morning

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Quel mattino era particolarmente cupo, le nuvole grige ricoprivano quello strato di cielo che vedeva tutti i giorni dal suo vecchio bancone, sospirando esausto

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Quel mattino era particolarmente cupo, le nuvole grige ricoprivano quello strato di cielo che vedeva tutti i giorni dal suo vecchio bancone, sospirando esausto.

Poche persone vennero quel giorno in cui lui non ebbe scuola, forse erano impegnati a fare qualcos'altro che venire alla ferramenta.
Scarabocchiava sul bancone piccole nuvole sapendo per certo che se li avesse visti il signor Jong Kyu avrebbe ricevuto una tirata di orecchie, ma in quel momento era così concentrato ad ascoltare la musica con le sue care cuffiette.

Era così tanto stanco di quella situazione ma in quel momento l'unica via di fuga era quella di aspettare l'estate per poter rimanere a casa, come tutti gli anni.
I suoi genitori erano come lui, calmi e amanti della serenità ma con una pecca, non amavano viaggiare.
Infatti rimanevano sempre nelle loro rispettive case, dato il loro divorzio, a leggere dei classici noir.

Jimin non risentì la separazione dei suoi, forse perché fin da quando era nato notava una certa freddezza nei loro comportamenti.
Non si lasciarono per tradimenti, ingiustizie o quant'altro.
Credevano soltanto di non essere più compatibili, cosa che segretamente credeva Jimin.

Abitava da suo padre, eccetto il fine settimana in cui dormiva a casa di sua madre.
Nessuno di loro due si risposò e ciò confermò le teorie di Jimin, non riuscivano ad amare qualcuno.
Nemmeno se stessi.

Jimin sospirò e ritornò ai suoi disegni senza senso fin quando non venne risvegliato dal suo stato di trance.
Il piccolo alzò lo sguardo ed incontrò di nuovo quello di porcellana del ragazzo, che in quel momento aveva un sorriso a trentadue denti.
Tolse subito le cuffie e si alzò facendo cadere il telefono che cercò in tutti i modi di salvare senza risultati.
Lo prese da terra e lo posò nel bancone "Mi scusi"

Il ragazzo fece spallucce -Oggi mi servirebbero delle catene- continuò.
Il piccolo annuì e uscì dal bancone, dirigendosi nello scaffale richiesto.
Andò in panico notando le catene poste negli scaffali più in alto e si guardò intorno in cerca di una scala.
La trovò e la posizionò salendoci su per poi abbassare lo sguardo sul ragazzo.
Non riuscì ad aprire bocca che lui gli disse con un piccolo sorriso le varie lunghezze e lui ricependo, annuì.

Scese dalla scala e la chiuse sistemandola appoggiata allo scaffale e poi si diresse al bancone riferendo il prezzo.

-Stavolta non darmene di più, non mi serve la mancia- disse Jimin forse con un tono alquanto brusco.
-Uhm scusami, tieni- disse porgendo la banconota.
Jimin si sentì in colpa per averlo trattato in quel modo e cercò di inventarsi qualcosa per scusarsi ma non appena cercò di parlare, il ragazzo scappò via.

-Sono proprio una persona spregevole-

I loved you, bloody;; yoonminDove le storie prendono vita. Scoprilo ora