is it too late?

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Cinque giorni.
Erano passati esattamente cinque giorni dall'ultima volta che Jungkook aveva visto Taehyung, dall'ultima volta che gli aveva parlato.
In quei cinque giorni, i tentativi del modello di mettersi in contatto con lui erano stati molteplici. Che fossero messaggi in segreteria o sms, Taehyung ce la stava mettendo tutta per riuscire a parlargli, e Jungkook l'aveva ormai capito che il biondo era uno che non demordeva così facilmente.
Forse fu per questo che non si sorprese tanto quando, al termine di due estenuanti ore passate in palestra ad allenarsi con Jackson, lo trovò all'uscita dell'edificio, seduto su una panca. Per un momento pensò di approfittare del fatto che il ragazzo fosse seduto a testa bassa, per poterlo superare e defilarsi di nascosto. Eppure, non fu capace di farlo.

"Che ci fai qui?" gli chiese, fermandosi di fronte a lui. Avendo appena fatto la doccia negli spogliatoi, i suoi capelli erano ancora bagnati, mentre un asciugamano era poggiato sulle sue spalle.
Taehyung, riconoscendo la voce del ragazzo, alzò immediatamente lo sguardo. Probabilmente era a causa del fatto che i due non si vedevano da quasi una settimana, o forse a causa dei capelli umidi e le guance arrossate dal caldo del più piccolo, ma il biondo lo trovò più bello del solito, se possibile. Si morse l'interno della guancia, alzandosi poi dalla panca su cui era seduto.
"Se non ricordo male, questa è anche la mia palestra, no?" rispose, abbozzando un sorrisetto nervoso.
"Non ti alleni oggi, Taehyung." Jungkook lo sapeva bene. Prima di tornare ad allenarsi, si era cautamente informato con Jackson sui giorni di allenamento di Taehyung, proprio per evitare di incontrarlo.
L'aveva evitato come la peste, e trovarselo davanti in quel momento gli diede conferma di quanto stesse facendo bene. Sì perché, nonostante fosse incredibilmente furioso, Jungkook sapeva che non sarebbe mai riuscito a resistergli se se lo fosse trovato davanti. In effetti, in quel momento, nonostante l'impellente desiderio di urlargli contro, il ragazzo avvertiva anche un altro bisogno, forse ancora più forte del primo. Avrebbe tanto voluto afferrarlo per i capelli e baciarlo, marchiarlo, fargli capire che era soltanto suo, farlo capire a tutti.
"Già, beh, tu non rispondevi alle mie chiamate." il biondo scrollò le spalle, giustificandosi.
"Forse non voglio risponderti, non credi?" il tono di Jungkook era fermo, duro, ma i suoi occhi puntati proprio sulle labbra carnose dell'altro lo tradivano. Taehyung si schiarì la voce, chiaro segno che volesse iniziare a parlare, parlare seriamente. Vuole davvero parlarne qui davanti a tutti? Il castano afferrò per un polso il maggiore, trascinandolo fin dentro la sua auto. Quando entrambi furono seduti sui sedili anteriori, Taehyung si voltò verso l'altro.
"Ascolta, Kookie."
"Jungkook." lo corresse il minore. "Per te è Jungkook."
"Jungkook, okay." il biondo deglutì, tentando di ignorare il pizzicore che avvertiva già agli occhi. "So di aver fatto un gran bel casino, okay?"
"Non hai fatto niente, Taehyung, sul serio. Tu ed io non eravamo niente, e dopo quello che è successo posso garantirti che non saremo mai niente, mh?" quelle parole furono una coltellata nel petto per entrambi. Per quanto Jungkook avesse provato, in quei giorni, a perdonarlo, giustificarlo, farsi andare bene la cosa, la verità era che proprio non ne era capace. Non poteva e basta; era tutto finito ancora prima di poter iniziare.
"Cristo, Jungkook! Dopo quello che tu mi hai fatto, vieni sul serio a dirmi che per uno stupido bacio del cazzo è tutto finito?" Taehyung aveva alzato la voce, mentre con una mano l'aveva afferrato da sotto il mento, costringendolo a guardarlo.
