15. La gioia dopo il dolore

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Settembre 1866


Mi avevano descritto iltravaglio come qualcosa di estremamente doloroso, ebbene... avevanoragione, anzi io non me lo aspettavo così.

La prima contrazione l'hoavuta ieri mattina, esattamente prima di recarmi alla funzionereligiosa, ma non è stata così dolorosa, poi per qualche ora non hopiù sentito niente. Il vero inferno è iniziato questa sera,dal momento che, stando ai miei calcoli, è almeno un'oretta (credo,il dolore mi ha fatto perdere la concezione del tempo) che me neviene una ogni cinque minuti.

Il medico e la levatricesono al mio capezzale e io sono terribilmente distrutta, non vedol'ora che mio figlio venga al mondo.

Fuori piove forte, il temporiflette il mio dolore fisico.

Dopo un tempo, che a me pareinfinito, sento la levatrice che urla: "Vedo la testa!"

Kate e mia suocera esultano,e la seconda si sporge un po' troppo.

"Non vorrei esseresfacciata" dico io ansimando dal dolore, "ma vi prego,potreste non guardarmi !" urlo arrabbiandomi.

Lei stranamente mi chiedescusa e ritorna al suo posto.

Dopo poche spinte finalmentela levatrice ha in mano mio figlio, io sono sconvolta e mi lasciocadere sul cuscino esausta, non mi accorgo neanche che la donna hatagliato il cordone ombelicale alla creatura e che la sta lavandoaccuratamente solo le sue urla e lacrime mi riportano alla realtà .

"Allora? E' maschio?"chiede mia suocera con gli occhi che brillano.

"No Vostra Grazia"mormora la levatrice avvolgendo la bambina con una coperta, "E'una graziosa femminuccia" dice dolcemente, per poi metterla sulmio seno.

"Ciao tesoro" dicoio dolcemente e cullandola, credevo di aver conosciuto il vero amorecon Edward, ma una volta che ho stretto la mia piccola il mio mondoha cambiato colori.

"Sarà per la prossimavolta" dice mia suocera sedendosi su una poltrona accanto al mioletto.

"E' stupenda Lottie!"esclama Kate avvicinandosi.

Edward irrompe in camera miae si accomoda vicino a me sul letto.

"Amore mio" michiama, poi si allunga verso la piccolina, "è bellissima"mormora commosso.

Io sorrido leggermente, "Seistanca?" mi domanda lui prendendomi le mani.

"Un poco, ma n'è valsala pena" dico io stringendo la piccola al mio petto.

"Benvenuta al mondopiccola Charlotte!" esclamo.

La balia entra in cameramia, interrompendo il mio breve attimo di dolcezza.

"Charlotte la baliadeve allattare la piccola" mormora mia suocera alzandosi inpiedi.

"No, desideroallattarla io..." contesto io, stringendo ancora di più lapiccola al mio seno.

"Ma tesoro allattarestanca e ora hai bisogno di riposo, ne riparliamo dopo, va bene?"dice Edward, cercando di persuadermi a lasciare la bambina.

"No!" esclamoarrabbiata.

Charlotte inizia a piangeree istintivamente cerca il mio seno.

"Lottie per favore"mi supplica Edward, "desidero che ora tu ti riposi, poi, te logiuro, ne riparliamo, se vorrai allattarla potrai..."

"Edward ma..."interviene sua madre.

"Non voglio sentirenessuno, adesso perdonatemi ma devo allattare la piccola."

Kate e mia suocera sicongedano insieme al medico, la balia e la levatrice, rimaniamo soloio, Edward e la piccola.

Un po' titubante inizio adallattare la piccola, ho quasi paura a tenerla in braccio, temo difarle del male da quanto è indifesa.

"Scusami tesoro, ma iocredo che il legame madre e figlio sia importante, non voglio che sileghi più alla balia che a me" spiego io.

"Va bene Lottie, non tigiudico per la tua scelta, volevo solo darti una mano..."mormora lui allungandosi verso la piccola che si sta nutrendo dal miopetto.

"E' davvero bella..."osserva meravigliato.

"Già."

Ha la testa piena di capellineri ed è lattea, al momento sembra simile ad Edward, ma non si puòdecretare ora la sua somiglianza a qualcuno della famiglia, è troppopiccola.

"Dolce e piccola Thea"cantilena lui con gli occhi che brillano, non sono l'unica innamorataqui. Abbiamo deciso di chiamarla Charlotte Dorothea Georgia, e percomodità la chiameremo Thea, per non confonderci con me. Il nome dimia madre non è stato scelto poichè desidero chiamare così la miaseconda figlia.

"Solo... mi dispiace"mormoro io incupendomi mentre fisso la piccolina staccarsi dal miopetto.

"Per cosa?" michiede Edward prendendo in braccio Thea, anche lui come me appareimpaurito, ha le tempie imperlate di sudore, malamente la culla.

"Non è maschio."

"Amore mio non miimporta, abbiamo una vita davanti e amo mia figlia più di qualsiasicosa al mondo perchè è frutto di un amore puro e sincero."

Sorrido, sono veramentefelice adesso, felice e stanchissima.

Edward depone la creaturenella culla vicino al mio letto e la copre con cura.

"Si è addormentata"sentenzia lui fissandola dall'alto.

"Vuoi riposare?"mi domanda coprendomi con cura.

Io annuisco stancamente."Più tardi ti faccio portare qualcosa da mangiare, perqualunque cosa la balia è qui fuori."

"Va bene caro"mormoro io prima di cadere in un sonno profondo.


Lottie J. - Dopo La Fine [MOMENTANEAMENTE SOSPESA]Où les histoires vivent. Découvrez maintenant