Richiesto da pseudonimio
La giornata a scuola è stata estremamente lunga, sta piovendo come se dovesse venire giù il diluvio universale, e come se non bastasse, mi tocca anche guidare sotto questa cascata continua, e attraversare la foresta. Che gioia.
Salgo in macchina e metto in moto, sorpasso la marea di studenti che corre fino al bus per non prendere troppa pioggia – cosa inutile, perché una volta arrivati stanno già grondando.
Uscita dal parcheggio, imbocco la strada di casa.
Le gocce cadono continuamente sul parabrezza, ad un ritmo talmente serrato che neanche i tergicristalli riescono a fare in modo che io ci veda qualcosa.
È per questo che rischio quasi di investire una figura completamente nera, che potrebbe essere un uomo come un orso, per quanto è alta. Mentre gli passo di fianco, però, rallentando vedo che è un uomo, e poco più avanti mi fermo. Aspetto che mi raggiunga e tiro giù un po' il finestrino. Lui però sembra neanche avermi notata, e continua a camminare sotto lo scroscio della pioggia.
Lo seguo, andando con la macchina a passo d'uomo, e gli chiedo: "Vuoi un passaggio? Non è un problema, tanto mi è di strada."
Lui volta lo sguardo verso di me, e per un momento sembra che abbia gli occhi rossi, tanto che incasino i pedali e mi si spegne la macchina. Un battito di ciglia, e sono neri: probabilmente ho sforzato troppo gli occhi cercando di guardare attraverso la pioggia.
"Ti ho chiesto se vuoi un passaggio!" rimetto in moto la macchina, e ricomincio a seguirlo.
"Ed è evidente che io non ti ho risposto. Va' a casa." È piuttosto scontroso.
"Non posso lasciarti a piedi su questa strada, da solo, e con questo tempo. Andiamo, sali in macchina."
"Va' a casa." Ripete.
"Non vado finché non sali in macchina, quindi sprecherò benzina e ci ritroveremo a piedi entrambi, con nessuna speranza che io arrivi a casa prima di domattina. E farò in modo che tu mi abbia sulla coscienza. Quindi, a ben vedere, ti conviene salire in macchina. Per non parlare che smetteresti in infradiciarti."
"Se salgo, ti bagno la macchina." Continua a camminare, non guardandomi nemmeno.
"Troppo tardi, l'ho già bagnata io. Avanti, sali."
Lui si ferma e io anche.
Mi guarda. "Se salgo, non aspettarti di fare conversazione. E vai direttamente a casa tua, poi io me ne vado da lì. E se smette di piovere, scendo. Chiaro?"
Un po' assurda come richiesta, e anche un po' inquietante. Cerco di non pensarci, ricordandomi che all'inizio non aveva nessuna intenzione di salire in macchina...
"Cristallino."
Come promesso, il viaggio fino a casa è silenzioso, l'unico rumore è soltanto quello dei tergicristalli.
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Short Storyheilà, ho deciso di provare a cimentarmi in questa avventura, visto che con le storie lunghe non riesco a mantenere il passo (ops, scusate a proposito :) ). Vi pregherei di mandarmi richieste, se ne avete, anche perché le prime Imagines saranno inve...