L'intervista

2K 110 15
                                    

                      Capitolo 19

Andiamo verso l'ascensore, dove incontriamo Kellia, Thresh e il suo staff di preparatori, per certi versi addirittura più strano del mio: occhi da gatto, pelli decorate con tatuaggi strani... Aspetta, quello è un tatuaggio o un fiore vero? Non... Oh-oh, l'ascensore si apre. Ci sediamo in un ampio semicerchio per tutta la durata dell' intervista. Per fortuna, sono una delle ultime persone a parlare, dato che si va in ordine per i distretti, e il tributo femmina precede sempre quello maschio. Quanto sono felice, non dovrò parlare per prima!

Mi guardo intorno: l'Anfiteatro cittadino è luminoso come il sole, gli Strateghi si trovano su un balcone alla mia destra, mentre alle prime file si trovano gli stilisti. Cerco con lo sguardo Axel, per un sostegno morale. Dov'è? Sento la tensione che si accumula nonostante la mia sicurezza di non più di 10 minuti fa, e il non trovare il mio stilista la fa aumentare ancora di più... Eccolo! Lo guardo con fare triste e ansioso, ma lui mi rassicura con un cenno della testa, come per dirmi che andrà tutto bene. Lo spero, penso. Lo spero davvero, Axel. Ed ecco che arriva il vecchio giovane, Caesar Flickerman! Come mi avevano avvertito le ragazze del mio staff, sta davvero indossando una parrucca azzurro polvere, abbinata ad un abito da cerimonia blu scuro, nel quale ci sono centinaia di lucine elettriche che brillano, brillano come quelle stelle che non riuscivo a vedere durante il mio incontro con Cassie. Racconta qualche barzelletta per gli spettatori (che sinceramente non fanno neanche ridere, dato che domani 23 ragazzi saranno condannati a morte), e comincia a intervistare i vari tributi, di cui pochi mi rimangono impressi nella mente. Per il Distretto 1 vedo di nuovo quella ragazza, Glimmer, che sorride a tutti e mostra orgogliosa il suo abito da sera dorato semitrasparente. Il suo mentore deve aver saputo immediatamente che ruolo doveva assumere: capelli biondi, lunghi e fluenti. Occhi verde smeraldo, di quelli che stendono i ragazzi al primo sguardo. Tutto il suo corpo sembra gridare quanto sia sensuale.

Ridacchia come una sciocca e va al suo posto... Marvel, il ragazzo dello stesso Distretto, non è così bello, anzi: di bello potrà avere quegli occhi verde prato, o quei capelli corti castani, ma niente di più; l'unica sua caratteristica è quella di dire battute. Almeno le sue  sono migliori di quelle di Caesar. Come avevo già intuito, i tributi del 2, Cato e Clove, sembrano degli assassini veri e propri; quelli del 3 non li noto neanche, e neanche la ragazza del 4, solo il ragazzino di quel Distretto: ha più o meno la mia età, ha capelli rossi riccissimi e, in quanto a carattere, è identico a mio fratello Luke. Quanto mi mancano i momenti in cui si nascondeva dietro la mamma quando sentiva dei rumori, oppure quando correva nel mio letto la notte perché aveva paura dei temporali. Piccole cose, che si accumulano nella mia mente, si fondono con l'ansia, la tensione, il nervosismo, e mi fanno quasi piangere. Stringo il vestito con forza, e quando tolgo le mani vedo che sono riuscita a piegarlo, nonostante il duro lavoro di Axel.

Luke, Rydia, la mamma e gli altri... Mi mancano da morire. Riesco ancora a vedere quando a cena volevamo bere solo del tè con dei biscotti, oppure quando la domenica cantavamo, correvamo... Ho davvero paura di morire, un po' perché non voglio abbandonare tutto e tutti, un po' perché non so cosa mi aspetterebbe dall'altra parte: la nonna, morta qualche anno fa per un'ingiustizia? Il buio totale? O addirittura, Capitol City ha fatto in modo che quando i tributi muoiono nell'arena riescano a vedere solo l'orrore dei giochi futuri? Non esisterebbe cosa peggiore. Pensare e riuscire a ricordare per l'eternità solo questi stupidi giochi.

