primer capítulo

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Sveglia suona,in piedi per un altro giorno di scuola.
Mi chiamo Vittoria;ho 19 anni e vado in quinta liceo linguistico.
Vado sempre in quinta perché sono bocciata,ovvio.
Non so se è stata una buona idea,però mi piace.
Sono stata bocciata per il comportamento,diciamo che sono una ragazza che non ha voglia di studiare.
Io ho in mente solo una cosa,il mio pensiero fisso è il calcio.
Abito in un minuscolo paese del centro della Toscana,con pochi abitanti,ma è quasi il centro del mondo.
Gioco a calcio da quando ho 6 anni,già a quell'età mi divertivo a correre dietro a un pallone con i miei cugini più grandi,ma loro non amavano tanto farmi giocare.
Dicevano che era un gioco da maschi.
Ma quando mai?
Poi a 12 la prima squadra di calcio femminile,dove non mi sono trovata poi così bene.
Perdevamo tutte le partite,il gruppo era diviso in due,alcune ragazze si credevano Messi O Ronaldo...però più Messi perché Ronaldo mi sta sulle palle.
Ecco,quella squadra ora non esiste più,sono rimaste molte poche le mie ex compagne,alcune sono andate a giocare nell'Empoli..giocare per modo di dire,mentre altre hanno smesso.
Non io,sarebbe stato troppo difficile smettere.
Io ho solo cambiato squadra,ma non città.
Questa è una squadra migliore,le perdiamo quasi tutte comunque,però siamo unite.
Siamo poche,agli allenamenti quasi sempre non arriviamo a 11,le ragazze non vengono o perché sono infortunate,o perché lavorano,o perché sono malate,o perché più semplicemente non hanno voglia.
C'è chi arriva più tardi per qualche strana ragione,però alcune ci sono sempre.
Io sono fra loro.
Non salto un allenamento e se lo faccio è perché sto veramente male fisicamente.
A volte non finisco neanche i compiti perché non ho tempo,anche se ci alleniamo alle 20.
Mi alzo dal letto stiracchiandomi e lanciò un occhiata ai poster appesi sui muri.
Il poster più grande di tutti è quello accanto al mio letto,è il poster di un giocatore,di uno che amo particolarmente,infatti è il mio idolo.
Capelli sudati gli ricadono sulla fronte,il petto tonico coperto dalla maglia,i fili d'erba lungo il braccio,gli occhi verdi ghiaccio,le orecchie rosse,la mano sotto il naso,con l'indice e il pollice aperti a formare la sua esultanza.
Avete capito di chi sto parlando?
Di Paulo.
Paulo Dybala.
È il mio idolo da solo due anni,e già non posso far a meno di lui.
Non sto neanche a descrivere il nostro legame,perché non basterebbe un secolo.
Il riassunto è un po il rapporto di una fan classica col suo idolo.
Ci sono diversi poster di lui,uno è anche sulla porta,mentre un altro è in compagnia di uno dei suoi compagni.
Gonzalo Higuain,il pipita come lo chiamiamo tutti.
Io mi limito a pipa,così come mio padre
Avete capito che squadra tifiamo?
Juventus,ovvio.
Uscì dalla mia camera svogliata,aprendo la porta in vetro,attenta che joya,la nostra gattina di tre mesi,non entrì.
Non vogliamo che stia dove ci sono le camere e il bagno.
Subito vedo mia madre al tavolo di legno nel centro della stanza,che fa colazione.
Mi da il buongiorno e io ricambio,per poi avvicinarmi e sedermi al mio posto,a capotavola.
Joya è accovacciata che mi guarda sul divano,sembra la sfinge Egizia. È una piccola gattina bianconera;e non lo dico perché vive in una famiglia juventina.
Il suo manto è bianconero.
I suoi occhi sono stupendi,mi piacciono particolarmente perché d'intorno alla pupilla sono verdi e mano a mano che si allontanano diventano sempre più gialli.
Sposto lo sguardo sulla tavola.
C'è la solita tovaglietta bianca,con sopra il paniere che contiene biscotti,brioche confezionate e merendini.
Di solito mangio i merendini,perché se le bioche sono vuote,come piacciono a mia madre,le detesto.
Da bere di solito bevo una spremuta,perché è più salutare.
Se voglio diventare una grande calciatrice devo partire anche da questo,dall'alimentazione.
"Dormito bene?" Mi sento domandare da mamma.
Alzo lo sguardo su di lei e annuisco assonnata.
Appena sveglia non connetto tanto bene.
Mia madre è una donna bassa,con i capelli lisci,castani e gli occhi marroni.
Lei è molto affettuosa,però se mi dimentico qualcosa o combino qualche cazzata si arrabbia come non mai.
Mio padre invece non ce.
Come sempre si alza alle 5 per andare a lavorare:lavora in un edicola,infatti lo vedo molto poco. A pranzo quando torno da scuola e a cena,poi si ricomincia.
Mia madre invece lavora come sarta in un altra città,anche lei sta molto via,la vedo la mattina e poi la sera a cena,stop.
I miei ci sono molto poco a casa,e questa cosa forse ha inciso su di me,non lo so,ora che cresco iniziò a sentire di più la loro mancanza.

