Capitolo 25

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Pov's Richie

Erano passati cinque giorni dall'accaduto. Ormai, quella notte a casa di Eddie dove avevamo fatto l'amore, non ricordavo se fosse stato reale o un sogno. Mi sembrava fosse successo secoli fa. Ricordavo con precisione quando mi ero piegato tra le sue gambe, sentendo il gusto della sua pelle sulla lingua e quando le sue unghie si erano conficcate nella mia schiena.
Mi toccai una spalla con le dita, sentendo un piccolo rigonfiamento sotto i polpastrelli: la pelle si era gonfiata per i graffi di Eddie che ancora mi erano rimasti impressi sul corpo.
Appoggiai il capo e la schiena sul cuscino del sedile posteriore della macchina e spostai lo sguardo sul finestrino fuori.
"Rich?" mi chiamò mia madre dal sedile del conducente.
"Mmm?" spostai il capo verso la sua voce.
"Stai... Bene?" mi chiese, piano.
Io sospirai e feci spallucce.
"Non lo so mamma. Voglio solo vederlo." le risposi.
Lei mi sorrise rassicurante, guardandomi dallo specchietto.
Quando arrivammo sull'uscio della porta dell'ospedale, mi fermai.
Il vento mi scompigliò i capelli.
Ormai quel posto era diventato il luogo di ritrovo tra me ed Eddie. Ripensai alla prima volta, quando lo portai in bici fino all'ospedale o a quando ero corso dietro l'ambulanza per andarlo a cercare.
Misi poi le mani in tasca quando una lacrima mi scese su una guancia.

Spostai il peso del libro sulla gamba sinistra. Il palmo della mano mi doleva nel reggermi il mento e il capo. Tamburellai la penna sulle pagine e sulle righe che rileggevo e rileggevo di continuo, ma di cui non capivo il significato.
Sospirai, alzando lo sguardo dal libro di fisica posandolo -lo sguardo- sul vetro che divideva me e il corpo dormiente di Eddie nell'altra stanza.
Mi alzai dalla panca su cui ero seduto e dove stavo provando a studiare per l'esame di fisica che avrei dovuto fare per recuperarla, e mi avvicinai al vetro lucido.
Intravedevo poco del suo piccolo corpo, come il naso delicato e ricci che gli ricadevano sulla fronte.
Appoggiai le dita sulla finestra che mi permetteva di vederlo da fuori la stanza.
Mi mancava. Mi mancavano i suoi sospiri, le sue coglionate, il suo essere cosí intelligente, i suoi sorrisi, le sue risate. Ma anche i suoi baci, delicati e bagnati sulla pelle ardente e il suo modo cosí adorabile di volermi suo.
Spinsi la fronte contro il vetro e le lacrime scesero sulle guancie.
Non facevo altro che piangere di continuo, ripensando ad Eddie, a tutto quello che avevamo passato e poi un pugnale mi uccideva il cuore, sentendomi in colpa per non aver impedito il malessere di Eddie. Il suo coma.
Feci un respiro tremolante.
"Richie?" mi chiamò mia madre.
Io mi raddrizzai: non volevo girarmi, mi avrebbe visto sofferente, in lacrime.
"Vuoi... Restare ancora o vieni con me?" mi chiese e sentii che mi si avvicinò.
Io tirai su con il naso.
"Resto. Ti chiamo con il telefono della cabina in fondo" le risposi, nasale.
Lei avvicinò la labbra al mio orecchio.
"Ti lascio un gettone. Non tardare" mi baciò poi una guancia bagnata. "Ti voglio bene".
"Anche io mamma" dissi con voce spezzata.
Mi lasciò un bacio fra i capelli prima che se ne andasse.
Mi schiarii poi la voce, sicurissimo che la cosa che presto avrei fatto sarebbe stata terribilmente stupida. Ma ne avevo bisogno.
"Ehy Eds... Si, so che non puoi sentirmi e che sto parlando con il vetro" deglutii, con la bocca secca. "Ma devo parlarti. Devo dirti tutte quelle cose che non ho mai fatto in tempo a dirti. Mi dispiace che sei finito cosí, su un letto. Non so neanche se mai ti sveglierai piú, ma ti giuro che non cercherò mai nessuno per cercare di sostituirti. Sono sicuro che a sessant'anni sarò ancora qui, di fronte a questo vetro, a guardarti solo il profilo perché non credo che rivedrò mai il tuo viso per intero. Ti sembrerà strano il fatto che dopo aver perso la verginità non lo farò mai piú con nessuno, ma ho bisogno del tuo tocco, delle tue labbra, che non potranno mai sostituire quelle di chiunque altro. Scusami se mi sono sempre incazzato con te, quando tu eri fragile e delicato. Mi dispiace non essere la persona che ti aspettavi che fossi, quella adatta a te. Mi scuso per essere cosí stupido, e a volte coglione. Scusami se non sono stato sincero e delicato con te. Mi dispiace per tutto, per il mio essere cosí sbagliato. L'unica cosa di cui non mi pento é l'amore che provo nei tuoi confronti." mi fermai un attimo. "Quindi ti prego, svegliati e amami di nuovo. Ho bisogno di te Eds" finii, flebile.
Aprii gli occhi quando il sordo rumore della macchina dei battiti cardiaci di Eddie si era attivata.
Eddie era sveglio.




WOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO.
Lov u babes *smuch* *smuch*.

"I don't want you, Richie" //ReddieDove le storie prendono vita. Scoprilo ora