temple.

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"Ho già chiamato l’agenzia per avere i biglietti, sono gratuiti ma bisogna innanzi tutto prenotarsi per entrare, non puoi dirmi di no!" Taehyung stava sfogliando la rivista che riportava i giorni d’apertura del tempio Jogyesa, nel cuore di Seoul. Era una tradizione per la famiglia dei Kim andarci una volta all’anno, ma i suoi non erano in città ormai da mesi per affari. Non aveva alcuna intenzione di starsene a casa solo per quello. Era un tradizionalista, non poteva farci nulla.
"Ma non hai detto che verrà anche Jungkook? Perché non ci andate voi due da soli al tempio?" il biondo alzò gli occhi al cielo, contento che il suo migliore amico non potesse vederlo, essendo dall’altra parte del cellulare.
"Perché voglio che ci siate entrambi! Non è un appuntamento, Chim Chim, sta tranquillo, non ti sentirai a disagio!" sentì un sospiro profondo, poi un "va bene" gli arrivò all’orecchio. E subito dopo, un sorriso fece capolino sul suo volto.
"Perfetto! Ci vediamo di fronte lo Starbucks lì vicino, poi andiamo insieme."

Il tempio Jogyesa era uno dei più suggestivi di tutta la Corea del Sud.
Quando era bambino, si divertiva a sentire le storielle che sua madre gli raccontava su di esso, ogni volta una diversa, fin quando il repertorio non si esauriva e allora le toccava iniziare da capo.
Quella volta, però, sua madre non gli avrebbe raccontato alcuna storia, ma si sentiva lo stesso bambino sognante di una volta. Jungkook era proprio accanto a lui, alla biglietteria, Jimin e Yoongi erano dietro di loro. Forse Taehyung si era scordato di un piccolo dettaglio da dire a Jimin, ovvero che sarebbe venuto anche il ragazzo che detestava più al mondo, ma quella giornata era speciale per lui. L’imbarazzo era tangibile nell’aria, ma avrebbero dovuto superarlo prima o poi. Voleva che tutte le persone attorno a lui si riconciliassero, voleva instaurare un rapporto sano con tutti loro, lasciarsi alle spalle tutta la negatività che li aveva oppressi per tutto quel tempo.
Non appena entrarono nel cortile del tempio, il biondo sorrise alla vista di tutti quei colori, sorrise al silenzio della gente che cercava un po' di pace, sorrise al quadretto più carino a cui avesse mai assistito: Jungkook e Jimin stavano intraprendendo una conversazione a bassa voce e si sorridevano timidamente a vicenda. Agust D, o meglio, Yoongi, si limitava a guardarsi intorno, poi guardava Jimin, poi guardava di nuovo il panorama.
Taehyung si era accorto di una certa tensione fra loro, quando si erano visti. Diversa dalla solita, c'era qualcosa che non sapeva, ma aveva deciso che ne avrebbe parlato con Jimin successivamente.

"Lo avevate mai visitato?" parlò finalmente Taehyung, attirando l’attenzione di tutti. Jungkook fu il primo a sorridere verso di lui, negando col capo. Jimin, invece, annuì debolmente.
"Quando ero piccolo ero qui quasi ogni settimana, mia madre e mio padre sono molto credenti ma, ad essere sincero, l’artefice del mio destino sono io, e nessun altro."  Taehyung si rabbuiò alle parole secche del rapper, ma una mano calda corse alla sua spalla, stringendola. Era quella di Jungkook, che non smise di fissarlo un secondo.
"Chiedere aiuto agli Dei ogni tanto non ti farebbe male, hyung; insomma, ci avresti mai scommesso che saremmo finiti qua senza litigare, dopo tutto quello che è successo?" Taehyung rivolse il suo sguardo verso Jimin. Quest’ultimo guardò prima nella sua direzione, poi verso Yoongi, che lo stava già fissando da lontano.
"È un miracolo!" aggiunse poi il castano. Taehyung rise leggermente, spintonando Jungkook da un fianco. L’altro, in risposta, arrossì.
"Kim Taehyung?" una ragazza con indosso una divisa e un piccolo microfono attaccato alla camicia si rivolse al loro gruppo, mentre leggeva uno dei fogli bianchi posti sopra la cartella in plastica che teneva in mano.
"Sì?"
"Voi siete i prossimi ad entrare nella sala dove si trovo le statue, vi preghiamo di rispettare il turno."
"Certamente! Grazie mille." poi, si diressero tutti e quattro verso il tempio vero e proprio. 

Una volta finito il giro turistico, i quattro si diressero verso l’uscita del tempio. Taehyung e Jungkook erano leggermente più avanti e il biondo si chiese se fossero stati loro ad accelerare il passo o gli altri due a rallentare il loro, ma in quel momento gli andava bene così.
Il castano guardava lo schermo del suo cellulare e il più grande riuscì ad intravedere delle foto fatte alle statue d’oro massiccio.
"Ti è piaciuto?" Jungkook sollevò il capo.
"Molto. Sono contento che tu abbia deciso di portarmi con te." il biondo sollevò le spalle all’unisono, per poi aggiustarsi la frangia con una mano.
"Volevo fare qualcosa di carino per tutti noi, insomma, credo che sia giusto darsi una tregua ogni tanto."
"Sono d’accordo, Jimin è simpatico, in fin dei conti."
Arrivarono fuori dal cortile, superarono la biglietteria, e ritornarono nelle strade trafficate di Seoul. Il silenzio era stato interrotto dal rumore delle auto.
"E inoltre," Taehyung si avvicinò leggermente, il giusto per poter sfiorare il braccio dell’altro con il proprio. "volevo vederti." Jungkook si morse il labbro inferiore e volse lo sguardo altrove.
"Anch'io." sussurrò. Poi fece un mezzo sorriso. "Devo ancora restituirti i vestiti." aggiunse. Taehyung pensò a Jungkook nei suoi pantaloni stretti e nella sua camicia a fantasia bordeaux e improvvisamente sentì caldo.
"Oh, tienili pure!" ammiccò nella sua direzione, prima di ridere piano.
Si erano fermati davanti all'entrata del tempio, aspettando che gli altri due li raggiungessero.

Backbite; taekook|yoonminWhere stories live. Discover now