𝚅𝙸𝙸

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Yoongi si accasciò a terra, respirando affannosamente e con le goccioline di sudore che gli scendevano dalla fronte.
Non era l'unico ad esser finito per terra, Namjoon ed Hoseok lo avevano preceduto.

Era stanco morto, e dopo cinque ore di prove ed allenamento senza sosta (cosa mai fatta prima d'ora) poteva permettersi di dire che voleva fare il suo pisolino pomeridiano sul suo comodo materasso.

L'unico che apparentemente aveva ancora le forze e non si era dato per vinto nell'esercitarsi era Jimin, che ancora stava provando i passi davanti allo specchio della sala.

Persino il maknae ci aveva rinunciato, e tutto insieme avevano capito che quel giorno non sarebbero riusciti a fare meglio.

Ma il ragazzo con i capelli arancioni continuava a muoversi, memorizzare e ripetere i passi appresi poco prima.

«per oggi basta» parlò Namjoon al suo fianco «giornata libera, riprendiamo domani» aggiunse prima di trascinarsi fuori dalla stanza seguito da altri quattro ragazzi ansimanti.

Yoongi si alzò per recuperare la sua bottiglietta d'acqua che aveva precedentemente posato sulla panca contro la parete difronte allo specchio.
Si rese conto del ragazzo che stava ancora ballando e si fermò un attimo ad osservarlo.
Indossava dei jeans neri strappati sulle ginocchia e una maglia del medesimo colore a maniche corte.

"Si beccherà un raffreddore" pensò il più grande analizzando ancora una volta il suo abbigliamento.

Jimin smise di provare tutto d'un tratto, rivolse uno sguardo alla sua immagine riflessa e si lasciò cadere sul pavimento.

Un enorme tonfo riempì la stanza seguito da vari singhiozzi.
Yoongi senza pensarci due volte si avvicinò al più piccolo e si mise in ginocchio in modo da raggiungere la sua altezza.

Le sue piccole mani coprivano il suo volto, e il suo pianto era l'unica cosa che si poteva sentire nella sala.

La tristezza invase il cuore del più grande obbligandolo, ancora una volta (solo perché si trattava di Jimin), a farsi gli affari di qualcun altro.
«perché piangi?» chiese confuso «non riuscirò mai ad imparare» rispose l'altro continuando a singhiozzare.

Yoongi era a conoscenza della scarsa autostima dell'altro. Si sottovalutava continuamente, nonostante fosse perfetto così com'era, e tendeva a demoralizzarsi ad ogni minimo sbaglio che commetteva.

«non sono abbastanza bravo» continuò.
Il ragazzo dai capelli color menta prese le mani del più piccolo e gliele tolse da davanti al viso.
I suoi occhi erano diventati rossi, così come le sue guance, e le sue labbra tremavano.

Involontariamente lo abbracciò.
Non riusciva a contenersi quando si trattava di Jimin e mai ne sarebbe stato capace.

«va bene così come sei» disse semplicemente cercando di rassicurarlo e di farlo calmare.

𝐒𝐖𝐄𝐄𝐓𝐃𝐑𝐄𝐀𝐌 - 𝐏. 𝐉𝐦 + 𝐌. 𝐘𝐠Where stories live. Discover now