Capitolo Nove

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Il mattino seguente fu ancora più tragico del precedente, considerando anche il fatto che la sera prima tornarono in hotel alle 2.
Rose ed Eve si svegliarono prestissimo: non volevano di certo arrivare in ritardo al circuito.

Non si meravigliarono affatto di tutta la gente che c'era nel paddock. Si diressero subito
all' hospitality Ferrari e la ragazza all'entrata le accolse con un sorriso, riconoscendole.

...

A differenza delle qualifiche del giorno prima, quella non fu una gara molto entusiasmante per il Cavallino, anche se non era iniziata così male.
Però, verso fine gara, entrambe le vetture dei Ferraristi riportarono dei problemi alla gomma anteriore sinistra e per questo furono costrette a fermarsi ai box per cambiarle.
Sebastian tagliò il traguardo solo settimo, mentre Kimi riuscì ad entrare in zona podio. Al secondo e al primo posto c'erano le due Mercedes, rispettivamente quelle di Valtteri e Lewis.

Evelyn aveva lo sguardo fisso sugli schermi, un'espressione impassibile, quasi triste, mentre guardava la premiazione.
Certo, era felice per Lewis e per la sua vittoria, in fondo sapeva quanto fosse importante per lui vincere lì a Silverstone, ma allo stesso tempo avrebbe voluto vedere qualcun altro sul gradino più alto del podio, qualcuno che indossasse una tuta rossa.

Non seguiva molto la Formula 1, ma suo padre era un grande appassionato.
Era stato lui a portarla a tutti i Gran Premi, era stato lui ad averle trasmesso, quando era piccola, la passione per questo sport.

Evelyn capì che era ora di andare via quando vide alcuni ingegneri e meccanici iniziare a mettere a posto gli attrezzi utilizzati durante quel weekend, pronti per attraversare un altro Stato.

Vide i due piloti entrare nei box, segno che avevano finalmente finito le interviste e, con Rose che le stava accanto, li salutò un'ultima volta, sperando che quella non fosse davvero l'ultima.

Nel paddock c'era molta meno gente rispetto a qualche ora prima, ma c'era comunque un via vai di persone.

"Evelyn!" Sentì il suo nome e sapeva a chi appartenesse quella voce, l'aveva sentita spesso negli ultimi giorni.
Si girò e lo vide, con la tuta ancora legata alla vita.
Rose, fortunatamente, stava parlando con alcuni suoi colleghi. Si sarebbero tutti risparmiati un'altra situazione imbarazzante.

"Ciao. Ancora complementi." Evelyn gli sorrise.
I loro corpi erano vicini, forse troppo.
Entrambi potevano sentire il respiro dell'altro ed Evelyn sentì le sue gambe indebolirsi sempre di più, aveva paura che potessero cedere da un momento all'altro.
"Grazie. Volevo chiederti una cosa."
"Dimmi."
Lewis esitò qualche secondo, ma poi si fece coraggio.

"Vieni a cena con me." Non era proprio una domanda.
Evelyn pensò per un istante di aver sentito male.
"Cosa?" Rispose lei, cercando di mascherare le sue emozioni.
"Vieni a cena con me." Lewis ripeté esattamente le stesse parole di prima ed Evelyn si sentì mancare il respiro.
Lewis non ricevette alcuna risposta, quindi decise di prendere in mano la situazione.

"Non pensarci troppo, è solo una cena." Si allontanò per qualche secondo e tornò con in mano un pezzetto di carta ed una penna. "Ti scrivo il mio numero, fammi sapere dove alloggi. Ti passo a prendere alle 7."
Finì di scrivere le cifre e porse il pezzetto di carta ad Evelyn, che lo prese titubante.
"Non ti ho detto di sì." Lo sfidò.
"No, ma so che avresti voluto farlo. Ci vediamo stasera." Si allontanò da lei, lasciandola lì, in mezzo a tutta quella gente, ancora con il suo numero tra le mani.

Sbatté le palpebre più volte, cercando di rielaborare nella sua mente le poche parole che si erano detti.
Rose la raggiunse appena intravide Lewis allontanarsi dalla sua amica.
"Tutto bene?" Chiese, ricevendo come risposta un semplice accenno.

