capitolo 47

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***Alessandro***

Con Il Cuore In Gola

Sabato, 5 maggio

Il peso dell'incontro disputato ieri sera lo sento tutto sulle spalle stamattina, ho dolori sparsi per tutto il corpo e lividi che non mi rendono irresistibile, ma solo gonfio e poco appetibile perfino ai miei occhi.

Era dai miei esordi che non concedevo cosi tanto spazio a un avversario e devo ammettere che se Roberto non mi avesse dato una svegliata, probabilmente avrei perso.

Ero totalmente fuori fase, non riuscivo a smettere di guardare in direzione di Ginevra e anche quando non la fissavo, continuavo a tormentarmi con domande su lei e il giornalista.

Ho perfino paura di controllare la rassegna stampa, non oso immaginare come le testate sportive abbiano marciato sulla mia quasi sconfitta, perché di certo, visti i miei standard, quella di ieri non può essere definita una vittoria.

Mi faccio coraggio e inizio a controllare i messaggi e le mail, ignoro le pubblicità, le richieste d'interviste e i messaggi di Tamara che cestino senza neanche leggere, richiamo mio padre e mia madre che vivono separati da un paio di giorni e li rassicuro sulla mia condizione, promettendo loro una cena e un pranzo a testa nei prossimi giorni, temo che la loro nuova condizione di divorziati renderà difficile la mia vita, soprattutto se rimarrò in città.

Una volta messo da parte lo smartphone accendo il PC, digito il mio nome nel motore di ricerca e vari titoli e foto compaiono sullo schermo. Li scorro velocemente trovandoli scontati e poco originali, parlano tutti di passo falso, danno già per certo che perderò il titolo, alcuni attribuiscono al cambio di città il mio calo di rendimento, si perdono in supposizioni e teorie. L'unico fuori dal coro è di Samuele Sorrentino e di certo le foto di Ginevra lo rendono il migliore. Ha catturato ogni attimo saliente dell'incontro, è riuscita a cogliere l'istante esatto in cui i pugni impattavano contro il corpo, ogni stilla di sangue e sudore versato, è veramente bravissima e la foto di copertina è di certo la migliore, il momento in cui sono riuscito a stendere il mio avversario e ho potuto finalmente guardarla senza più temere di essere colpito.

Il titolo dell'articolo ha subito catturato la mia attenzione << Alessandro vs De Santis>>, inizio a leggerlo con un certo timore, preoccupato di aver lasciato una finestra aperta sul mio mondo privato e capisco che è proprio così quando trovo delle chiare allusioni a Ginevra.

" Ho sempre amato andare a vedere gli incontri di Alessandro De Santis, lui per me è sempre stato War Machine, un ragazzo che salendo sul ring diventava una vera e propria macchina da guerra. Ho seguito la sua ascesa, ho assistito alla sua proclamazione a Campione Europeo e mai avrei pensato di vederlo in difficoltà come ieri..."

Dopo l'introduzione si lancia nella descrizione tecnica dell'incontro, analizzando le mie mancanze e i punti di forza dello sfidante, ma poi conclude con una serie di congetture sul perché io ci abbia messo tanto a concludere il match.

"Mi sono chiesto per tutta la durata dell'incontro quale fosse la fonte della distrazione di De Santis e l'ho capito quando una voce udibile a pochi ha urlato nella sua direzione un'unica parola che ha svegliato il campione dal suo torpore..."

"Basta" è stata questa la parola che Gin ha gridato ed è vero mi ha dato una svegliata, ma più di tutto è stato il terrore nei suoi occhi a farmi capire che dovevo concludere quel maledetto incontro. Alla fine del sesto round Roberto ha aggiunto il carico da novanta dicendomi che difficilmente lei avrebbe retto ancora a lungo, che era spaventata e stava soffrendo. Le parole del mio amico sono state un incentivo sufficiente a farmi mettere KO il mio avversario.

L'ultimo RoundWhere stories live. Discover now