Capitolo12°

9 2 1
                                    


Capitolo 12°

Paila, rifugio presso Drestrania, anno 2051.

"Ancora un momento" gridò Joment attraverso il tunnel che era diventato più stretto di qualche ora prima.

"Non scherzo" parlò serio Bonti, "state mettendo in difficoltà l'intera spedizione".

Dal rifugio non giunse nessuna risposta, ma s'intravide qualcuno che iniziava a passare.

Benir si muoveva a fatica, sia per il ghiaccio che iniziava i intorpidirle le membra, che per l'altezza del cunicolo, che si era abbassato a qualche metro dal suolo, inoltre era lungo circa cinquanta metri, quindi non era una bazzecola attraversarlo.

Bonti fece un cenno alla squadra e qualcuno si approssimò all'uscita, pronto a coprire la persona con una coperta.

"Ora tocca a te, papà, vai!"

Azimuth osservò il volto di Joment e si rese conto che di tempo ne rimaneva poco, quindi si avviò al passaggio.

Lui, alto 20 centimetri più di Benir, subito trovò maggiori difficoltà. Spero che Tinna sia la prossima, ma non credo che il coordinatore la anticiperà: lui è quello che dirige il rifugio e, come per le navi, non può lasciarlo se non per ultimo.

Camminava il più spedito possibile, ma sentiva che non era abbastanza. Intanto a Benir mancavano una decina di metri per uscire da quel budello.

Spero di non ostruire il passaggio con il mio corpo, pensava intanto Azimuth, che ponderava difficile uscire da quel tunnel, se dovesse succedere condannerei a morte Tinna e il coordinatore.

Frattanto Tinna lo seguiva a pochi metri di distanza, seguita a sua volta da Joment, che aveva lasciato il rifugio da qualche minuto.

"Delatore" gridò alle sue spalle, "la prego aumenti il passo: qui tutto si restringe troppo in fretta".

Tinna, l'unica in quel passaggio che ancora poteva girare il capo, lo rassicurò, dicendogli che era il massimo che potesse fare, lei minuta e non eccessivamente alta, andava spedita a parte qualche scivolone di tanto in tanto.

Almeno quello pensava, prima di vedere suo padre fermo poco distante da lei. 

"Papà, che ti succede?", gridò alle sue spalle.

"Un ostacolo, Tinna".

Azimuth da qualche minuto armeggiava per cercare il modo si superare un ostacolo imprevisto: gli si era parata davanti una specie di stalattite. L'aveva vista allungarsi mentre si avvicinava e ora la colpiva con il palmo della mano per spezzarla.

"Mi servirebbe qualcosa di duro: un piccolo blocco di ghiaccio mi impedisce di passare".

"Non ho niente con me, papà, prova a chiamare quelli all'esterno".

Allora grido: "Voi, là fuori, qualcosa c'impedisce di passare, dateci una mano".

Rugen guardò all'interno del budello di ghiaccio e valutò che era ancora possibile agire.

"Silster" chiamò qualcuno nei pressi, "Prendi qualcosa per rompere un piccolo ostacolo e va nel tunnel".

Silster era un uomo di piccola stazza ma dalla forza notevole. Aiutava i rifugiati a raggiungere i camion e ritornava che sembrava più riposato di quand'era partito, eppure camminare per 200 metri sul ghiaccio e farlo per almeno 40 volte, avrebbe spossato chiunque.

Non aspettò che Bonti lo chiamasse la seconda volta e preso un piccolo arnese somigliante a un piccone, s'inoltrò nel tunnel.

Intanto anche Joment era arrivato all'altezza dei due. "Tra poco dovremo strisciare" disse quando fu direttamente alle spalle di Tinna.

Distant ImagesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora