Capitolo Ventiquattro {Evelyn}

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Domenica, 6 agosto 2017

📍LA, 🇺🇸

Avere 25 anni era esattamente come averne 24.

Non mi sembrava essere passato così in fretta il tempo, da quando mi ero laureata.

Fuori era una bella giornata, c'era il sole ma non faceva troppo caldo. Mi vestii senza far caso a ciò che pescavo dall'armadio.

Il tavolo della cucina era interamente occupato dalla colazione che mio padre aveva preparato. C'era di tutto: uova, bacon, pancake, caffè, succo d'arancia e i miei preferiti, i muffin al cioccolato. Me li preparava sempre da piccola, soprattutto quando ero di malumore.

"Tanti auguri piccola mia!" Sentii la voce di mio padre dietro di me e mi voltai, vedendolo in piedi con le braccia aperte.

Non ci pensai due volte e mi avvicinai a lui. Mi strinse forte e cercai in ogni modo possibile di imprimere nella mia mente quel momento.

Mi sentivo davvero fortunata ad avere un padre come lui.

"Ti voglio bene, papà." Mi posò un bacio sulla fronte e poi, nascosta dietro lo stipite della porta della cucina, vidi Kate, che ci guardava e sorrideva. Le feci segno di avvicinarsi a noi due.

"Buon compleanno Eve." Mi abbracciò e mi sentii ancora più fortunata perché nella mia vita c'era anche lei.

"Beh, cosa stiamo aspettando, che i muffin si raffreddino?"

...

"Io e Kate dobbiamo darti una cosa." Mio padre si passò un tovagliolo sulla bocca, lanciando un'occhiata veloce alla moglie, e poi bevve un sorso di caffè. Si alzò piano dalla sedia e uscì dalla cucina ritornando con un pacco regalo tra le mani.

"Papà..." "Eve- mi interruppe,- so cosa stavi per dire e non è nulla di costoso o qualcosa del genere. Sappiamo che ti piacciono le cose semplici ma fatte col cuore, quindi dovrebbe piacerti. Dai su, aprilo." Sembrava emozionato e a dire il vero anche io.

Sciolsi il fiocco e scartai la carta color lilla. All'inizio pensai fosse un libro, anche se sulla copertina non c'era nulla, ma ben presto capii che era un album fotografico.

Lo aprii e vidi la prima foto.

C'era mio padre che mi teneva in braccio, entrambi sorridenti e felici, tutto accompagnato dal Santa Monica Pier alle nostre spalle.

Sotto c'era un'altra foto, una che non avevo mai visto. Ero appoggiata al vecchio tavolo di legno che avevamo in cucina, seduta con le ginocchia su una sedia e intenta a preparare dei biscotti al cioccolato, mentre mio padre era seduto accanto a me. Nella pagina affianco c'erano altre foto, in molte c'eravamo io e mio padre e in tante altre c'era anche Kate.

Non riuscii a trattenere le lacrime e mi lasciai andare in un pianto liberatorio, grata delle persone che avevo nella mia vita. "Grazie, è il regalo di compleanno più bello che abbia mai ricevuto, dico davvero." Tirai su col naso e sorrisi a Kate quando mi passò un fazzoletto.

"È stato bellissimo scartare tutte le vecchie foto, ce ne saranno ancora un centinaio in quella scatola." Kate indicò una scatola rossa appoggiata sull'isola della cucina.

"Cavolo—mio padre guardò l'orologio che aveva al polso sinistro e prese un ultimo sorso di caffè dalla sua tazza bianca con la Torre Eiffel in rilievo che gli avevo regalato anni prima—devo scappare, altrimenti faccio tardi."

"Ma come, lavori anche oggi?" Chiesi.
Speravo che almeno oggi non dovesse lavorare.

"Solo stamattina, stasera sarò tutto tuo, te lo prometto." Mi diede un bacio sulla fronte, come quando ero piccola, e poi baciò Kate.

The interview||L.H.||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora