capitolo 13

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****Alessandro****

vittima del desiderio

Esco da quel maledetto bagno, recupero al volo le mie cose e mi precipito in auto

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Esco da quel maledetto bagno, recupero al volo le mie cose e mi precipito in auto.

Non posso credere di essere riuscito a tenermelo nei pantaloni, ed è ancora più assurdo che sia riuscito a non squadrarla dalla testa ai piedi. Ho mantenuto gli occhi nei suoi perché già la vista del suo sedere e di quel magnifico tatuaggio che le decora la schiena ha rischiato di farmi venire nelle mutande.

Odio l'effetto che quel pezzo di ghiaccio mi fa, vorrei mi fosse indifferente, ma ogni mia terminazione nervosa si sveglia quando lei è in circolazione.

Ogni volta che mi tocca, come oggi all'Università, cado vittima del desiderio. Ed essendo un uomo con un'intensa attività sessuale, soffro quando non posso soddisfare le mie voglie.

Guido con in mente un'unica destinazione, la casa di Tamara. Non ci siamo ancora visti da quando sono rientrato in città, ma so per certo che sarà felice di incontrarmi. Con lei è tutto facile, non si aspetta niente, non chiede nulla, si accontenta di soddisfare i suoi bisogni e i miei. È la mia scopamica da un paio d'anni ormai, ma a parte il sesso non abbiamo mai condiviso nient'altro.

A volte credo sia triste quello che c'è tra di noi, ma in momenti come questo ringrazio Dio di non averla mai scaricata. Adesso, con un'erezione pazzesca e l'adrenalina a mille, non riuscirei a rimorchiare neanche una milf.

Parcheggio sotto casa sua, citofono e attendo la sua risposta, mi annuncio e come immaginavo, apre subito.

"Guarda chi si vede, avevo sentito girare voce che eri in città, ma pensavo fossero fandonie."

Parla, mentre svelto salgo le scale; noto con piacere che come sempre ha pochi vestiti addosso, questo accorcerà i preliminari.

"A quanto pare no, eccomi qui. Sei pronta a darmi il benvenuto?"

Me la carico in spalla e con un piede chiudo la porta, raggiungo svelto la stanza da letto, mentre lei ridacchia convinta forse che io sia felice di vederla.

"Vedo che ti sono mancata." Esclama mentre mi avvento sul suo collo e contemporaneamente esploro la sua intimità.

Grugnisco, un verso senza senso che le lascio interpretare come vuole. La stimolo fin quando non è sufficientemente bagnata e poi con un colpo di reni le sono dentro.

Tengo gli occhi chiusi, serrati, lascio che la mia mente torni al bagno in palestra, rivedo l'acqua scivolare sul corpo perfetto di Ginevra, ripenso al suo sedere e immagino come sarebbe stringerlo tra le mani, rievoco il suo tocco sulla mia nuca, il suo fiato caldo che s'infrange sul mio e intensifico le spinte. Duro poco, troppo, mi sfilo bruscamente facendo sussultare Tamara, perché nonostante abbia indossato il preservativo, non voglio correre nessun rischio.

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