photoshoot.

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Taehyung sistemò la fascia che aveva tra i capelli, rigorosamente marchiata Gucci. Si era alzato relativamente presto, quella mattina, e aveva deciso di andare a fare jogging nel tentativo di svuotare la mente.
Dopo circa il terzo giro del quartiere, sollevando distrattamente lo sguardo dal marciapiede, scorse la figura di Jimin, che camminava a passo svelto. Non sembrava nemmeno lui. Taehyung si accorse subito che l'amico non portava gli occhiali, e che indossava vestiti che erano rimasti a fare la muffa sul fondo del suo armadio per chissà quanto tempo.
L'ultima volta che l'aveva visto con quel maglioncino, i due erano ancora fidanzati.
Si tolse le cuffie dalle orecchie, avvicinandosi all'altro, che sembrava non averlo notato.
"Chimmie!" sentendosi chiamare, Jimin si voltò nella direzione da cui proveniva l'inconfondibile voce profonda del modello. Si avvicinò a lui, ma non sembrava affatto felice di vederlo.
"Tae, che ci fai qui?" Taehyung non poté non notare le occhiaie scure dell'amico, che aveva tutta l'aria di essere stanco morto.
"Che ci fai tu da queste parti della città, piuttosto! Non dovresti essere a lavoro?" replicò, mentre sistemava la fascia che gli era scivolata sulla fronte per l'ennesima volta. Jimin lo guardò con gli occhi spenti, come se non sapesse nemmeno lui perché si trovasse lì. "Non dovresti essere a lavoro, Jiminie?" gli chiese per la seconda volta, insistente.
"Mi sono preso un giorno libero, avevo delle cose da sbrigare." Taehyung, pensando che l'amico potesse sentire il bisogno di sfogarsi con lui, gli propose -lo obbligò, più che altro- di andare a prendere un caffè immediatamente. "Ne hai bisogno," gli aveva detto. "sembra che tu non abbia chiuso occhio." Jimin rimase zitto e lo seguì.

Si sedettero su una panchina con i bicchieri di caffè fumante tra le mani.
"Allora, vuoi dirmi cos'è successo?" Taehyung guardò l'amico con tenerezza. Sapeva bene che se si era ridotto in quello stato doveva esserci una valida motivazione. Non era affatto da lui saltare il lavoro.
"Tae, niente che ti riguardi, sul serio." e da quando?
"Dai, Jiminie, lo sai che puoi parlarne con me. Qualsiasi cosa sia, potresti sempre avere bisogno del mio aiuto, o quantomeno di un consiglio, no?" cercò di essere comprensivo, credendo ingenuamente che, proprio com'era successo tante altre volte, alla fine Jimin avrebbe ceduto e gli avrebbe confessato quale fosse il problema.
Non sarebbe andata così, non quella volta.
"Ho detto che non t'interessa, Tae, va bene?!" Jimin sapeva essere una persona molto, molto pesante, ma era raro che si comportasse in quel modo anche con il suo migliore amico.
Più negava, più lo respingeva, più Taehyung lo spronava ad aprirsi.
Dopo l'ennesimo diniego, il modello, deciso in tutto e per tutto ad esasperarlo, lo punzecchiò un po'.
"Dio, Chim, stai calmo! Più passa il tempo e più sembri una povera zitella frustrata e disperata." rideva, senza dare -come al solito- il minimo peso a quelle parole.
Era stato Taehyung a troncare la relazione amorosa con Jimin. Fosse dipeso da lui, probabilmente i due non si sarebbero mai lasciati. Non che Jimin pensasse che il modello fosse la sua anima gemella, anzi, era come se per tutta la durata della loro relazione fossero rimasti sempre e solo amici, e proprio per questo sentiva che sarebbero potuti restare insieme anche tutta la vita. L'unica differenza era, ovviamente, il sesso.
"Lo sai che non mi piace parlare di queste cose con te, Tae, specialmente adesso." il tono ferito di Jimin non solleticò particolarmente l'attenzione dell'altro, che continuò a prenderlo in giro.
"Sai cosa penso, Jimin? Dovresti davvero smetterla con le maschere d'argilla e iniziare a scopare! Conosco un rapper abbastanza famoso che si offrirebbe volontario, secondo me."
