Capitolo Quattordici

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"Finalmente sei qui! Ti stavamo aspettando!" Evelyn venne accolta dal sorriso smagliante di Will, che aveva legato intorno alla vita un grembiule verde.
Evelyn, in tutta risposta, sorrise e poggiò il dolce che aveva preparato poche ore prima su un tavolino vicino alla porta, per sfilarsi la borsa dalla spalla e appenderla all'attaccapanni.

Entrò nel grande salone e vide Lily, che le corse incontro e la abbracciò.
"Non pensavo Will avesse invitato anche loro." Parlò a bassa voce per non farsi sentire dagli altri.
Evelyn riconobbe quelli che erano i suoi colleghi di lavoro, con alcuni dei quali non ci aveva mai nemmeno parlato.
"Non lo so nemmeno io, erano già qui quando sono venuta." Lily le rispose sussurrando ed entrambe raggiunsero Will e gli altri, intenti a sorseggiare del vino.
"Evelyn?" La ragazza alzò lo sguardo ed incontrò gli occhi chiari di Clarisse Lee, con la quale non aveva mai avuto modo di parlare per più di dieci secondi, ma a pelle le sembrava una persona molto simpatica ed educata.
Evelyn le sorrise e tutti in quella stanza posarono gli occhi su di lei, facendola sentire un po' in imbarazzo.

"Il pollo è quasi pronto, iniziate ad accomodarvi." Will si schiarì la gola e porse ad Evelyn un bicchiere di vino, ricevendo un 'grazie' dall'amica.

Solo quando tutti si sedettero intorno al tavolo Evelyn identificò i volti delle persone presenti quella sera. Erano tutti suoi colleghi, ma ancora non aveva capito perché Will non le avesse detto nulla.
Evelyn si prese qualche minuto per cercare di ricordare i loro nomi. Proprio di fronte a lei c'era Alexia Carter, l'unica cosa che ricordava di lei, oltre al nome, era di quella volta in cui era piombata nella sala ristoro piangendo perché era appena stata mollata al telefono.

Affianco a lei c'era Derek Harvey. Era davvero timido, forse la persona più timida che Evelyn avesse mai incontrato, ed era anche molto riservato. In ufficio nessuno sapeva nulla della sua vita privata e nessuno osava chiedere il perché.

Dall'altra parte, a sinistra, c'era l'opposto di Derek, Luke Brown. In ufficio tutti sapevano tutto di lui e della sua vita e sembrava essere abbastanza egocentrico.

Evelyn si fermò un secondo a guardarli e si rese conto del fatto che oltre ai loro nomi e a qualche voce in ufficio, non conosceva praticamente nulla di quelle persone.

"Non sapevo cucinassi così bene, Will. Dovrai invitarci più spesso a casa tua." Alexia sorrise, mentre con la forchetta cercava di prendere un pezzo di pollo e delle verdure.
"Grazie, mi ha insegnato Evelyn." Will si girò verso l'amica, che alzò lo sguardo e gli sorrise.
"Davvero?" Clarisse la guardò ed Evelyn annuí.
"Si, la cucina è una delle mie più grandi passioni,-si pulí la bocca col tovagliolo- ma devo dire che l'alunno, almeno in questo caso, ha superato il maestro." Ricevette una brutta occhiata da Will, che si finse offeso e le mise il broncio.
"Non è vero invece, l'ho superata in tutto."
"Ci farebbe piacere gustare i piatti di Evelyn, se per te va bene ovviamente." Disse Luke.
"È il tuo giorno fortunato, allora." Gli sorrise Evelyn.
Luke la guardò con uno sguardo confuso e Lily aggiunse "Ha portato il dolce, e dall'odore sembra essere qualcosa di spettacolare."

...

