Capitolo 11

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-Hai la mia stessa età?!- gli domandò Clarissa sorpresa dal fatto che il Serial Killer più temuto di Seul fosse un ragazzino poco più grande di lei, se non della stessa età. -Non abbiamo la stessa età- rispose Jungkook guardandola dritto negli occhi, -sono forse di un anno più grande- rispose lui guardandola e Clarissa rise. -Guarda che non cambia di molto- rispose lei cercando di alzarsi in piedi, ma la ferita cominciò a farle troppo male per potersi muovere anche solo di un altro passo. -Vuoi che ti tagli la lingua sul serio ragazzina?- le domandò Jungkook e alle sue parole Clary fece un passo indietro spaventata sentendo una fitta all'addome, che la fece piegare in due dal dolore. Quando la vide in quelle condizioni Jungkook fece un passo verso di lei, ma successivamente ne fece due indietro non riuscendo a capire per quale motivo si fosse preoccupato tanto per una ragazzina che doveva semplicemente finire. -Fa male ricucire i punti?- gli domandò la ragazza e Jungkook mostrò un ghigno divertito, -dipende se quello che ti mette i punti e bravo a farlo oppure no- rispose il ragazzo guardandola. -Odio gli aghi- rispose Clarissa e lui alzò gli occhi al cielo, indifferente al racconto della storia della sua vita. -Non mi interessa che cosa odi- rispose lui e Clarissa lo fulminò con lo sguardo, -se vuoi una notizia flash dell'ultimo minuto odio anche te- rispose la ragazza irritata dal suo comportamento. Jungkook, però, non la stava ascoltando, continuava a calcolare la distanza che li separava continuando a pensare a quanto tempo ci avrebbe impiegato a raggiungerla senza che cominciasse a dimenarsi troppo. Sorrise furbo e successivamente corse verso di lei afferrandole entrambe le braccia, mentre Clarissa cercava ancora di capire quello che stesse succedendo. La sollevò di poco da terra, cercando di non procurarle alcun dolore e di non riaprire nessuna delle ferite, successivamente la stese sul letto, sedendosi sul suo ventre, mentre con una mano le teneva ferme entrambe le braccia. -Vedi di stare ferma- le ordinò Jungkook mentre si toglieva la cintura dai pantaloni per legarle entrambi i polsi insieme. -Queste sono molestie- gli fece notare Clarissa guardandolo e alle sue parole Jungkook rise, -se avessi voluto lo avrei già fatto, ma fidati mia cara non sei il mio tipo- le rispose il ragazzo per poi guardare la fasciatura sull'addome e prendere l'ago che aveva lasciato sul comodino accanto al letto. -Ora cerca di stare ferma se non vuoi che ti cucio stomaco e reni insieme- la avvertì il giovane e alle sue parole Clary si pietrificò, guardando con attenzione le lunghe dita del ragazzo che con molta precisione cercavano di ricucire la ferita che si era riaperta. I suoi occhi osservarono con attenzione ogni movimento preciso del ragazzo. Le sue mani che lavoravano con grande attenzione, i suoi occhi concentrati sul lavoro, le sue mani grandi e quasi perfette che muovevano l'ago sulla sua pelle pizzicandola, i suoi capelli corvini che gli ricadevano sulla fronte e il suo viso con i lineamenti perfetti simili a quelli di una scultura italiana. Continuò a guardarlo con attenzione, fino a quando non terminò il suo lavoro spostandosi dal suo corpo e slegandole i polsi dalla cintura che aveva utilizzato per tenerle ferme le mani. -La prossima volta ti lego al letto e ti chiudo la bocca con un tovagliolo se non stai zitta- la avvertì Jungkook e alle sue parole Clary inarcò un sopracciglio sorpresa, -non so da quanto tu non esca, ma da dove vengo io quello che fai si chiama sadomaso e ci sono molti libri che trattano l'argomento, tipo Christian Gray e tutta quella roba- gli disse la ragazza e lui corrugò la fronte. -Guarda che so di che cosa stai parlando e per la cronaca come ti ho già detto prima, non sei il mio tipo dolcezza- rispose Jungkook per poi uscire dalla stanza e lasciarla nuovamente sola.

Gli agenti di polizia terminarono di interrogare i genitori di Clarissa e successivamente andarono a porre qualche domanda al suo insegnante di pianoforte, che era venuto come ogni giorno per fare lezione con lei, ma la giovane Clarissa purtroppo non c'era. Namjoon era venuto per vedere come stesse Taehyung, che ancora sconvolto sedeva in un angolo della stanza, mentre i suoi genitori tornavano a leggere il giornale come ogni mattina. -Come potete non fare nulla?- domandò Taehyung alzandosi di scatto in piedi, mentre Namjoon si voltava a guardarlo sorpreso. -Tornate a leggere il vostro giornale come se nulla fosse successo, senza rendervi conto che vostra figlia, ovvero mia sorella, è nelle mani di un Serial Killer! Voi state lì seduti come se non fosse successo nulla di grave!- gli urlò contro il ragazzo disperato. -Che cosa dovremmo fare Taheyung?- gli domandò sua madre mostrandosi comprensiva nei confronti del figlio, cosa che non era mai accaduta con Clarissa. -Dovreste mostrarvi almeno un po' preoccupati invece di fare finta di nulla, come se non fosse mai successo nulla! Anche Clarissa è vostra figlia! Che voi lo vogliate o no è così e vi dovreste preoccupare per lei come farebbe qualsiasi genitore normale!- continuò lui, mentre Namjoon si alzava in piedi per appoggiargli una mano sulla spalla per cercare di consolarlo. -Taehyung non ti permetto di parlarci in questo modo- lo ammonì suo padre e Taehyung scoppiò in una risata amara, -non mi permetti?! Non mi interessa che cosa mi permetti o meno, io difenderò mia sorella e mi preoccuperò per lei fino alla fine, fino a quando non riuscirò a ritrovarla. L'unica cosa che avete sempre saputo fare è essere stati indifferenti nei suoi confronti, capisco perché mia sorella abbia chiesto a quel Serial Killer di morire, anche io preferirei morire piuttosto che stare con due persone come voi!- gli urlò nuovamente contro Taehyung per poi uscire dalla stanza distrutto sia fisicamente che mentalmente. Sua sorella era stata rapita e nessuno sapeva come andarla a cercare, perfino le forze dell'ordine temevano questo spietato Serial Killer e lui non sapeva nemmeno che cosa fare. Chiuse gli occhi cercando di ricordare il viso sorridente di sua sorella mentre suonava il piano e cercò di calmarsi con quel ricordo impresso nella sua mente. -Andrà tutto bene- cercò di convincersi, -la troveremo- disse in seguito cercando di non perdere la speranza.

Blood, Sweat and Tearsحيث تعيش القصص. اكتشف الآن