8) PETER PEVENSIE _ Re senza corona (*)

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"Peter Pevensie delle Cronache di Narnia avevo pensato un litigio che finisce con qualcosa di molto hot."
Richiesto da @Percy_Newt

"Hey bellezza!" sentisti a voce di uno sconosciuto a pochi passi dietro di te. Stava seduto sul muretto del parco e tu l'avevi appena sorpassato, sperando che non ti notasse. Speranze vane, evidentemente. Accelerasti il passo, sperando che non insistesse, ma poco dopo sentisti una mano afferrarti per il gomito, così forte da farti voltare su te stessa, e poi quella stessa persona di spinse contro il muro, bloccandoti con il suo corpo. Sentisti la puzza di alcool provenire da quell'uomo.
"Lasciami, lurido!" gridasti, sperando che qualcuno ti sentisse. Lui non badò minimamente alle tue urla, e alla possibilità che qualcuno potesse arrivare, e cominciò a baciarti il collo con la sua lingua viscida e a far passare la sua mano lercia sulle tue gambe. Provavi paura e ribrezzo verso quell'estraneo.
Di punto in bianco, il peso del suo corpo sul tuo non ci fu più, e ti sentisti sollevata, per quel poco. L'uomo era stato spinto via e ora giaceva a terra, tentando di proteggersi dai colpi che il tuo fidanzato, Peter, gli assestava instancabilmente. "Peter, basta! Così lo ucciderai!" e l'ultima cosa che volevi era avere un fidanzato in prigione. Lo prendesti per un braccio e lo tirasti indietro, raccattando la tua borsa da terra e trascinandolo via da lì, lasciando la viscida creatura a lamentarsi a terra.
Vi fermaste in una delle panchine del parco e vi sedeste. Peter era ancora nervoso, lo capivi da come contraeva le mani, stringendole fino ad avere le nocche bianche, e da come si alzava, incapace di stare fermo.
"Peter, calmati." dovevi cercare di calmarlo, altrimenti avrebbe benissimo potuto tornare indietro e fare fuori quell'uomo.
"Come puoi dirmi di calmarmi? Immagina cosa sarebbe potuto capitare se io non fossi arrivato in tempo! Ti avrebbe violentata! In una strada lercia e sudicia!"
"Lo so, lo so bene. Se te ne sei dimenticato, c'ero io attaccata a quel muro." lo guardasti male. Non era certo di questo che avevi bisogno dopo aver rischiato uno stupro.
Non riusciva a stare seduto.
"Ora torno là e lo uccido."
"Non puoi."
"Dio!" disse dando un calcio a qualcosa a terra, anche se tu non badasti a cosa. "Se fossimo nel mio regno, e se io fossi Re, quell'uomo sarebbe condannato a morte!"
"Ma non ci siamo Peter, e tu non puoi fare ciò che vuoi." dicesti con tono accondiscendente. Si era seduto, e pareva che si stesse calmando.
Lui alzò lo sguardo e lo puntò su di te. Era arrabbiato, potevi leggerlo nel suo sguardo.
"Tu non mi hai mai creduto, vero?"
E adesso questo discorso da dove salta fuori?
Ti aveva presa in contropiede. Potevi passare sul fatto che fosse nervoso e arrabbiato con quell'uomo, ma non che campasse scuse in aria pur di prendersela con qualcuno.
"Di cosa stai parlando?"
"Lo sai benissimo. Non mi hai mai creduto quando ti raccontavo di Narnia, del mondo che io ho visto, in cui ho vissuto, che ho governato!"
"Ma cosa ti salta in mente? Se non ti avessi mai creduto non pensi che sarei stata meno interessata?"
"Non mentire!" disse avvicinandosi precipitosamente a te, intrappolandoti tra le sue braccia e la panchina. Fortunatamente non passava nessuno.
"Sei un'idiota! So che quel mondo è parte di te! Ne sono certa, lo vedo dai tuoi occhi! So che sei nervoso e arrabbiato, ma non c'è bisogno che te la prendi così con me!" gli urlasti di rimando, con le lacrime agli occhi.
E poi ti baciò. Un bacio ardente, pieno di desiderio e di rabbia e di amore.
"Adoro quando ti arrabbi. Diventi come un gattino che tira fuori gli artigli."
I baci si fecero ancora più intensi, se possibile, fino a farti sentire le ginocchia molli e un calore in tutto il corpo. Le sue mani raggiunsero i tuoi fianchi e le tue la sua nuca, dove tirasti leggermente le radici dei suoi capelli. Lui gemette.
Avvicinò il tuo corpo al suo, spingendoti verso la panchina.
Fortunatamente quella era una zona abbastanza appartata del parco, dove la gente passava solo quando non aveva nulla di meglio da fare e di certo non all'ora di punta.
La tua schiena premeva contro le assi della panchina, mentre lui, sopra di te, continuava a baciarti con impeto. Poi fece entrare in contatto la sua intimità con la tua, e gemeste entrambi.
Oramai nulla poteva più riportarvi indietro.
Con un gomito si teneva sollevato da te, mentre con l'altra mano percorse la curva del tuo collo, de tuo seno, pizzicandoti il capezzolo, proseguì lungo il tuo fianco, lentamente, facendoti venire la pelle d'oca, e poi seguì la forma delle cosce, fino ad arrivare all'orlo della gonna. Lo sollevò e fece risalire la mano fino all'orlo delle tue mutande.
Cominciò a baciarti il collo, spostando l'orlo delle tue mutande, e infilando un dito dentro la tua intimità, facendoti gemere. Quando sentì che ti piaceva, aggiunse un altro dito. Fremevi sotto il suo tocco.
Cominciarono a sfuggirti gemiti incontrollati, e potevi sentire la sua erezione sulla tua coscia.
Stavi per raggiungere il culmine, ma ti fermasti.
"Voglio venire quando sarai dentro di me."
Eri bagnata e pronta per accogliere il suo membro dentro di te, lui si sbottonò i pantaloni e si preparò a penetrarti, sentisti il suo glande all'entrata della tua intimità.
Con un solo colpo, entrò dentro di te, e ancora una volta gemeste entrambi.
Di solito quando facevate l'amore era molto dolce, ma questa volta era più selvaggio, e ti stava piacendo da morire.
"Gaia." Gemette.
Continuò a penetrarti ad un ritmo incessante, andando di tanto in tanto più a fondo, e colpendo parti di te che, se foste stati in un luogo privato, ti avrebbero fatta urlare di piacere.
Ti spostò la gamba leggermente più in alto, colpendo un angolo diverso e un po' più a fondo.
Bastarono pochi colpi in quella posizione, che veniste entrambi con un gemito soffocato.
Riprendeste il respiro, e lui uscì la te, prendendo un fazzoletto e ripulendoti da vostri liquidi e rimettendoselo in tasca, facendoti l'occhiolino.
"Ti amo Gaia." ti sussurrò all'orecchio.
"Ti amo. Mio Re senza corona."

A/N
Spero ti piaccia. 😘 😉

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