capitolo 39

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*****Ginevra*****

Vecchi rituali

Faccio segno a mio padre di seguirmi, la sua faccia è un'anteprima piuttosto eloquente di ciò che mi aspetterà una volta che avrà aperto bocca e sinceramente, non voglio che Alessandro ci senta.

Vorrei potermi sottrarre anche ai suoi rimproveri, ma sarebbe chiedere troppa grazia.

Arrivati all'auto, faccio scattare la chiusura centralizzata attirando l'attenzione di Emma, in un attimo la mia amica si mette sulla difensiva, conosce bene mio padre e sa che quella maledetta vena che pulsa sulla sua fronte non è un buon segno.

"Cos'hai sentito?" Mi appoggio allo sportello dell'Audi e incrocio le braccia.

"Che ti sei fatta togliere la verginità da un'idiota che ha dimenticato di mettersi il preservativo e ha sfogato la sua frustrazione su di te. Mi sono perso qualcosa?" C'è sarcasmo nella sua voce e delusione nei suoi occhi.

"No, c'è tutto! Dimmi quello che mi devi dire e facciamola finita."

So che questo non è l'approccio giusto, ma voglio andare via da qui prima che Alessandro esca dalla palestra, non mi ero accorta di aver parcheggiato accanto al suo Suv.

"Ti riesce male la parte di quella indifferente Ginevra e sinceramente in questo momento non so cosa dirti, capisco che tu fossi provata dal funerale e da tutto quello che è successo ultimamente, ma Alessandro De Santis ha una fama che lo precede, quindi avresti dovuto sapere che sarebbe finita male. Sono deluso, pensavo che avresti trovato un bravo ragazzo, uno capace di capirti, sostenerti, valorizzarti e amarti, invece, ti sei innamorata di un Casanova. Trova il modo di fartela passare piccola, per te e il tuo benessere. In quanto a me, sapevo che primo o poi avresti fatto sesso, ma mi sarebbe piaciuto non venirne a conoscenza."

Mio padre va via, ma io non riesco a muovermi, alzo gli occhi al cielo e mi chiedo se Beatrice adesso è lì a guardarmi, mi chiedo cosa mi direbbe, se anche lei sosterebbe la tesi di mio padre, condannando la mia scelta di fare l'amore con Alessandro o se la difenderebbe.

Emma attira la mia attenzione togliendomi le chiavi dell'auto dalle mani e mi invita a salire, guida in silenzio fino a casa e dopo aver ordinato la pizza, prende una paio di coperte dal letto e le porta in terrazza. Riconosco il rituale, è quello con cui Beatrice ci ha costrette a festeggiare l'uscita di Valerio dalle nostre vite. Quella volta eravamo sul tetto di casa sua, abbiamo mangiato pizza fredda e bevuto birra calda, fin quando le lacrime sono diventate risate e abbiamo ballato guardando le stelle e immaginando che un giorno avremmo pensato a quei momenti sorridendo per la nostra follia.

Quando suonano alla porta, convinta di ritrovarmi davanti al fattorino delle pizze, vado ad aprire con il portafoglio in mano e invece, ci sono Valentina ed Ester ad aspettarmi, con quattro maxi cartoni fumanti.

"Pronto soccorso cuori infranti." Mormora la piccola di casa alzando una busta che sicuramente contiene il gelato.

Le faccio entrare con le lacrime che già minacciano di straripare dagli occhi e le porto in terrazza, dove Emma ha finito di preparare tutto.

"Tua madre mi ha detto di dirti che a tuo padre ci pensa lei e che domani pranzate insieme, voi due da sole. Detto questo, complimenti cugina solo tu potevi accalappiarti un pezzo da novanta come Alessandro e pestarlo nello stesso giorno, Fabrizio mi ha mandato delle foto interessanti."

Valentina se ne esce con questa sparata incuriosendo Ester che le sottrae il telefono, curiosa.

"Che cavolo Gin, lo hai colpito in faccia, se cambi idea dovrai tenertelo sfregiato."

L'ultimo RoundWhere stories live. Discover now