birthday party.

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"Jimin, la tua fetta di torta." Jungkook gli sorrise porgendogli il piatto, mentre il biondo prendeva posto sul divano di casa di Hoseok, accanto alle gambe lunghe di Taehyung.

Yoongi gli aveva praticamente imposto di accompagnarlo alla festa di compleanno del suo migliore amico, sostenendo che l'occasione sarebbe stata perfetta per discutere meglio del contratto di lavoro. Jimin, ovviamente, gli aveva subito chiesto se avrebbe potuto portare il suo di migliore amico con sé, considerando che anche Jungkook sarebbe stato lì.

La festa fu piuttosto movimenta, la casa era colma di gente che si muoveva a tempo di musica. Yoongi ne approfittava per fare il gradasso insieme a Namjoon ed il festeggiato, salendo sulle sedie e facendosi acclamare dalla folla. Jungkook era rimasto seduto vicino a Jimin e al modello tutto il tempo, ogni tanto scambiavano qualche parola e, dopotutto, Jimin poteva considerarla una serata abbastanza piacevole.
Forse, però, Taehyung aveva bevuto un po' troppo. Jimin avrebbe voluto essere al suo posto: avrebbe voluto smettere di pensare a quel paparazzo davanti al tempio, a Seokjin, ma era più forte di lui. Le labbra di Yoongi gli tornavano in mente ad intervalli fissi e, insieme a loro, il ricordo spiacevole di quella macchina fotografica.
Cercava di non pensarci troppo, non voleva rovinare la festa di nessuno, dopotutto.

Quando gran parte degli invitati era già andata via e la torta si trovava ormai per metà sul pavimento, Hoseok fece scontrare una forchetta su un bicchiere di plastica, come se esso avesse potuto tintinnare come un bicchiere di vetro. A quella scena, Yoongi, o forse sarebbe stato più corretto dire il suo capo, rise come un bambino. Jimin sorrise a quella scena, sotto lo sguardo attento di Jungkook, che non si perse quel dettaglio neanche per sogno.

"Un attimo di attenzione, per favore!" gli invitati rimasti -che equivalevano a Jungkook, Jimin, Taehyung, Namjoon, Yoongi e altre due ragazze di cui Jimin non conosceva il nome- si girarono tutti verso il ragazzo dai capelli scuri, mentre si sedeva sul tappeto di fronte al divano a gambe incrociate, proprio di fronte a Taehyung. A Jimin non erano passate inosservate le occhiate che il migliore amico di Yoongi aveva riservato al modello durante tutta la durata della festa. Chissà se se n'è accorto anche Jungkook. "Vorrei proporre un gioco!"
"Obbligo o verità?" tirò ad indovinare Yoongi, e Hobi puntò il dito verso di lui sorridendo.
"Io e te un giorno finiremo per sposarci." Jimin alzò un sopracciglio, accavallando le gambe, e sistemandosi meglio sul divano.
Sono proprio raccapriccianti insieme, pensò. Lui e Yoongi sono solo amici, niente di più, si rassicurò mentalmente. E perché doveva rassicurarsi, poi? Una cosa era certa: Jung Hoseok non gli andava esattamente a genio.
Yoongi si sistemò davanti a Jimin, seduto per terra, accanto ad Hoseok, che aveva già una bottiglia vuota in mano. Namjoon li raggiunse presto, stringendosi nel divano insieme agli altri tre.
Iniziarono a giocare, e fortunatamente non uscì niente di imbarazzante e nessun obbligo. Questo, Jimin lo trovò particolarmente strano. Le due ragazze andarono via dopo pochi minuti dall'inizio e, quando la porta si chiuse alle loro spalle, l’aria sembrò cambiare totalmente, come se il festeggiato non avesse aspettato altro che quello.

Tutto cominciò quando Hoseok chiese a Jungkook i dettagli della sua "serata" con Yoongi, poi una serie di eventi stravolse completamente la serata: Taehyung ed Hoseok passarono quei "sette minuti in paradiso" nello stanzino stretto; Jungkook, intanto, parecchio innervosito, dopo i primi tre minuti decise di andare fuori a fumare una sigaretta, gentilmente offertagli dal rapper. Infine, terminato il tempo, Taehyung aveva raggiunto il castano in giardino, mentre Hoseok era rimasto in salotto per continuare a giocare con loro. Jimin era furioso. Voleva dimenticare ciò che aveva visto. No, anzi, prima voleva uccidere quell'imbecille di Hoseok.

"Bene, Yoongi, la bottiglia indica te! Obbligo o verità?" fu Namjoon a parlare, mentre l'altro si grattava la nuca, pensando alla domanda.
"Obbligo." ovviamente.
"Okay, sette minuti in paradiso!" decise Hoseok al posto di Namjoon. L’altro lo guardò in cagnesco.
Yoongi sorrise e guardò i partecipanti uno per uno, concentrandosi particolarmente su Jimin. No, no, no. Quest’ultimo mantenne gli occhi bassi sulla bottiglia, prima che il moro potesse girarla nuovamente. Ti prego, Dio, no. Il manager del gruppo aveva le dita incrociate e continuava a ripetere "non io" silenziosamente, ma il biondo riusciva a sentirlo perfettamente.
Poi, come se il destino avesse voluto prendersi gioco di loro, il collo della bottiglia iniziò ad indicare le scarpe di Namjoon, ma non si era ancora fermata. Avevano tutti il fiato sospeso. La bottiglia stava per fermarsi dritta verso il manager, ma quest'ultimo si mosse sul divano, creando uno spostamento d’aria. La bottiglia continuò a girare, poi si fermò e puntò verso una sola persona: Park Jimin. Un boato fatto di schiamazzi e risatine fece sussultare il ragazzo in questione. Hoseok sembrava essere la personificazione del Dio della discordia, quella sera.
Yoongi era proprio di fronte ai suoi occhi, nessuna traccia di quel ghigno beffardo che possedeva di solito. Solo uno sguardo serio ma rilassato addosso, e gli occhi più luminosi del solito.
Jimin si alzò quasi in maniera automatica e si diresse in silenzio verso lo stanzino della casa, sapendo che dietro di lui il rapper lo avrebbe sicuramente seguito.
Hoseok li raggiunse, aprì la porta laccata di vernice bianca e spinse dentro i ragazzi con una risata, prima di chiuderla.
Pensando a ciò che aveva visto poco prima, quando era stato proprio lui ad aprire la porta per liberare il festeggiato e il suo migliore amico, Jimin tremò.

Backbite; taekook|yoonminDove le storie prendono vita. Scoprilo ora