Guardo chi viene intervistato in questo preciso momento, e sento che il mio cuore salta almeno un battito.

Caesar sta già intervistando il ragazzo storpio del 10, questo significa che io sono la prossima. Faccio un respiro profondo, aspetto il tempo rimanente. Ogni intervista dura tre minuti, le mie riflessioni saranno durate sicuramente almeno un minuto, quindi mi resta un minuto e qualcosa per restare calma.

Inspiro, espiro, penso all'effetto calmante di alcune piante, ad esempio la camom... Biiiiip!

No, no, no, no. È il segnale acustico che determina la fine di ogni intervista. Quindi adesso tocca a me.

Mi alzo tremante, cerco di camminare come Cassie mi ha consigliato, e cammino con passo elegante verso Caesar. All'improvviso tutti sono in silenzio, potrei addirittura sentire il mio cuore che batte all'impazzata, se lo volessi. -Buonasera, Rue!- Comincia Caesar. -Congratulazioni per il sette in addestramento, sei stata fantastica! Non è così, gente?- Dice, mentre le sue parole vengono offuscate dall'applauso per il mio sette. -Grazie, Caesar- dico cercando di sembrare tranquilla, ma riesco a sentire la paura nella mia voce. -Dunque- continua lui -Rue, hai dodici anni, e devi combattere contro 23 persone più grandi di te. Eppure, hai ottenuto quel magnifico sette, voto che buona metà dei tributi non è riuscito a prendere. Qual è la tua arma segreta? Quale sarà il tuo punto di forza nell'arena?- Non ho dubbi. -Beh, Caesar, prendermi è molto difficile. E se non mi prendono, non mi uccidono. Quindi non datemi per spacciata-. -Tranquilla Rue, non lo farei neppure in un milione di anni!- Dice in tono di incoraggiamento. Sento che sta per fare un'altra domanda, ma per fortuna scatta il segnale acustico. Ci stringiamo forte, e io vado a sedermi accanto al ragazzo storpio del Distretto 10, mentre il pubblico applaude e si congratula con Axel per il mio vestito. Lo guardo, per sapere in qualche modo com'è andata, e lui mi  sorride e alza un pollice in su, come se volesse dirmi che ho degli sponsor assicurati. E sponsor assicurati, significa cibo e medicine nell'arena. E queste ultime, se va tutto bene, mi daranno la sopravvivenza, il poter riabbracciare la mia famiglia, niente più povertà. Devo provarci. Per loro.

Adesso è il turno di Thresh, che decide di non parlare: Caesar lo stuzzica un po', fa qualche battuta, delle domande, ma le uniche cose che Thresh dice sono monosillabi. Sinceramente non so se lo faccia perché è arrabbiato come me con questi giochi, oppure perché vuole più sponsor possibili. Probabilmente la seconda, scommetto che almeno metà dell'anfiteatro vorrebbe sponsorizzarlo, aiutarlo a vincere i giochi. E se alla fine dovessimo rimanere solo io e lui? Non voglio pensarci, ma se accadesse? Non lo so. Eccolo che viene qui a sedersi, e dopo avermi rivolto uno sguardo compassionevole, rivolge a tutti gli abitanti di Capitol City uno sguardo truce.

Mi chiedo se quando morirò per mano di qualcun altro, se dovesse succedere, lui mi guarderà, senza fare niente, oppure mi salverà.

÷·÷·÷·÷·÷·÷·÷·÷·÷·÷·÷·÷·÷·÷·÷·÷·÷·÷·

SPAZIO DELL' AUTRICE:

Salve! Scusate la tristezza di questa parte, ma sta per partecipare ai giochi ;-; Anyway, vi è piaciuto? Devo cambiare qualcosa? (A parte il cognome di Thresh, quello lo devo ancora mettere) ma per il resto? Su commentate, e spero vivamente che vi sia piaciuto il capitolo!

Tanti saluti dalla vostra FinnoFaigo ;)

Gli Hunger Games visti da RueOnde histórias criam vida. Descubra agora