"Merda, lo sai che non è la stessa cosa. A malapena ci conoscevamo quando è successo!" sbottò Jungkook, anch'egli adesso alzando la voce. "Non puoi comportarti come se t'importi davvero un cazzo di me, non puoi farmi sentire speciale, diverso, portarmi in gita con il tuo migliore amico, farmi credere di contare realmente qualcosa, e poi ficcare la lingua in gola ad Hoseok mentre io sono nella stanza accanto!" il castano diede un colpo al volante.
"Stai calmo, per favore." disse il biondo con voce tremante, poggiando la mano libera sul pugno chiuso dell'altro, ancora fermo sul volante.
"Non posso credere di essere stato così coglione da..." il più piccolo si zittì di colpo, realizzando cosa stava per dire. Non cedere.
"Da?" lo incoraggiò Taehyung, accarezzandogli la mano. Jungkook abbassò lo sguardo, borbottando un "devi andartene". "Non vado da nessuna parte, Jungkook."
"Ho detto che devi andartene." insistette il castano, alzando di poco il tono della voce.
In qualche modo, Taehyung sapeva che, se in quel momento fosse uscito dall'auto del più piccolo, sarebbe stata davvero la fine per i due.
"Tu dimmelo, allora." la presa del biondo sul mento del più piccolo si fece più forte, costringendolo ancora una volta a guardarlo.
"Dirti cosa?"
"Dimmi che non mi vuoi, cazzo!" Taehyung si morse con forza il labbro, capendo di essere sul punto di piangere. Anche Jungkook, avendo avvertito un cambiamento nella voce del biondo, l'aveva intuito. "Non stavi mica dicendo che non puoi credere di essere stato così coglione da innamorarti di me, vero?" il castano non rispose. "Dimmelo, Jungkook. Ho bisogno di sentirtelo dire."
"Vuoi davvero umiliarmi fino a questo punto?" Cristo, non ha proprio capito niente.
"Umiliarti?" Taehyung rise, esasperato. "Oh, no di certo. Voglio solo capire se sono stato l'unico imbecille tra noi due ad essersi innamorato dell'altro." un sorriso amaro nacque sulle labbra del maggiore. Di nuovo, Jungkook non fiatò. "Dimmi che non mi vuoi, Kookie, e io non mi farò più sentire, te lo giuro."
Dopo un paio di minuti trascorsi in silenzio, finalmente una mano di Jungkook si mosse fino a raggiungere la guancia del biondo, che prese ad accarezzare.
"Non posso, non ci riesco." mormorò il più piccolo. Taehyung annuì. Lo capiva. Sapeva che il ragazzo avrebbe avuto bisogno di tempo, tempo che il biondo era più che felice di dargli; tutto, pur di salvare il salvabile.
"Va bene lo stesso, non devi rispondermi adesso." disse, infatti. "Domani potremmo andare a prenderci un caffè in quel bar vicino al tuo studio, mh? Ti va bene?" Jungkook annuì. "Perfetto, allora! Ci vediamo lì per le quattro, okay?" di nuovo, Jungkook annuì.
Taehyung raggiunse la mano del castano ancora ferma sulla sua guancia, allontanandola leggermente. Non c'era fretta. Gli rivolse un sorriso dolce, che Jungkook poche volte aveva avuto il piacere di ammirare.
Quando il biondo si voltò dall'altro lato per aprire la portiera dell'auto, un'improvvisa fretta s'impossessò del più piccolo. Quell'ansia, quella smania, gli fecero formicolare i polpastrelli; ogni muscolo del suo corpo era teso, nel momento in cui afferrò per l'avambraccio il biondo, costringendolo a rimanere all'interno del piccolo abitacolo.
Taehyung si voltò verso il ragazzo, trovandolo ad un soffio di distanza dalla sua bocca. Jungkook fece sfiorare le sue labbra con quelle piene dell'altro, soltanto per un istante.
"Anche se probabilmente è tutto finito, non voglio avere rimpianti."
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Backbite; taekook|yoonminWhere stories live. Discover now