Taehyung si sarebbe aspettato una qualche battuta su Jungkook, magari qualche parolaccia, ma non il duro silenzio con cui Jimin lo colpì in pieno. Per non rispondergli nemmeno, qualsiasi cosa gli fosse successa, doveva essere grossa. "Chim, scusami." continuò. "Tu stai male e io me ne sto qui a prenderti in giro. Se non vuoi parlarne è okay, ma sappi che, se e quando cambierai idea, mi troverai sempre pronto ad ascoltarti, mh?"
Jimin annuì, prendendo la mano che Taehyung gli stava tendendo. Il modello si avvicinò a lui e gli scostò una ciocca di capelli dal viso. In quel momento, il suo cellulare vibrò dalla tasca dei pantaloncini che stava indossando per fare jogging.
Un numero a lui sconosciuto lo stava chiamando.
"Sì?"
"Taehyung? Sono Jungkook, il fotografo." Dio santissimo. Jimin, che probabilmente aveva sentito, cambiò immediatamente espressione, e gli fece segno con una mano di chiudere la telefonata.
"Jungkook, dici?" finse per qualche secondo di pensarci su. "Ah, sì, ricordo!" Taehyung poteva immaginare il faccino abbattuto di Jungkook dall'altro lato del telefono. Gli piaceva giocare con lui.
"Sì, ehm, a proposito di-" Jimin si sporse verso l'amico e gli rubò il telefono dalla mano, chiudendo subito la chiamata. Era per caso impazzito?
"Jimin, che cazzo ti dice la testa?!" Tae lo guardò male. Non riusciva a trovare una motivazione valida per quel gesto. Gli strappò il telefono dalle mani, rimettendolo subito in tasca.
"Stai lontano da lui, Tae." sì, è decisamente diventato pazzo.
"Si può sapere che cavolo ti è successo? Fino a ieri sera non facevi altro che dirmi di provarci! Che cazzo ti è preso?" Taehyung alzò la voce senza nemmeno rendersene conto, ma non era sua abitudine imprecare in quel modo in mezzo alla strada, così si ricompose immediatamente.
Osservò il suo migliore amico con durezza, aspettandosi una spiegazione che Jimin non voleva e non poteva fornirgli.
"Fai come ti dico e basta, okay? Stai lontano da Jungkook e da Yoongi, ma non chiedermi di dirti perché, non posso e non voglio farlo, non adesso." Taehyung, a quel punto, si alzò dalla panchina su cui erano seduti, il grande bicchiere di caffè ormai freddo ancora stretto in una mano.
"Cosa c'entra Yoongi con tutto questo, Jimin? Solo perché non ti va a genio allora io non posso frequentare il suo dannatissimo fotografo?" Jimin, rimasto seduto, alzò lo sguardo. Sembrava dispiaciuto, ma non si azzardò minimamente a scusarsi, anzi. "Sono libero di uscire e scoparmi chi voglio, okay? Dio santo, non stiamo più insieme!" continuò il ragazzo in piedi. Non appena realizzò cosa aveva detto, si morse immediatamente il labbro.
Taehyung non voleva ferirlo, nonostante fosse arrabbiato a morte con lui, ma quelle parole uscirono così in automatico dalla sua bocca, che il cervello non fece proprio in tempo a censurarle.
"C-credo che vada a letto con Yoongi." perché diavolo sta balbettando, adesso?
"E se anche fosse, Jimin? Che te ne frega? Cosa credi che freghi a me, soprattutto? Pensi che la cosa possa toccarmi in qualche modo? Porre un freno alle mie intenzioni?" non gli chiese nemmeno cosa l'avesse spinto a convincersene, non aveva voglia di sentire le sue stronzate. "Non sono mica fidanzati, no? Si fanno queste stronzate tra amici, non c'è niente di male. Ma poi, sul serio, come fai, proprio tu, a giudicarlo male solo per essere andato a letto col suo migliore amico, Jimin? Non ti senti un po' incoerente?" ancora una volta, il biondo seduto sulla panchina non rispose. Taehyung si accorse di aver esagerato per la seconda volta. Forse è meglio lasciar perdere. "Sono stanco delle tue stronzate per oggi; ti chiamo domani, idiota."
Per quanto l'avesse fatto impazzire, Jimin era per Taehyung la persona più importante della sua vita, e non dava mai troppo peso ai loro litigi.
In effetti, il giorno dopo l'amico si presentò a casa del modello con la colazione, e tutto sembrava essere tornato alla normalità.
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Backbite; taekook|yoonminWhere stories live. Discover now