Finalmente pronta

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                       Capitolo 18

La mattina credo che arrivi Cassie per truccarmi e "fare cose da ragazze", ma quando apro gli occhi le uniche persone che vedo sono Axel, Flevia, Jelly e Selia. Il primo cerca di svegliarmi completamente,  mentre le altre saltellano intorno al letto, emettendo squittii fastidiosi:- Oggi ci saranno le interviste!- -Oh Rue, sarai IN-CAN-TE-VO-LE!- Dice Jelly agitando le mani velocemente. -Caesar quest'anno indosserà capelli e trucco azzurro polvere! Sapevate che ultimamente va molto di moda? Prendi nota Rue, Axel potrebbe farti indossare qualcosa di quel colore, tanto per far capire a tutta Panem quanto adori Caesar! Tutti a Capitol City sfoggiano questo colore!- -Ma certo! Non avete visto il mio smalto, le mie scarpe tacco quindici? Tutto azzurro polvere!- -Tesoro, sei favolosa! Caspita, Caesar riesce sempre ad anticiparci tutti quando si tratta di moda! -

Caesar? Ah sì,  Caesar Flickerman. Sono abbastanza sveglia da ricordarmi chi sia: è il presentatore del reality, è l'uomo che conduce il reality da moltissimo tempo. Mamma, che ha quasi quarant'anni, ha detto che Caesar presenta le interviste ancor prima della sua nascita, quindi da più di quarant'anni. Quanti anni avrà? 60? 70? Ne dimostra molto meno, davvero. Decido di non pensare più alla strana giovinezza e vecchiaia allo stesso tempo di Caesar, ma all'intervista di questa sera. Rido pensando che l'anno scorso aveva usato come colore per i capelli e il trucco il rosso cremisi, quando sembrava che sanguinasse: ricordo ancora le facce divertite di Jodie e Shane che credevano fosse uno spaventapasseri ricoperto da pomodoro, oppure quella spaventata di Luke, che credeva che Caesar sanguinasse per davvero.

Appena decido di alzarmi dal letto Axel e le altre vanno via, per sistemarmi.

Mi levo il pigiama, faccio una doccia veloce, e comincio a giocherellare con una ciocca di capelli: la arriccio con le dita, creo nodi, li sciolgo, ne creo altri, finché non ritorna il mio staff di preparatori, che mi rende più bella fino al tardo pomeriggio: le tre ragazze rendono la mia pelle luminosa, dipingono sulle mie unghie paesaggi con fiori e foreste, disegnano piccoli fiori sui miei polsi e sulle mani, mi aggiustano i capelli con due fiocchi azzurri e mi applicano un leggero trucco dorato sulle guance e un lucidalabbra incolore. Non posso ancora vedere il mio vestito, ma credo che più o meno sembrerò un fiore gigante, o qualcosa del genere. Però, penso, anche se dovrò sembrare un fiore gigante, Axel mi trasformerà in un fiore comunque gigante, ma in un fiore gigante bellissimo! È questa una cosa che adoro del mio stilista: riesce a far sembrare qualsiasi cosa magnifica, o almeno carina, quindi ho molta fiducia in lui. Appena torna, mi accorgo con sorpresa mista a curiosità che tiene in mano il mio vestito, ovviamente coperto da un velo nero, per non poterlo vedere subito.

-Chiudi gli occhi, Rue- mi ordina Axel. Sento il tessuto che quasi scivola a contatto con la pelle... Secondo il mio sesto senso, credo che sia abbastanza rigonfio, e credo che sia abbastanza leggero. Mi reggo con la prima mano che trovo (una mano con dita molto sottili e cosparsa in alcuni punti da quelle che credo siano piccole pietruzze) e qualcuno mi aiuta ad indossare le scarpe, non molto alte e comode.

-Dai Rue! Apri gli occhi, sei così... Splendida!- trilla Selia.

Con un po' di paura, lentamente, apro gli occhi.

Davanti a me c'è uno specchio, perfettamente normale. È la persona inquadrata lì dentro che è sorprendente. Avevo ragione, Axel (e anche le ragazze, lo ammetto) hanno fatto un ottimo, anzi un eccellente lavoro: ho la pelle luminosa, che sembra gridare: Guardatemi! , un vestito azzurro con dei brillantini che splendono ad ogni movimento. È lungo fino alle ginocchia, credo di seta, sottile e leggero, dotato di ali, e con una fascia sulla vita, arricchita da una peonia rosa di un tessuto strano, di cui non sospettavo minimamente l'esistenza. Ma in fondo, cosa non esiste, qui a Capitol City? I disegni sui polsi e sulle mani non si vedono molto, ma sono, come per dire, la 'ciliegina sulla torta'.

Sembro innocente, solo una piccola ragazzina di 12 anni, debole ma non tanto, come sarò durante l'intervista.

Non sono bella, figuriamoci se sono attraente. Eppure, sono luminosa come un angelo. Un angelo dei fiori, per l'esattezza.

-Axel... Non ho parole. Grazie mille, davvero. È uno degli abiti più belli che io abbia mai visto qui a Capitol City. - Dico, commossa. Ci abbracciamo, e i presenti fanno un piccolo applauso.

Dopo qualche minuto, purtroppo arriva il momento di andare.

Sono pronta. Sono splendida. So come parlare. So come comportarmi. Caesar mi aiuterà: se diventerò nervosa, mi farà splendere più di una stella, o almeno credo.

Sono pronta per l'intervista.

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NOTA DELL' AUTRICE:

Inanzitutto, bentornata a me! *si fa un piccolo applauso* e scusate se il capitolo è corto... Grazie a tutti quelli che mi hanno sostenuta a continuare, davvero, senza di voi non avrei mai potuto continuare questa splendida avventura :') Spero di non avervi deluso con questo "ritorno", fatemelo sapere nei commenti! E se direte "questo capitolo è noioso" cercherò di migliorare e migliorare, sperando che il prossimo capitolo vi piaccia di più♥.Insomma, commentate per farmi sapere che ne pensate, e possa la buona sorte essere sempre a vostro favore!

Tanti saluti da FinnoFaigo.

Gli Hunger Games visti da RueDove le storie prendono vita. Scoprilo ora