Un paio di bicchieri di vino e molte (ma proprio tante) risate dopo, si aprì nuovamente l'argomento 'cibo'.
"Credo sia proprio arrivato il momento del dessert." Luke sembrava un bambino che aspetta impaziente di aprire i regali di Natale.
Evelyn si allontanò dal tavolo e ritornò subito dopo, appoggiando il piatto con il dolce sulla tovaglia colorata.
"Amo le torte al cioccolato." Anche Clarisse sembrava una bambina nel giorno di Natale, ma Evelyn non riuscì a frenare l'impulso di correggerla. "Non è una semplice torta al cioccolato, è la torta Sacher: impasto al cioccolato con confettura di albicocche." Sorrise soddisfatta. Tutti in quella stanza la guardarono con aria stupita, mentre lei indisturbata tagliava la torta.
"Riesco a specchiarmi in questa glassa." Era un complimento, giusto?
"Amico, mi dispiace, ma questa ha vinto tutto." Luke aveva la bocca piena e continuava a parlare e a fare apprezzamenti riguardo la torta.
"È buonissima." Anche Derek sembrava estasiato. "Dove hai imparato?"
"Da mio padre. È uno chef." Evelyn sorrise al pensiero di suo padre e quando ricordò che mancavano poco più di due settimane alla fine del mese, sorrise ancora di più.
"Una famiglia di cuochi la vostra, eh?" Scherzò Luke.

"Sento la vibrazione del cellulare di qualcuno." Will, anche conosciuto come 'l'uomo dalle orecchie bioniche', cercò di seguire il suono quasi inesistente, arrivando al piccolo tavolino vicino alla porta dove era appoggiato il cellulare di Evelyn. Sullo schermo lampeggiava il nome 'Lewis', ma non ne fu sorpreso: sapeva che tra quei due stava succedendo qualcosa.
Prese lo smartphone per portarlo ad Evelyn così che potesse rispondere, ma non fece in tempo ad accettare la chiamata.

"Chi è?" Non poté fare a meno di chiedere Lily.
"È il suo fidanzato."  Si fece scappare Will.
Era davvero il suo fidanzato?!
"Hai un fidanzato?" Alexia si girò a guardare Evelyn: era a dir poco sorpresa, non l'aveva mai vista con un uomo a parte Will.
Evelyn alzò lo sguardo, cercando di restare calma.
"Non siamo fidanzati, in realtà. Ci conosciamo da nemmeno due settimane."
"Come si chiama?" Insistette Clarisse.
Strano che non avessero letto quell'articolo di pochi giorni prima (per fortuna).
"L-" Will stava per dire quel nome, ma Evelyn lo stroncò giusto in tempo.
"Leonard!" Uscí quasi come un urlo e dopo aver fulminato Will con lo sguardo, tornò al suo cellulare, ma forse era meglio allontanarsi per qualche minuto.
"Vado un attimo in bagno." Si scusò.
Si chiuse la porta alle spalle e si sedette sul bordo della vasca, facendo un respiro profondo. Compose velocemente il numero, che ormai sapeva a memoria, e aspettò di sentire la voce di Lewis.

"Evelyn."
"Ciao, non sono riuscita a risponderti prima. Dovevi dirmi qualcosa?"
Ci furono dei secondi di silenzio durante i quali Lewis si rese conto di non aver avuto alcun motivo per chiamarla, voleva semplicemente sentire la sua voce.
"Volevo sapere se...se ci sarai in Ungheria." Disse la prima cosa che gli venne in mente.
"Ancora non so dirti con sicurezza, te lo farò sapere entro la fine di questa settimana."
"Oh, d'accordo, allora aspetto tue conferme."
Lewis aveva una voce strana, come se le avesse dovuto dire qualcos'altro.
"Va tutto bene?" Chiese preoccupata.
"Si, sono solo un po' stanco, sai per via degli allenamenti e tutto il resto."
"Riposati, ci sentiamo domani." E terminò la chiamata, sapendo che quello, in realtà, non era il motivo per cui l'aveva chiamata.

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MI DISPIACE.

Mi dispiace un casino per non aver aggiornato per più di due mesi, ma ho avuto diversi problemi e non avevo la 'testa' per continuare a scrivere. Fa un po' schifo questo capitolo, forse perché l'ho scritto solo adesso:))))

A parte questa piccola precisazione, volevo augurarvi un buon 2018, con la speranza di poterlo vivere nel miglior modo possibile e sempre col sorriso, anche se molto spesso risulta difficile.

Detto ció, vi saluto e cerco di scrivere il prossimo capitolo in questi giorni liberi, così da non dover aspettare altri due mesi per pubblicarlo;)

The interview||L.H.||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora