3. Ritorno a casa

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E' terribile tornare alla realtà dopo due settimane trascorse con la persona che si ama.

Non abbiamo visitato molto Parigi alla fine, siamo stati più tempo in albergo che nei musei, ma avremmo un'altra occasione per visitare meglio questa città splendida.

Il treno sfreccia verso Londra, fuori piove violentemente, l'autunno qui è arrivato e il freddo e il mal tempo mi fanno rabbrividire.

Odio il freddo, ma il caso vuole che io abiti in uno dei luoghi più piovosi dell'Europa.

Da lontano scorgo la stazione. Sbuffo sonoramente.

"Che hai?" mi chiede Edward mettendosi il soprabito.

"Non potevamo stare a Parigi ancora un po'?" domando io mettendomi i guanti lentamente.

"Ci ritorneremo tesoro mio" mi risponde lui accennando un sorriso sbrigativo.

"Lo so, solo che temo che appena scenderemo da questo treno la magia terminerà e..." lui mi zittisce: "Lo sai Lottie, ora dobbiamo adempiere a dei doveri, ma nonostante questo tu sei ciò che più amo in questo mondo."

Mi mordo leggermente il labbro, "Lo so che mi ami però... so che non sarà come è stata in luna di miele, ma spero che... oh non so come spiegarlo! Tutte le persone che si sposano poi diventano estranei e..."

"Tu meglio di me dovresti sapere che coi matrimoni come il nostro, dove c'è l'amore, non accadrà."

Abbasso lo sguardo, lui non sa di quando i miei genitori si separarono, ma meglio che non lo sappia.

"Scusami forse penso troppo agli altri e non a noi" dico io sbrigativamente e atona.

Il treno si ferma nella stazione e io mi alzo dalla poltrona, lo sguardo di Edward è allarmato: "Che succede?" mi chiede.

"Oh niente" lo rassicuro io prendendogli la mano.

"Sicura?" mi domanda.

Annuisco. "Ora forza andiamo, ho già visto che stanno scaricando i nostri bagli... sia mai che tua madre si arrabbi per il ritardo!" esclamo ridendo.

Il suo viso nuovamente si illumina e insieme scendiamo dal nostro vagone.

Varcare la soglia di questo palazzo da padrona di casa fa abbastanza strano. "Aspetta!" esclama Edward fermandomi.

Mi volto. "Perché?"

Ad un tratto mi ritrovo fra le sue braccia. "E' tradizione varcare la soglia di casa con la sposa in braccio."

Scoppio a ridere. "Il giorno del matrimonio non l'hai fatto" lo ammonisco io mentre varchiamo insieme la soglia di casa.

"Lo so ma eravamo abbastanza stanchi" osserva lui ridendo.

Gli faccio un buffetto sulla guancia. "Tutte scuse Vostra Grazia" dico io divertita.

"Dite Vostra Grazia?" mi provoca lui sorridendomi.

Qualcuno si schiarisce la voce e la nostra attenzione si sposata su Lady Dorothea, "Bentornati."

Edward lentamente fa ritornare i miei piedi sul pavimento in marmo. "Buongiorno madre" dice lui facendosi subito serio.

"Buongiorno milady" mormoro io abbassando lo sguardo.

"Charlotte" mi chiama lei, subito rialzo lo sguardo per invitarla a proseguire, "potete chiamarmi madre se volete."

Faccio una smorfia, sono stranita da tutta questa informalità. "Va – va bene" balbetto io confusa.

Edward mi sfiora leggermente e mi sorride, so già cosa mi dirà: "Visto? Non le stai antipatica, anzi!"

Lottie J. - Dopo La Fine [MOMENTANEAMENTE SOSPESA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora