new beginning.

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Nonostante casa di Min Yoongi distasse ben quindici minuti da casa di Jung Hoseok, i due ci misero appena otto minuti ad arrivare.
"Sono più che convinto che tu sia passato col rosso almeno un paio di volte." Jimin rideva, mentre Agust D lo trascinava fuori dall'ascensore, una volta arrivati all'ultimo piano dell'elegante palazzo.
"Ho i miei buoni motivi, non credi?"
"Apri questa fottuta porta, Yoongi." si trovavano fuori la porta di casa da almeno due minuti, e ancora il rapper non era riuscito ad aprirla. "A questo punto avresti potuto anche aspettare che scattasse il semaforo verde." Sbottò Jimin, visibilmente impaziente.
"Qualcuno qui ha fretta, mh?" il tono divertito del più grande lo fece sbuffare.
"Non farmi pentire di essere qui." subito dopo aver pronunciato quelle parole, finalmente il moro riuscì ad aprire la porta.

Jimin ebbe appena il tempo di chiudere la porta dietro di sé, che subito il maggiore lo spinse contro di essa.
"Quando avrò finito con te non vorrai più andartene, Park Jimin." sussurrò sulle sue labbra, prima di dare vita ad un bacio così bollente da far apparire, al confronto, quelli che si erano scambiati dentro lo stanzino di casa Jung i baci più casti del mondo.
Le mani di Yoongi finirono ben presto ancorate al sedere del più piccolo, facendolo sospirare nel bacio. Per la seconda volta quella sera, il maggiore lo spinse ad allacciare le gambe al suo bacino, mantenendo la presa sui suoi glutei. Jimin, istintivamente, portò entrambe le braccia attorno al collo del moro, spingendolo ulteriormente contro la sua bocca.
Si accorse che il rapper si stava muovendo soltanto quando avvertì la sua mano destra allontanarsi dal suo corpo per abbassare la maniglia della porta della camera da letto. Una volta arrivato ai piedi del letto, il maggiore lo fece adagiare su di esso, per poi posizionarsi sopra di lui.
Yoongi non perse altro tempo, ricongiungendo subito le sue labbra con quelle del più piccolo. Jimin, esattamente come la prima volta davanti quella discoteca, volle prendere il controllo della situazione, costringendo il maggiore ad invertire le posizioni. Una volta a cavalcioni su di lui, il biondo poté sentire chiaramente sotto di sé l'erezione del rapper premergli contro.
Decise di non perdere altro tempo, Park Jimin, sollevando la maglietta del ragazzo sotto di lui fino a sfilargliela.
Rimase incantato alla vista della pelle lattea di Yoongi. Gli accarezzò il petto con entrambe le mani, finché il maggiore, spazientito, non lo afferrò per il colletto della camicia, costringendolo a stendersi su di lui. Lo attirò nell'ennesimo bacio eccessivamente bagnato, sempre più carico di desiderio.
"Sei troppo vestito, Jiminie." assecondando la richiesta non troppo velata del più grande, il biondo si sollevò ancora una volta, cominciando a sbottonarsi con lentezza estenuante la camicia.
Il rapper teneva lo sguardo puntato su di lui. Osservava le sue mani mentre sganciava bottone dopo bottone, finché non risalì con gli occhi al suo viso. Jimin lo stava guardando mordendosi le labbra, le pupille dilatate. Quando si passò la lingua sul labbro inferiore, il maggiore sentì di essere sul punto d'impazzire. Sollevò il busto dal letto e allontanò le mani del più piccolo dalla camicia, strappandone con un colpo secco i lembi che erano ormai rimasti attaccati solo da un paio di bottoni.
"Aggressivo." commentò ridacchiando il biondo, rimasto anch'egli a petto nudo.
"Vuoi farmi credere che ti dispiace?" per tutta risposta, Jimin spinse con entrambe le mani il moro, costringendolo a stendersi di nuovo sul materasso. Poi, stanco di quella situazione ancora troppo piatta, si decise a sbottonare i pantaloni scuri del più grande, abbassandoli poi fino alle ginocchia. Trovandosi di fronte l'erezione dell'altro, ben visibile a causa del tessuto semitrasparente dei boxer, Jimin non poté fare a meno di leccarsi le labbra, sentendosi incredibilmente affamato. "Jiminie." lo richiamò il più grande, costringendolo a distogliere lo sguardo da quella visione, solo per posarlo sul suo, che trasudava desiderio. "Muoviti." oh, Yoongi, io non credo proprio.
"Non così in fretta, Agust D." lo prese in giro il più piccolo. Non l'avrebbe mai accontentato così facilmente. Aveva tutta l'intenzione di farlo penare.
Mentre il respiro del maggiore si faceva sempre più irregolare, la mano di Jimin si muoveva con lentezza su di lui, al di sopra dei boxer.
"Jimin." un brivido percorse la schiena del biondo, sentendosi chiamare dall'altro con un tono di voce diverso dal solito, più basso, più roco. "Voglio di più."
"Chiedimelo come si deve, Yoongi." no eh, basta così.
Il maggiore si sollevò all'improvviso, facendo ricadere l'altro sul materasso. Lo afferrò per i capelli biondi, costringendolo a mettersi in ginocchio. Jimin, notando il ghigno che aveva stampato in faccia, pensò che non doveva promettere nulla di buono. Con la mano libera, il moro si abbassò di colpo i boxer, scoprendo finalmente quello che fino a quel momento Park Jimin aveva soltanto potuto immaginare, ma quello che vide superò di gran lunga le sue aspettative. Tirandolo per i capelli, lo fece abbassare all'altezza della sua intimità, adesso a pochi centimetri dalla faccia del biondo.
"Succhia." praticamente ringhiò il più grande. Jimin, un po' stupito da quell'improvvisa violenza che non aveva mai visto prima da parte del rapper, non disdegnò affatto quella presa di potere. Nonostante gli piacesse giocare con lui, si rivedeva meglio nel ruolo della preda, rispetto che in quello del predatore. E, sebbene in altre condizioni si sarebbe non poco alterato, in quel momento fu naturale per lui obbedire all'ordine del maggiore. Min Yoongi osservò il ragazzo in ginocchio di fronte a lui schiudere le labbra e inumidirsele con la lingua. Chiuse gli occhi per un momento; quella visione era troppo. Li riaprì soltanto quando sentì le labbra del più piccolo avvolgere la sua intimità, prendendola quasi completamente. La lingua di Jimin si muoveva su di lui con sicurezza, non distoglieva lo sguardo dagli occhi del maggiore. In qualche modo, nonostante si fosse trattato di un ordine, era come se fosse ancora Jimin ad avere il controllo della situazione. In quel momento aveva il potere di farlo impazzire, e ne aveva tutte le intenzioni. Mentre, senza nemmeno rendersene conto, il rapper si spingeva sempre di più nella bocca del biondo, quest'ultimo accoglieva l'erezione del maggiore senza troppe difficoltà. Quando ne ebbe abbastanza, Jimin si staccò dal moro, lasciandolo insoddisfatto. "Stronzo."
Il ragazzo gli sorrise, asciugandosi col dorso della mano un rivolo di saliva rimasto a lato della bocca. Senza rispondergli nemmeno, il biondo si distese nuovamente sul materasso del letto, divaricando le gambe. In quel momento, Yoongi si sentì come accecato dal desiderio di possederlo. Fin dal giorno in cui i suoi occhi si erano posati su quelle gambe fasciate dagli stessi jeans che adesso stava sbottonando, il rapper l'aveva desiderato, bramato, aveva sognato e immaginato di farlo suo così tante volte da aver perso ormai il conto. "Non avresti dovuto provocarmi, Jiminie." per tutta risposta, il biondo sollevò il bacino, aiutando il maggiore a sfilargli i pantaloni.
Quando anche l'ultimo indumento del più piccolo finì sul pavimento, il moro si prese il suo tempo per osservare quel corpo perfetto.
"Non guardarmi così." si lamentò Jimin, e per un momento l'altro pensò che quelle parole fossero dettate da un improvviso moto di imbarazzo. Sul serio?
"Cos'è, sei diventato timido?"
"No, ma continui a fissarmi come se volessi fottermi a sangue, e ancora non ti decidi a farlo."
Ormai incapace di formulare una qualsiasi frase di senso compiuto per rispondere all'ennesima provocazione del biondo, Min Yoongi semplicemente l'accontentò.
Lo penetrò senza molti convenevoli, nessuna preparazione. L'aveva voluto lui.
Jimin gridò il nome del maggiore diverse volte, ci volle un po' prima che riuscisse ad abituarsi a quell'intrusione.
"Stronzo." sibilò a denti stretti, una volta che il dolore aveva ormai lasciato spazio al piacere.
"Te l'ho detto che non avresti dovuto provocarmi." il moro si abbassò su di lui, poggiando la fronte sudata su quella del più piccolo.
"Stai zitto e scopami." fu tutto ciò che riuscì a dire Jimin, ormai incapace di trattenersi dal gemere.
"Chiedimelo come si deve, Jimin." lo rimbeccò il più grande, rifacendosi a ciò che gli aveva detto poco prima l'altro. Possibile che dovesse comportarsi in quel modo anche in un momento simile? Nonostante avrebbe tanto voluto prenderlo a pugni, la voce roca del rapper, unita alle spinte che si facevano sempre più decise e veloci, costrinsero il minore ad arrendersi. Arrendersi al piacere che Yoongi gli stava procurando, arrendersi a lui.
"Ti prego, Yoongi."
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Backbite; taekook|yoonminWhere stories live. Discover now