"O mio Dio!Perché non me lo hai detto prima?! È cotto di te, per forza." Questa fu la reazione di Rose quando Evelyn le disse ciò che era successo nel paddock.
"Mi era passato di mente." Rispose, evitando la frase "È cotto di te".
"Eh? Lewis Hamilton ti ha invitata a cena!"
"Rose, stai calma, okay?"
"Sei tu a non agitarti abbastanza."
Evelyn sospirò. Non sarebbe andata a quella cena, ma l'ultima cosa che voleva era avere Rose nelle orecchie tutto il tempo.
Non disse niente, uscì dalla stanza della sua amica ed entrò nella sua, sdraiandosi sul letto.

Qualcuno bussò alla porta e quando Evelyn la aprì, Rose si fiondò nella stanza.
"Che cosa fai?" Era quasi arrabbiata.
"Mi sto rilassando, dovresti farlo anche tu." Le rispose.
Rose le rivolse uno sguardo ammonitore e ad Evelyn sembrò di tornare a scuola, quando l'insegnante di matematica la rimproverava perché arrivava in ritardo alle lezioni.

"Non ci andrò. È inutile che fai così."
"Cosa? Sei impazzita?"
"No, non ci andrò e basta."
"O mio Dio, ma perché ti comporti così?"
"Perché non lo conosco. E non ho intenzione di andare a cena con uno sconosciuto."
"Ma non lo capisci, è per questo che ti ha invitata a cena, vuole conoscerti. Siete entrambi cotti."
"Smettila Rose, non siamo alle elementari."
"Io comunque insisto. E poi non ti costa nulla, è soltanto una cena. Dovresti cercare di non pensare troppo e fare quello che vuoi davvero."
Evelyn ci stava pensando.
Sarebbe potuta andare a quella cena e passare una serata diversa, o restare in hotel, a fare cose noiose.
E poi Rose aveva ragione, era solo una cena.

"Okay, d'accordo. Mi hai convinta."
"Cosa indosserai?" Le chiese Rose.
"Non lo so, un paio di jeans ed una maglietta?" Disse, roteando gli occhi al cielo.
"Stai scherzando?"
"No, non ho portato abiti eleganti, perché non avevo idea che Lewis Hamilton mi invitasse a cena." Disse in modo sarcastico.
"Beh, non ti preoccupare, ho io qualcosa."
"Non mi entreranno mai i tuoi vestiti, abbiamo taglie diverse."
"Sta zitta." Rose prese il braccio di Evelyn e la trascinò nella sua stanza, facendola sedere sul letto mentre lei frugava tra i vestiti nella valigia.

"Ecco. Questo è perfetto." Si avvicinò ad Evelyn e le mostrò un abito corto in velluto color bordeaux.
Aveva una scollatura non troppo profonda ed uno spacco sulla coscia, le spalline erano sottili ed erano intrecciate dietro la schiena, lasciando  la parte superiore della schiena scoperta.

Aveva una scollatura non troppo profonda ed uno spacco sulla coscia, le spalline erano sottili ed erano intrecciate dietro la schiena, lasciando  la parte superiore della schiena scoperta

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"Allora, che ne dici?"
Evelyn si lasciò scivolare tra le mani il tessuto morbido.
"Mi piace. È davvero bello. Ma non so se mi entrerà."
Rose esultò, felice di aver fatto centro al primo tentativo.
"Sta tranquilla, ti entrerà. Adesso non ti resta che fare una doccia e prepararti." Prese una gruccia dall'armadio e vi posizionò sopra il vestito, in modo che non si sgualcisse.

Evelyn tornò nella sua stanza, andò in bagno per farsi una doccia, e mentre si stava sfilando i jeans, qualcosa di bianco cadde sul pavimento.
Prese tra le mani quel pezzo di carta, ricordandosi, tutto a un tratto, di ciò che le aveva detto Lewis.
Prese il suo cellulare, salvò il numero e gli scrisse in fretta un messaggio, con l'indirizzo dell'hotel. Pochi secondi dopo arrivò un suo messaggio.

Da: Lewis Hamilton, 17:27

Ti passo a prendere alle 7, fatti trovare pronta:)

Si chiuse in bagno ed entrò nella doccia, rilassandosi un po' sotto il getto d'acqua bollente.

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Ehilà!
Innanzitutto, volevo ringraziarvi perché abbiamo raggiunto le mille letture e sono felicissima. Così felice da pubblicare un altro capitolo!
Fatemi sapere nei commenti i vostri pensieri, e soprattutto cosa pensate succederà tra Eve e Lewis:))

Alla prossima xx

The interview||L.H.||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora