Capitolo 20

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Pov's Eddie

Sentii picchiettare alla finestra e con fare annoiato girai il capo verso e il vetro e subito mi alzai, inciampando nel tappeto, vedendo Richie.
Lui scoppiò a ridere.
Io aprii la finestra, imbarazzato.
"Ehy Rich ehm...." iniziai ma lui mi interruppe entrando in camera mia.
Ricordavo bene cos'era successo quella sera e forse era meglio non ricordarsene. Non capivo infatti l'euforia di Richie, pensavo ce l'avesse a morte con me.
Mi grattai la nuca, arrossendo.
"Eddie io non voglio ritornarmene in seconda quindi TI SCONGIURO aiutami con fisica" disse, e poi si buttò sul letto.
Io lo affiancai, a gambe incrociate, e afferrai il libro malridotto.
"Richie non sei arrabbiato con me?" chiesi.
Ero dannatamente confuso.
"Certo Eds. Lo sono. Perché sei veramente un rincoglionito." si mise seduto. "Menomale che Bev é venuta da me e mi ha detto tutto." disse con una smorfia.
"Tutto... Cosa?" aggrottai la fronte.
"Beh si, tutto insomma. Pensavo mi avessi preso per il culo, volendomi rendere lo zimbello di Derry perché ero assolutamente sicuro che tu fossi innamorato di Beverly ma poi lei mi ha detto che ti ha parlato" alzò lo sguardo su di me. Uno sguardo indagadore, penetrante. Dannatamente sensuale, e io rabbrividii di piacere a quel contatto.
"A-ah..." riuscii a biascicare.
Lui rise, amaro, aggrottando la fronte.
"Non devi rimanerci cosí male se siamo due gay innamorati, Eddie" disse.
Io sbattei le palpebre.
"Nono, non... Non intendevo questo, è che..." sorrisi, capacitandomi finalmente di quanto la situazione fosse fantastica. "Sono contento." dissi semplicemente.
"Sei... Contento? Sei proprio un coglione Eddie: non avevi voluto dirmi niente in tutti questi mesi che mi ricambiavi! Hai avuto pure la faccia tosta di venirmi a dire che non mi volevi, che eri innamorato di Bev" si stava innervosendo.
"Lo so Richie, e mi dispiace. Ho fatto tante di quelle coglionate nella mia vita, ma ti giuro che questa era per il nostro bene. Cioé, é per il nostro bene" mi passai una mano tra i capelli.
"Eddie quanto sei depressivo, puoi ancora guarire! Hai mandato tutto a puttane per il cancro? E se quella merda di malattia non ci fosse stata? Cosa avresti fatto, avresti mandato i miei sentimenti a fanculo lo stesso?!" stava alzando la voce e io mi stavo preoccupando che mia madre si svegliasse, lo vedesse, e che poi lo mandasse via a calci. E io non volevo. Volevo spiegargli, dirgli quanto mi era mancato. Avrei potuto finalmente baciarlo, senza nessun stupido gioco di mezzo.
Gli fissai le labbra piene e rosee.
"Rich..." tentai, poi riportai lo sguardo sui suoi occhi. "La vita mi ha sempre mandato a fanculo. Io... Pensavo che non avrei avuto tempo di dirtelo, di avere il nostro tempo insieme per colpa dei polmoni, della malattia" dissi dispiaciuto.
Lui mi guardò male, offeso, deluso.
Io deglutii, cercando si mandare via quel groppo amaro formatomisi in gola.
"Non mi sto giustificando, vorrei solo farti capire il mio punto di vista, il perché l'ho fatto" sussurrai flebile.
Lui aveva abbassato lo sguardo e stava annuendo.
"Perché c'era tutto quell'alcool alla festa?" chiese d'un tratto.
"Ah uhm... L'hanno portato quelli piú grandi. Mia madre non c'era perché sapeva che ci sarebbe stato, come le persone che avrebbero fatto sesso e se ne era andata" spiegai.
"Scusa ma avrebbe potuto benissimo non darti il permesso" aggrottò la fronte.
"Oh senti, la festa é stato uno sballo. Perché non avrei dovuto farla?" ribattei offeso.
Lui scosse la testa.
"No, intendo... " sbuffò. "Si, hai capito."
"Vuole entrare nelle mie grazie, perché... Sa che sono gay. Ha reagito in un modo orribile. É stata quella volta quando ero venuto da te, e poi siamo andati alla cava con gli altri e Bev... Ha aveva detto che ti piacevo" spiegai in imbarazzo.
"Cosa dirà quando scoprirà che suo figlio lo ha fatto con un uomo" ridacchiò.
Io alzai gli occhi al cielo e gli diedi una gomitata leggera.
"Senti sono serio però. Mi dispiace, davvero Richard. Io ti amo" gli dissi.
Lui alzò lo sguardo stupefatto su di me.
"Ripetilo Eds, ti scongiuro" mi implorò.
Io mi schiarii la voce e lo ripetei, piú sicuro.
"Ti amo Richie Tozier".
Lui sorrise, un sorriso radioso che per la prima volta gli arrivò agli occhi.
Mi sentivo bene ad averglielo detto. Perché si, Dio mio, ero innamorato di lui e finalmente lo sapeva.
"Porca puttana Eds, anche io. Anche io ti amo" mi disse e subito si piegò su di me per baciarmi.
Mi prese il viso tra le mani, e io per la fretta del gesto spalancai gli occhi.
Iniziò a baciarmi con foga, picchiettando la lingua sul mio labbro, implorando l'entrata. Io schiusi la bocca e le nostre lingue iniziarono a danzare in quello spazio troppo piccolo per sfogarci entrambi. Avevamo aspettato troppo, avevamo bisogno l'uno dell'altro.
Iniziai a ricambiarlo con altrettanta foga e mi spinsi sopra di lui, afferrandolo per la maglietta.
Lui ribaltò la situazione con maiestria, continuando a baciarmi. Le labbra però si spostarono sulla mascella, lasciandomi piccoli baci e succhiotti lungo il collo e questa cosa mi faceva impazzire.
Gemetti buttando all'indietro il capo e lui sorrise sulla mia pelle olivastra.
Afferrò gli orli della mia maglietta rossa e fece per togliermela, ma io per sbaglio poggiai la mano sul suo libro di fisica sul letto e scivolò sul pavimento. Sollevammo entrami il capo sull'oggetto caduto. Notai che un foglio era uscito dalle pagine ingiallite del libro.
Feci perno sul petto di Richie per alzarmi e raccolsi il foglio.
Vidi che era la sua verifica di fisica, e dalla data notai che era quella che avrei dovuto aiutarlo a prepararsi. Lí però, marcato in rosso, non c'era scritto un bel cinque, ma un otto, grande e spazioso sul foglio, scritto in modo sbrigativo.
Io mi girai verso di lui e lo vidi deglutire, con i capelli spettinati e le labbra gonfie.
"Avevi... Avevi detto che avevi preso un brutto... Voto" dissi ancora ansimando.
Lui si passò la lingua sulle labbra.
"Io.. Non l'ho mai detto. Avevo solo abbassato il capo, perché... Perché non bastava. In pagella ho comunque quattro in fisica." disse anche lui tra ansimi e sospiri.
"Ma potevi andartene benissimo a Vancouver" aggrottai la fronte, sedendomi accanto a lui.
"Io... Volevo restare. Mi ero detto che era meglio rimanere con te. Non potevo andarmene da solo, senza la tua presenza" spiegò, imbarazzato.
Io sorrisi.
"Eri... Rimasto per me?" chiesi arrossendo.
"Si Eds, ma ora basta con queste smancerie. Fammi una sega ti prego" mi supplicò, volendo continuare cosa avevamo iniziato poco prima.
Sorrisi malizioso, passandomi una mano tra i capelli.
Mi tolsi il tubo dal naso, stufo di quella presenza ostile. Richie fece per rimproverarmi ma io lo zittii con lo sguardo.
Afferrai gli orli della mia maglietta e me la sfilai.
Vidi il suo sguardo penetrante guardarmi il petto. Istintivamente si portò la mano sul cavallo dei pantaloni, sfiorando il suo spazioso membro che si era eccitato.
"Rich?" lo chiamai.
Lui si passò la lingua sui denti.
"Scopami" ordinai.

Ora amatemi :) -anche io mi amo, don't worry.

ATTENZIONE: il prossimo capitolo presenterà scene esplicite di sesso (piú o meno. Non so come lo fanno ben benino i gay. Chiederò per informarmi di piú direttamente a Finn, se si sbriga a rispondermi in direct). Se vi disturba, non leggete.

"I don't want you, Richie" //ReddieDove le storie prendono vita. Scoprilo ora