9) EDMUND PEVENSIE - Non posso credere di non essermene accorto prima!

747 31 8
                                    

A/N

Non mi ricordo molto bene la storia perché è passato un po' da quando l'ho letta/vista, spero possiate perdonarmi.

Richiesto da @Auri_ama_i_libri_

Seguivi i cinque ragazzi lungo le strette gallerie di quel posto a te sconosciuto e che - a quanto pareva - era sicuro. Davanti a te i quattro fratelli avanzavano senza paura, lungo la serie di intricati tunnel. Ad un certo punto, la galleria sboccò in una stanza relativamente ampia, che pareva scavata nella pietra, come del resto ognuno di quei cunicoli che avevate attraversato per arrivarci: quel posto sembrava essere stato forgiato direttamente nelle fondamenta di una montagna. Effettivamente, per quanto ne sapevi, poteva anche essere così.

Senza alcun apparente motivo, ti eri trovata qualche giorno prima a vagare per un bosco a te sconosciuto, in cui ti eri svegliata senza alcun ricordo, e in cui avevi incontrato i quattro fratelli e Caspian, oltre ad un centinaio di strane creature a cui la tua mente collegava la parola 'mitologia'.

Da quel momento, avevi viaggiato insieme a loro, che ti avevano spiegato per sommi capi la situazione attuale e ti avevano fatto domande, a cui tu non avevi saputo dare alcuna risposta. Per quanto possibile in così poco tempo, ti eri legata molto ai cinque, ma soprattutto ad un certo ragazzo dai capelli corti e corvini, estremamente intelligente e coraggioso. Avevate giocato a scacchi - e nemmeno tu ti spiegavi come fosse possibile che conoscessi quel gioco - la sera, quando il gruppo si accampava, avevate viaggiato fianco a fianco e ti aveva insegnato un po' a tirare di spada.

Ti guardasti intorno, ma tutto quello che vedevi era pietra, e una lastra di quello che pareva essere vetro (?? scusate, non mi ricordo molto bene i dettagli, è un pezzo che non vedo il film, sorvolate su questo passaggio vi prego ahah) che immediatamente ti trasmise un gelo che attraversò la tua spina dorsale, e diffidenza. Era posta dietro ad una specie di altare in pietra spezzato, che tutti osservavano con stupore e ammirazione.

Ti domandasti cosa fosse e, come se ti avesse letto nel pensiero, Edmund si voltò verso di te, spiegandoti la storia di quel manufatto, che spiegò il senso di potere che aleggiava in quella stanza.

Erano passate diverse ore ormai, e l'esercito di Telmar era alle porte del vostro rifugio. In molti eravate radunati in quella stanza, pensando a cosa fare, a quale tattica adottare, quando infine Peter decise di sfidare il sovrano ad un duello formale.

"Non mi sembra una grande idea..." borbottasti sottovoce, ma a quanto pare non abbastanza per non essere udita dal diretto interessato.

"E perché mai non lo sarebbe? Non ti fidi forse delle mie capacità?"si voltò verso di te, la voce piena di astio. Sapevi che Peter non era cattivo, era soltanto permaloso, ancora di più da quando, secoli prima - a quanto ti avevano detto - era diventato Re di Narnia.

"Non è quello - non fraintendermi, credo che tu sia un abile guerriero-  ma non conosci nulla dell'uomo che vuoi sfidare, per quanto ne sappiamo potrebbe anche essere un farabutto e giocare sporco." alzasti le spalle, esprimendo il tuo pensiero con la massima tranquillità.

"Hai ragione, ma devo comunque assumermi questo rischio. È l'unica soluzione possibile. Edmund andrà a parlamentare."

Volevi controbattere, ma appena apristi la bocca, Peter non te ne diede il tempo.

"La decisione è presa." e uscì dalla stanza.

Bussasti alla porta di Edmund timidamente, e la apristi quando lui ti invitò ad entrare. Indossava l'armatura, che sembrava calzargli a pennello, facendolo sembrare uno di quegli eroi nelle leggende, una di quelle persone che compiono grandi gesta. Faticavi a coniugare l'uomo che avevi davanti, che sembrava così altezzoso e sicuro di sé, con il ragazzo con cui scambiavi battute durante le partite di scacchi. Era completamente diverso, aveva un'aria... regale.

E in quel momento qualcosa dentro di te scattò. Capisti che non volevi in alcun modo che gli venisse fatto del male, che rischiasse la vita. Capisti che, in fondo al cuore, per tutto quel tempo, avevi segregato un sentimento che andava aldilà dell'amicizia.

"St-stai molto bene così. Sembri più grande." balbettasti un po', improvvisamente insicura.

Lui si mise a ridacchiare. "Forse è l'armatura, si dice che faccia sembrare tutti più forti di quanto non siano."

"Beh, non è il tuo caso. Tu sei forte, non hai bisogno di sembrarlo."

"Non diresti così se conoscessi il mio passato." si rabbuiò per un momento.

"Già il fatto che tu riconosca di aver commesso un errore, e sia qui a parlarne con pentimento, dimostra che ho ragione. Ma ti prego, stai attento." nel frattempo ti eri avvicinata a lui, e ora avevi le mani sulle sue spalle, coperte dal freddo metallo.

"Non essere preoccupata per me, vedrai, tornerò prima che tu possa renderti conto che sono uscito." prese le tue mani fra le sue.

"Ehi piccioncini, smettetela di tubare. Ed, è ora." disse Susan dalla porta, improvvisamente sbucata da non si sa dove.

Edmund annuì e si diresse verso la porta, fece per dire qualcosa alla sorella, ma poi si voltò. Tu non dicesti nulla, eri troppo occupata a tenere a freno l'imbarazzo che quella frase ti aveva provocato, ti sentivi le guance in fiamme e sapevi che non potevi farci nulla.

Quando Edmund ti vide in quello stato, qualcosa dietro al suo sguardo scattò, come se avesse finalmente risolto un puzzle.

Superò a grandi passi la distanza che vi separava, ti mise due dita sotto il mento e sollevò il tuo volto. Poi ti baciò. Fu un bacio veloce, ma allo stesso tempo passionale. Troppo breve per i tuoi gusti.

"Appena torno, parliamo di questa cosa. Non posso credere di non essermene accorto prima! Tu non ti muovere da qui. E non stare in pena per me, tornerò sano e salvo."

E ti baciò di nuovo.

| FANDOM IMAGINES |Où les histoires vivent. Découvrez maintenant