Capitolo 14

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Pov's Richie

Ebbi finalmente il coraggio di girarmi verso di lui e la sua espressione mi uccise.
Deglutii, ma il groppo in gola che ora era più doloroso, non se ne voleva andare.
"R-richie!" mi sgridò Bill abbracciando Beverly che stava piangendo silenziosamente sulla spalla di lui. Decisi che quel suo comportamento da santarellina non mi piaceva per niente.
"Porca troia Bill! Solo perchè è la tua ragazza non vuol dire che ha sempre ragione cristo!" lo zittii io innervosito.
"Richie..." Eddie mi chiamò.
Io girai il capo faticosamente, imbarazzato per quella orrenda situazione.
"Tu... tu sei innamorato di me?" mi chiese con voce flebile.
Avrei voluto sparire in quel momento. Avrei voluto che quella domanda non fosse mai stata pronunciata. Mi ero sempre immaginato che quando mi sarei dichiarato, sarebbe successo con delicatezza, ma Beverly aveva rovinato tutto.
Io e lei eravamo simili, destinati all'incontrarci, al stare insieme. Mi ero sempre fidato di Beverly e lei, da parte sua, non aveva tradito la mia fiducia. Avevamo passato bene il tempo insieme, e avevamo bei ricordi di quei momenti condivisi. Non capivo con quale coraggio mi aveva ferito così, conoscendo i miei sentimenti e quanto Eddie fosse delicato per la mia persona, un punto dolente. Invece, pensava fossi sbagliato, che Eddie non era per me, che lui non mi avrebbe mai cagato. Avevo pure cambiato parere sulle voci che giravano a Derry su di lei, convincendomi del parere degli altri, di quello di Bill. Ma non meritava la mia amicizia.
Annuii ad Eddie, non troppo sicuro.
Non ebbi il coraggio di guardargli, poi, l'espressione.
"Io me ne vado" mormorai, prendendo per i manici la mia bici r ignorando le proteste di tutti gli altri, tranne di Bev, di ritornare da loro.

Pov's Eddie

Lo guardai andarsene mentre ignorava le nostre preghiere e poi mi rivolsi a Beverly:
"Non pensi di dovergli chiedere scusa?".
Lei si era appena asciugata le lacrime dal viso arrossato.
"No" rispose, flebile.
Io feci una risata amara e scossi la testa.
Iniziai a camminare per raggiungere Richie con la sua bici, ma i passi rumorosi di Bill mi precedettero.
"Ed-die?" mi chiamò.
Io mi girai verso di lui, con un'espressione imbufalita in viso. Lui aveva difeso Beverly quando non avrebbe dovuto. Non sapevo che Richie fosse innamorato di me, non avevo mai pensato che lui mi potesse ricambiare. Ero convintissimo del fatto che a lui piacesse la sua migliore amica e invece quando aveva confessato, non avevo saputo come reagire. Ero rimasto positivamente sconvolto ma non avevo saputo aiutarlo, dichiarandomi. Ci era rimasto male per quello che Beverly gli aveva fatto e anche io.
"Che vuoi?" gli chiesi amaro.
Lui si fermò davanti a me, e il vento gli scompigliò i capelli negli attimi di silenzio in cui aspettava a rispondermi.
"M-mi dispiace. R-r-richie a-aveva r-ragio-ne. Beverly... n-non avrebbe d-dovuto f-farlo. Non sapevo che Ric-chie fosse... insomma..." io lo interruppi, rendendomi conto del suo disagio nel ripetere quella parola che era un tabù.
"Gay?"
Lui annuì, grattandosi la nuca.
"Come p-posso farmi p-perdonare?" mi chiese, seriamente dispiaciuto.
Io mi misi le mani in tasca.
"Accompagnami a casa sua in bici. Gli devo parlare".

