25. Goodbye

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N.a Penutilmo capitolo, siamo quasi giunti alla fine. Con il prossimo capitolo pubblicherò anche i ringraziamenti, nei quali ringrazierò uno ad uno tutti coloro che hanno recensito la storia. Quindi se siete lettori che preferiscono leggere soltanto, questa è la volta buona per commentare così che io vi ringrazi a dovere, perchè tengo ad ognuno di voi! Alla fine del capitolo ci sarà una lettera, che cosa ci sarà scritto? Vi lascio con il dubbio fino al prossimo capitolo. Fatemi sapere anche cosa pensate della nuova copertina!!

Alla prossima, baci 

Marti!

*

«Credo sia questa» mormoro in direzione di Mattia.

Lui si scosta una ciocca scura che gli inghiotte il viso e si sposta di fronte alla lapide di pietra. Leggo velocemente le poche parole che vi sono incise "Azzurra Moretti. Il marito e l'amorevole figlio la ricorderanno con affetto". Sopra di essa c'è la statua di un angelo, dal viso delicato e dalle forme morbide.

«Azzurra è un bellissimo nome» sussurro piano.

Mattia tiene la testa china in direzione del terreno bagnato e fa un breve cenno. Sposto lo sguardo e accanto alla lapide di sua madre, ce n'è un'altra più piccola e di marmo bianco.

Leggo il nome, scritto elegantemente sulla pietra; Alice Lombardi.

Osservo il suo petto alzarsi e abbassarsi lentamente, poi si piega sulle ginocchia e sfiora con le dita la pietra lucida «Non vengo qui da molto tempo»

Accarezza la superficie e sfila un fiore dalla tasca «Dal giorno del loro funerale»

Deglutisce a fatica ma decido di non dire nulla.

Poggia la lavanda ai piedi della lapide «Era il suo fiore preferito»

Allunga il braccio alla sua destra e lascia una margherita nella lapide a fianco «Ad Alice invece piacevano le margherite»

«Com'era tua madre?» gli chiedo piano.

Si alza da terra e si pulisce i jeans sporchi di fango «Fantastica».

Lo riparo sotto l'ombrello e ci muoviamo verso la collina che spunta poco distante dal cimitero. Ci sediamo sull'erba bagnata e non diciamo niente. 

Mattia guarda di fronte a sè, alcune ciocche inzuppate di pioggia gli si sono attaccate alla fronte «Non ricordo il viso di mia madre. Ricordo solo il suo profumo»

Mi bagno le labbra e improvvisamente mi sento così triste per lui «Oh»

«Profumava di lavanda e tabacco. Ricordo che prima di andare a dormire, entrava nella mia stanza e mi lasciava un bacio sulla fronte credendo che stessi dormendo. Ma ero quasi sempre sveglio, non riuscivo a dormire se prima lei non mi salutava. Sussurrava ogni sera "Hai shi shan meng" e se ne andava, lasciando una scia di profumo»

«Mattia...»

«La sera dell'incidente era l'unica sera che lei non era passata a darmi il bacio della buonanotte. Ed io sono rimasto sveglio, aspettandola per quasi tutta la sera. Ma lei non è mai tornata a casa»

Le lacrime iniziano a rigargli le guance, sfiorando le lentiggini che le ricoprono. Non si nasconde ai miei occhi, si mostra invece, in tutta la sua fragilità.

«L'ho odiata per così tanto tempo...» bisbiglia, trascinando via le lacrime con il dorso della mano.

«Quando invece non avevo capito che lei non ce la faceva più a vivere con mio padre. E anche io avrei fatto la stessa sua fine se non fossi arrivato tu»

«Io?» gli chiedo.

Mi guarda e sbatte le ciglia imperlate di lacrime «Tu mi hai salvato Leo, senza accorgertene»

Aggrotto la fronte, ma prima che possa dire altro lui mi tira verso il suo petto e mi stringe a sè «E' grazie a te se ho ancora voglia di vivere»

Sorrido contro il cotone della sua felpa. Poi gli afferro il volto tra le mani, premendo le dita sulle sue guance arrossate e stampo le mie labbra sulle sue.

«Prima che me ne dimentichi» mormoro staccandomi e aprendo la tracolla abbandonata sull'erba.

«Cos'è?» chiede sorridendo.

«Il mio regalo per te» mormoro avvicinandogli il disastro di carta da regalo raffazzonata nella maniera peggiore «Buon compleanno»

Strappa la carta da regalo con un pò di difficoltà e sorride come un bambino di fronte al mio regalo. 

«Madame Bovary»

Ride di gusto, rigirandosi il libro tra le mani.

«Anche se non ti è piaciuto te l'ho voluto regalare perchè questo è uno dei nostri primi ricordi» dico un pò in imbarazzo.

Si avvicina e mi lascia un bacio a fior di labbra «E' perfetto. Come noi due in questo momento»

*

«Hai preso tutto?» mi chiede Mattia, caricandosi lo zaino sulle spalle.

Do una veloce occhiata alla stanza e noto che è insolitamente spoglia «Credo di sì»

Bea e Lore stanno seduti sul mio letto in silenzio. Poi Bea scoppia in un singhiozzo e si precipita ad avvolgermi in un abbraccio.

«Leonardo Mancini come farò senza di te?» dice con tono lamentoso.

«Io come farò senza di te Beatrice Pellegrini?» mormoro stringendola.

Versa un pò di lacrime sul mio maglione e poi si allontana tirando su con il naso. Lore mi guarda dispiaciuto, ma dopo pochi istanti si alza e senza dire nulla mi abbraccia anche lui.

«Anche tu mi mancherai» soffio piano.

«Tu di più» mormora lui e la sua voce si incrina «anche perchè...» dice tirandosi indietro a disagio «mi lascerai con questa strega malefica»

Beatrice stringe gli occhi e gli tira uno schiaffetto sul braccio «Zitto stupido»

Lui stringe le labbra «E' vero»

«Veramente sono io la povera vittima che dovrà sopportarti» si lamenta, lanciandogli un'occhiataccia.

«Ecco che ricominciano» dice Mattia scoppiando a ridere «ma tanto lo sappiamo che vi amate da pazzi»

Bea e Lore arrossiscono come due peperoni. 

«Non dire scemenze Mattia» sbotta Bea.

Scoppio nuovamente a ridere e scuoto la testa.

I miei migliori amici mi mancheranno da morire.

«Possiamo andare?» mi chiede Mattia.

«Sì, ma prima devo fare una cosa» dico, mordendomi il labbro inferiore sovrapensiero.

«Va bene, noi ti aspettiamo giù» 

Una volta che sono rimasto solo e la casa è completamente vuota, mi dirigo verso la stanza di Edo. E' ordinata e non c'è niente fuori posto. Rispecchia proprio Edo.

Mi avvicino al suo letto e lascio sul cuscino una busta bianca e un pò sgualcita.

La lascio lì con la consapevolezza che forse mio fratello mi odierà, ma poi, come ogni altra volta, mi capirà.

Passo dalla Pineta prima di andare via. Voglio imprimermi un'ultima volta nella testa quello scenario che costituisce l'essenza di questo piccolo borgo di a mala pena 5.000 anime.

Mi mancherà la mia famiglia.

Ma più di tutto, mi mancherà Grottavecchia.

La misura di tutte le cose - Vol. IWhere stories live. Discover now