Capitolo 25

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-Ho lezione di pianoforte questo pomeriggio- rispose Clarissa guardando Namjoon accanto a lei, -volevo presentarti il nuovo gruppo che sta per debuttare- disse il ragazzo cercando di convincerla, ma a Clary non era permesso saltare nemmeno una lezione di pianoforte. -Ti prego- la pregò il ragazzo, ma lei dovette declinare l'invito del suo migliore amico. -Perché non ci porti Jimin? Almeno vede un po' come funziona il mondo della musica- disse in seguito la ragazza voltandosi a guardare Jimin, che alle sue parole cominciò a ridere nervosamente. -Non credo che Namjoon sia disposto a portarmi con lui- rispose il ragazzo in evidente imbarazzo, -Namjoon non è Hoseok, lui ti porta volentieri, devi solo fargli compagnia- disse Clarissa e Namjoon accanto a lei annuì con un cenno del capo. -Se non è di troppo disturbo- disse infine Jimin, mentre sulle labbra di Namjoon compariva un raggiante sorriso, -ben fatto ragazzo- disse lui appoggiandogli una mano sulla spalla. -Bene allora posso andarmene tranquilla- rispose Clarissa uscendo finalmente dall'edificio scolastico e notando con la coda dell'occhio il suo autista che la stava aspettando. Da quando era stata rapita i suoi genitori le aveva cambiato autista e adesso aveva un uomo che non tardava mai nemmeno di un secondo, non le permetteva nemmeno di saltare qualche lezione che le veniva imposta, era troppo rigido e seguiva troppo gli ordini della sua famiglia, questo la infastidiva. Quando il suo sguardo, però, si spostò di qualche centimetro, lo vide. I suoi pantaloni neri strappati, la sua solita maglietta bianco latte che amava macchiare di un rosso intenso, i suoi capelli corvini che nascondevano uno sguardo intenso come la stessa notte. La guardava dall'altra parte della strada serio, senza nessuna espressione apparente sul volto. Uno sguardo che non trasmetteva alcuna emozione, ma che spaventava, come se stesse scegliendo accuratamente la sua prossima vittima. Che cosa voleva ancora da lei? L'aveva cacciata, perché continuava a cercarla? I suoi occhi rimasero incatenati a quelli del ragazzo fino a quando Jimin non le mise una mano sulla spalla, -credo che il tuo autista sia impaziente- le fece notare il ragazzo e Clarissa fu costretta a spostare lo sguardo sull'uomo che si stava sistemando nervosamente la sua giacca della divisa da lavoro. -Non mi piace- rispose Namjoon fulminandolo con lo sguardo, ma Clary era già tornata a guardare Jungkook dall'altra parte della strada. Il ragazzo che si dimostrava un duro alla fine non lo era realmente; pensò tra sé e sé Clary. Gli sorrise dolcemente e lo salutò con un cenno del capo, per poi avvicinarsi alla berlina nera che l'avrebbe riaccompagnata a casa. Quando sentì la portiera chiudersi il suo sguardo tornò sul ragazzo, ma lui non c'era più. Era sparito nell'ombra come aveva sempre fatto. -Siamo in ritardo sulla tabella di marcia- le fece notare il suo autista e alle sue parole Clarissa mostrò un ghigno divertito, -non mi importa- rispose lei scocciata, come se non le importasse realmente il parere del suo autista. Tirò fuori dalla borsa un quadernino ed una penna e tornò a scrivere al testo della canzone al quale stava lavorando. Le parole le uscivano come fiumi dalla penna e viaggiavano sulla melodia che le suonava costantemente nella testa. Yoongi non l'aveva ancora letta, aspettava di averla terminata prima di mostrargliela. Stava mettendo qualcosa di speciale in quella canzone, qualcosa che non aveva ancora provato. Il suo cuore si stava aprendo e sentiva che doveva raccontare quello che stava vivendo, la tempesta di emozioni che la stava devastando da quando era andata via da quella casa, da quando lui le aveva detto di tornare a casa. Doveva raccontare che cosa il suo cuore stesse cercando di gridarle a gran voce, aveva bisogno di far sentire quello che aveva bisogno di gridare con forza. Lasciò che l'inchiostro della penna macchiasse quel quaderno con i sentimenti che nascondeva e lasciò che tutto si trasformasse in un testo di una canzone. Lasciò che la sua mente per una volta si distaccasse, che smettesse di pensare realmente a che cosa dovesse scrivere e che lasciasse parlare il cuore. 
-Siamo arrivati- le disse l'autista dopo averle aperto la portiera della macchina e Clary sistemò il piccolo quaderno all'interno della borsa, per poi scendere dall'auto. Percorse il grande giardino della villa ed entrò all'interno dell'abitazione; non appena entrò le sue domestiche la salutarono con educato inchino e la aiutarono a togliersi la giacca della divisa. Aspettó che il piccolo Devil venisse ad accoglierla e successivamente appoggiò la borsa per prenderlo in braccio. Il cucciolo cominciò ad abbagliare felice che la sua padrona fosse tornata a casa e la ragazza continuò a dargli tenere carezze sulla nuca. -Sei in ritardo di un minuto- le fece notare una voce femminile fredda e glaciale, -credo che non sia colpa mia- rispose la ragazza non voltandosi nemmeno per guardare in faccia la madre. -Un minuto è prezioso per i musicisti- la ammonì la donna, ma a Clarissa non importava e continuò ad accarezzare il cucciolo che stringeva dolcemente tra le braccia. -Cominciamo la lezione?- le domandò Yoongi fermandosi accanto a lei e Clary annuì con un cenno del capo, per poi far appoggiare il cagnolino a terra e seguire il suo insegnante di piano nel salotto. -Hai lavorato alla canzone?- le domandò in seguito lui, mentre Clarissa continuava ad ignorare completamente sua madre. -Sì, ho la bozza di un testo, anzi credo sia già definitiva- rispose la ragazza sedendosi davanti al piano, mentre Yoongi si sedeva accanto a lei. -Posso vederla?- le domandò il ragazzo e lei annuì con un cenno del capo, per poi sporgersi in avanti e prendere dalla borsa il quaderno dove aveva scritto il testo. Lo passò a Yoongi, che cominciò a leggerlo silenziosamente, mentre l'ansia cominciava a divorarla. Le aveva sempre detto molto chiaramente quando una melodia che aveva composto non gli piaceva, quindi era spaventata dal fatto che avrebbe potuto dirgli che quel testo non andasse bene per la base musicale che aveva composto. Fece lunghi respiri lenti e regolari, fino a quando Yoongi non appoggiò il quaderno sul leggio voltandosi a guardarla con un dolce sorriso sulle labbra; -ora voglio sentirti cantare- le disse il ragazzo e alle sue parole Clary mise le mani sui tasti dello strumento cominciando a suonare.

Blood, Sweat and TearsWhere stories live. Discover now