Capitolo 16

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Scusate ancora per la premessa, ma volevo solo dirvi grazie. Grazie davvero, siamo riusciti a raggiungere le mille e passa visualizzazioni da molto e non vi avevo ancora ringraziato. Grazie a voi, ogni giorno wattpad mi fa raggiungere un traguardo piú alto nella categoria ff e non so davvero cosa farei senza di voi. Lov u🌹

Pov's Richie

Bill bussò alla mia finestra. All'inizio presi un'infarto pensando fosse Eddie, che non avevo nessuna voglia di rivedere, ma poi vidi il suo ciuffo liscio e gli occhi chiari, che mi sorridevano dietro il vetro.
Io aprii la finestra e lui scavalcò con maiestria.
Io feci una smorfia e gli chiesi, indicandogli il mio libro di fisica:
"Ci capisci qualcosa?".
Lui scosse la testa.
"Dov-resti chi-chiedere a..." poi si fermò, ricordandosi che a casa Kaspbrak non avevo alcuna intenzione di ritornare.
"Ah, ehm... A p-proposito, Ed-die da' la sua fe-fe-festa di compleanno i-in giardino. Vuoi... v-venire?" mi chiese flebile.
Io gli mostrai le spalle.
"Se ci teneva che venissi, perché non é venuto direttamente lui?" chiesi, acido.
Lui alzò le mani in preda all'agitazione.
"L-lo sai perc-ché! Mi ha chiesto a-a me di chi-chiederte-lo, sapendo che t-tu l'avresti mandato a-a-a fanculo!" mi rispose sbuffando.
Io mi girai, brusco.
"Sembra che me ne stai facendo una colpa, Bill! Come pretendi che gli avrei dovuto rispondere? Dicendogli 'no, tranquillo, é tutto ok. Non mi viene solo voglia di tirarti un pugno'!".
Lui si scompose leggermente e aprí la bocca per ribattere, ma subito la richiuse.
"Dovresti p-parlargli, cercando d-d-di cap-ire le s-sue ragioni" disse ora calmo.
"E chi cazzo capisce le mie?" chiesi poi, con voce delusa e distrutta.
Lui abbassò lo sguardo sulle sue scarpe e poi sospirò.
Sul davanzale della finestra, rispose:
"Bah, f-fai come vuoi. S-spero di ved-erti" e poi scese, saltando in cortile.
"Porca puttana!" gridai, passandomi una mano tra i capelli scuri.
Non sapevo cosa avrei dovuto fare. Avevo voglia di svago, di dimenticare, ma non potevo se il protagonista della festa era colui che volevo dimenticare. Mancavano però solo due settimane all'inizio del terzo anno scolastico alle scuole superiori, e io di fisica continuavo a non capire un cazzo: avrei comunque dovuto vederlo, per le ripetizioni, altrimenti sarei ritornato in seconda. Magari, se fossi andato, avrei potuto parlare con Eddie, risolvere, cosí che potessi poi recuperare fisica.
Si, avrei proprio dovuto.

Pov's Eddie

"Eddie caro!" mi chiamò mia madre.
Mentre correvo sugli scalini, sbuffai.
"Cosa?" chiesi.
"Ancora non mi hai detto grazie perché ti sto facendo la festa di compleanno" mi disse con voce mielosa.
"Mamma, non é che se mi fai la festa di compleanno non sono piú gay, sappilo" alzai un soppracciglio.
Lei si avvicinò.
"Lo so tesoro, lo so. Ma per quello ho chiamato lo psicologo" mi sorrise.
Io la guardai disgustato.
"Cosa hai fatto?! Ma sei impazzita! Fanculo la festa!" gridai.
"No no Eddie! L'ho chiamato cosí che potrai sfogarti con lui, visto che quel Tozier non potrai piú vederlo" cercò lei di essere comprensiva.
"Ma Dio mio, mamma! Ma ti senti?!" ero sempre piú disgustato. "Mi soffochi i sentimenti in questo modo! Ma come ragioni?!".
"Non ti sto soffocando i sentimenti! Li esporrai allo psicologo!" disse ora.
Io mi passai una mano tra i capelli, terrorizzato.
"Mi fai schifo mamma!" salii gli scalini di corsa e mi richiusi in camera.
Mi lasciai cadere sul pavimento piastrellato, con la schiena appoggiata alla porta.
Ero davvero cosí sbagliato? Davvero ero uno scherzo della natura? Facevo cosí schifo?
Lasciai che una lacrima mi scendesse su una guancia. Chiusi gli occhi, portando il capo verso il soffitto e lasciando che il respiro mi uscisse tremolante nel tubo.
Perché non potevo essere normale?

Perché? Perché Richie é la persona che ami di piú in assoluto e che sei dannatamente gay.
Già subconscio. Sono dannatamente gay e dannatamente innamorato di lui.

"I don't want you, Richie" //ReddieDove le storie prendono vita. Scoprilo ora