Mentre Bill pedalava, veloce e nervoso, io pensavo a cosa dire a Richie. L'ansia iniziava a manifestarsi, sudandomi le mani in modo ossessivo. Ero dannatamente innamorato di lui. Era la mia unica ragione di vita, così gioioso, così sarcastico, ma anche dolce e sensibile.
Lui però non doveva saperlo. Ora, più che mai, ero convinto della decisione che in passato avevo effettuato: dire a Richie che fosse Beverly quella che mi piacesse. Il cancro ai polmoni si manifestava in fretta e si diffondeva con velocità estrema. Con poche possibilità sarei riuscito a vivere, e se lo avessi fatto, sarei vissuto da malato, dove probabilmente mi sarei pure scordato il mio nome.
Richie avrebbe solo sofferto, sapendo che il nostro futuro sarebbe stato breve e inutile.
Sorrisi pensando al fatto che avremmo potuto avere un futuro insieme. Ma non avrebbe fatto per me, per la mia malattia.
Bill si fermò davanti al cancello di casa Tozie. Tra la porta era incastrata la sua bici, di cui ancora giravano le ruote: era arrivato da poco.
Scesi dalla bici, ma Bill mi prese per un braccio.
"Eddie?" mi chiamò.
Io mi girai a guardarlo, con occhi apatici, che mi sono sempre stati difficili da raffigurare: non riuscivo sempre a tener a bada le mie emozioni, e bastava solo guardarmi in viso per capire quel che provavo. Ma in quel momento, e per Bill, provavo solo apatia.
"P-pensi che pos-so entrare c-c-con te?" mi chiese, deglutendo.
Io liquidai la domanda con un gesto.
"Non penso sia il caso. È anche incazzato con te, non solo con Bev" gli risposi.
Lui annuì, e dopo qualche attimo di silenzio, mi chiese:
"Tu... a-anche t-tu sei i-i-innamora-to di Ric-hie?".
Io lo guardai negli occhi celesti e dispiaciuti e sorrisi leggermente, facendo poi cadere lo sguardo sulle mie scarpe.
Poi mi voltai e suonai il campanello della casa di Richie.
Quando lui aprì, aveva gli occhi rossi per il pianto, e il colore marrone dell'iride era particolarmente evidente. Non aveva gli occhiali, ma devo dire che stava meglio senza, più di quanto stesse già.
Si sfregò gli occhi quando mi vide.
"Che... che ci fai qui?" e poi tirò su con il naso.
"Volevo parlarti. Posso?" chiesi indicando dietro di lui con il capo, dentro il salotto.
Notai che vide Bill fuori di casa, ma che non salutò, sbattendo semplicemente la porta dietro di lui.
"Beverly è stata dura. Non avrebbe dovuto trattarti così..." iniziai, ma lui mi interruppe con uno sbuffo divertito ma amaro.
"È stata una puttana, ecco cosa è stata" rispose, raccogliendo gli occhiali per metterseli ora sul naso.
"Richie, non credo che sia il caso di finire un'amicizia in questo modo solo per colpa mia" gli dissi.
"Mi stai prendendo per il culo!?" alzò lui la voce.
Io deglutii, cercando di non scoppiare a piangere. Non riuscivo a mantenere il controllo. Avrei dovuto consolarlo, proteggerlo, come lui aveva sempre fatto con me, ma non ci riuscivo. Perchè non mi meritavo lui, non mi meritavo il suo amore. Mi faceva male vederlo così, ma nonostante ciò, non riuscivo a fare niente.

Inutile.
Smettila subconscio del cazzo.
Giusto. Non ho bisogno di dirti quanto sei inutile: lo sguardo del ragazzo che ami ma che hai deciso di distruggere, te lo dirá.

"Richie, ascolta..." lui mi interruppe di nuovo.
"Eddie, se sei venuto qui per farmi una lezione di vita e di compassione sul fatto che sono frocio, quella è la porta" me la indicò con il capo.
"No Richie. Sono venuto... per dirti che mi dispiace. Mi dispiace che tu sia innamorato di un rincoglionito come me, che ti causa solo dolori e delusioni. È Beverly..." presi un respiro profondo. "A me piace lei. Io non ti voglio, Richie."
L'espressione con cui Richie mi guardò poi, mi uccise.


ALLORA CARI LETTORI: dovete anche cercare di capire il perchè delle scelte di Eddie. Sta passando un periodo orribile della sua vita e il cancro non è un raffreddore. Il cancro ai polmoni è seriamente una cosa grave e l'unico destino che ha è di morire. Si avete capito bene. Sto povero cristiano per sta merda di malattia non credo potrà sopravvivere a lungo. Lui sta solo scegliendo il meglio per lui e per Richie secondo il suo punto di vista. Quindi smettetela per favore. Vi ringrazio.
Se volete commentare per gli scleri, perchè vi piace la storia o altro, a me fa solo piacere. Ma mi ferisce il fatto di come la prendiate questa fan fiction. Vvb lo stesso.

"I don't want you, Richie" //ReddieDove le storie prendono vita. Scoprilo ora