Capitolo 32

3 1 0
                                    

Capitolo 32°

Paila, Santa Lustra 2051.

Rimase in quella posizione, fermo tra la vita e la morte, per tantissimo tempo, forse per troppo tempo.

Fissava quasi con insistenza Rugen, soprattutto quando vedeva che rispondeva al telefono, o lo prendeva per telefonare.

Condolore, tentò parecchie volte di telefonare ai controllori di Drestrania, ma non riuscì a farlo né con il telefono da campo, né con quello satellitare.

*****

"Tenente" chiamò chiamò Condolore, "non riesco a collegarmi con Drestrania, né con l'ufficio dei controllori, che faccio?"

"Non importa," rispose pronto il graduato, "lascia qualcun altro a provarci, io so come riuscirci. Chiama il Delatore che tenevamo legato e portalo qui."

Accidenti, pensò Molleg, vuoi vedere che quel Delatore mi romperà le uova nel paniere?

Frattanto Rugen continuava a telefonare senza per altro alzare la mano.

Spero d'esserci riuscito, pensò ancora Molleg, Rugen non alza la mano e i poliziotti non riescono a connettersi all'ufficio dei controllori.

Poi, poco prima che Tinna raggiungesse il Tenente a capo di quegli uomini, per un attimo, la mano di Rughen si sollevò all'altezza della testa.

Spero di sbagliarmi, sembra che Rugen abbia sollevato una mano, maledizione, proprio ora: eravamo quasi alla fine!

Ora Molleg non riusciva a pensare: sentirsi all'improvviso perso, lo aveva gelato.

"Per un attimo avevo preso il collegamento, Tenente," disse il preposto a quella telefonata, "ma ora è di nuovo andato."

"Non pensarci ci penserà il Delatore a connettersi."

Tinna, con l'uomo che l'aveva prelevato, era a qualche decina di metri dal Tenente. Aveva ascoltato mentre l'uomo la poneva al centro della questione collegamento, ma sapeva che non avrebbe potuto adempiere alla sua richiesta. Non sento i controllori da un'ora buona, pensava, d'altro canto mi avranno seguita per l'intero tragitto, non indicandomi come togliermi d'impaccio. Purtroppo non potrò essere loro d'aiuto, ma, pensò, non vorrei rischiare di morire, rivelando loro d'essere sconnessa.

Tinna conosceva la procedura e si era resa conto che fingendo di essere connessa, poteva salvare la vita e non solo la sua. L'unica cosa che ancora la teneva legata al giuramento fatto nel momento in cui le avevano impiantato il cip raccoglitore, riguardava la fedeltà alla Nazione.

Avvicinandosi, vedeva il graduato, lo stesso che l'aveva trattata come una criminale, sentendolo un nemico.

Non toccherà nessuna di queste persone.

Il compito che si era prefisso era arduo: lei una ragazzina, lui un vero e proprio mastino.

A quel mastino caverò i denti, dovesse essere l'ultima cosa che faccio, pensò proprio mentre il poliziotto la spintonava presso il Tenente.

"Salve Delatore," salutò l'uomo.

Era giunto il momento: le parole che avrebbe detto da quel momento in poi, avrebbero deciso la vita e la morte di tutti e ora che poteva spaziare con lo sguardo, si rendeva conto che erano tantissimi. Mi sembra che Drestrania sia tutta qui, pensò spalancando gli occhi.

"Salve a lei, Tenente."

Ricordava come avevano chiamato quell'uomo poco tempo prima e ora, aveva pensato di mostrare capacità non proprie di una ragazzina, fingendo che qualcuno glielo avesse suggerito.

Distant ImagesDonde viven las historias. Descúbrelo ahora