. L'ho fatta arrabbiare, e non poco.

"Lo so prof, lo so. Mi scusi, sono stata molto... distratta." confesso incrociando lo sguardo di Matthew che non perde tempo a distogliere lo sguardo e a riportare la sua attenzione a quell'oca di Rachel.

La professoressa sbuffa irritata e dice: "Mi toccherà scegliere al posto tuo. La Signorina Amber sarà la sua roommate!"

Fantastico, la fortuna sembra non essere dalla mia parte. Mi sento così impotente senza lui, tutta la mia sicurezza sembra essere svanita dal momento in cui sono uscita da quel limbo che sembrava essere infinito, chiamato coma. Quasi mi pento di aver riaperto gli occhi, di esser tornata alla dura realtà, in un mondo così spento e buio, Matthew era diventato la mia luce tra tutto questo buio, la mia via d'uscita dal mio inferno personale. Ho perso tutto senza rendermene conto, poco a poco i pezzi della mia vita hanno cominciato a sgretolarsi, perdendo tutti i pezzi che ne rimanevano, quelli fondamentali. Sono rimasta sola e forse me lo merito. Ho perso la mia famiglia, la mia unica amica e lui. Non ho più niente, mi sento così vuota e spenta e come se non bastasse, il passato sembra essere tornato apposta per darmi il tormento. "Ora consegnerò ad ognuno di voi la chiave delle vostre stanze. Perciò, ordinatamente, venite a ritirare le chiavi." spiega la prof spazientita. Con un lamento, tutti i presenti fanno come richiesto ed io mi metto in fila in attesa del mio turno.

La Mia Salvezza Si Chiama Matthew EspinosaWhere stories live. Discover now