Musica nelle orecchie e pullman con la molla.
Questo è il tema della seconda parte della mia mattinata:quella per andare a scuola
Siccome mia madre non può accompagnarmi vado col pullman;la cara vecchia CTT ovvero 'compagnia trasporti Toscana'. Si può chiamare anche CPT;è uguale.
Il mio pullman preferito è quello dove sono ora,il pullman a quattro porte.
Stai sempre in piedi,però almeno non ci si sta tutti appiccicati come altri pullman.
Dal mio paese alla città dove studio ci sono un quarto d'ora di macchina,però con l'autobus ci si mette di più perché si ferma ad ogni fermata.

Arrivata alla grande piazza dove si fermano i pullman faccio un rapido slalom fra i ragazzi,sembra come dribblare i cinesini:destra,sinistra,ferma,indietro,poi destra,e via,si ricomincia.
Quando piove però la cosa si fa complicata,perché dribblare velocemente la gente con un ombrello in mano non è facile.

Arrivata a scuola sento subito appena entrata il "Banane!" Urlato da quel disagiato di Giulian.
Non si sa bene perché lo urli,è pazzo.
"Buenos dias" dico velocemente,entrando e battendo una mano sulla porta.
Ovviamente in classe non c'è la prof.
"Bonghiorno" risponde Matteo,imitando la nostra prof di spagnolo quando dice quella parola.
Avanzo nella stanza e vado subito a mettere il giacchetto e lo zaino al mio posto,salutando anche gli altri.
Giulia,o anche napoletana non di Napoli,come la chiamo io,è seduta sul suo banco a gambe incrociate,che guarda il suo cellulare.
La chiamo così perché tifa Napoli ma non e di Napoli,lei invece mi chiama juventina non di Torino.
Non ha tanto senso,però va bene.
"Paolooo" ruoto gli occhi,quando Cesare,o meglio,chicchirichi,mi chiama storpiando il nome di Paulo.
Lo chiamo chicchirichi perché è tifoso del Torino e il suo idolo è il gallo Belotti,lui invece mi chiama così per Paulo appunto.
Ci diamo un po di soprannomi fra noi.
Saluto anche Chiara,che è una l'unica ragazza che abita nel mio paese.
Il suo soprannome è Pablo.
Pablo perché lei pensava che fosse quello il nome di Dybala.
Pablo Dybala.
Povera bestia,gli storpiamo tutti il nome.
Manca solo chi lo chiami Paolo Dibalo e poi siamo apposto.
"Eccola!" Esclamano Sara, (la più odiata di classe) Giorgia e Francesca,rientrando di corsa,forse sperando che la nostra prof di inglese non le veda in piedi.
Mi siedo velocemente al mio posto e la prof compare sulla porta.
È una donna a cui non so dare un età, bassa,con un casco di capelli castani in testa e degli occhi marroni.
Il suo stile spesso lascia a desiderare,ma non è di vitale importanza.
Basta che insegni bene l'inglese.
Prendiamo tutti il libro dagli zaini,ed ecco che un altra stupida e noiosa giornata di scuola è iniziata.

Salve a tutti😚
Sono tornata,alle persone che già sanno chi sono,sono mancata?
Quanti sono...
Beh comunque sia,per chi non lo sa,mi presento.
Mi chiamo Arianna,abito in Toscana e se ve lo state chiedendo si,ho la C aspirata😂❤. Ho 14 anni compiuti da poco,tifo Juve e sono fedele a un solo calciatore✋
Paulo Dybala solo e sempre lui.
Odio con tutta me stessa quella personcina chiamata antonellina cavalierina,nominatemi lei e potrei spaccare qualcosa😑🖕
Poi..che altro?
Ah si,ho già scritto una storia(due libri sono):la hija del entrenador.
E ora sono tornata con questa nuova storia,ne vedrete delle belle anche qua,fidatevi😉

Aridybala_10

Gracias a tu sonrisa || Paulo Dybala Where stories live. Discover now