Mercoledì - Ma che sorpresa! - (seconda parte)

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«Hai già preso impegni per oggi?» domandò lui.

«A dire la verità sì, però se la tua proposta è più allettante, potrei rimandare.»

«Mi chiedevo se ti andava di passare il pomeriggio insieme. Magari prima potremo mangiare qualcosa a casa mia.»

«Questa non è una proposta allettante, è un appuntamento.»

«Non sarà tra i più romantici, ma è tutto quello che posso offrirti.»

Erin si portò un dito alla bocca posandolo sulle labbra e con lo sguardo diretto verso l'alto, finse di riflettere. Si divertiva a farlo stare sulle spine.

«Credo di poter rimandare tutto a domani.» Disse infine, sorridendogli.

Si avvicinò a lui, riprendendolo nuovamente sottobraccio. Finirono la loro passeggiata davanti all'ingresso della casa, prima di entrare, Rick mise le mani avanti avvisandola del disordine che si sarebbe trovata di fronte. Il giorno prima sia lui che Brian non avevano avuto né il tempo e né la voglia di fare le pulizie.

«Pensavo peggio», commentò lei, «per essere due ragazzi siete fin troppo ordinati. Certo si nota l'assenza di un tocco femminile, ad esempio non vedo la presenza di fiori e non credo di trovarne neanche se cercassi meglio. Giusto?»

Annuì. «Non abbiamo il pollice verde, qualsiasi fiore varchi la soglia di questa casa è destinato ad una lenta ma inesorabile agonia.» Disse, per giustificarsi.

Dopo essersi scambiati per un istante i ruoli, e averle fatto lui da guida portandola a spasso per l'abitazione, Rick si recò in bagno per una doccia e iniziò a spogliarsi. Erin rimase ad aspettarlo in soggiorno.

«Credo che il luogo più adatto per gli slip usati sia il cesto della biancheria da lavare, non il divano.» Disse lei a voce alta.

«Scusami, ieri andavo di fretta e devo essermi perso in giro qualche pezzo del costume da bagno.»

Suonò il campanello di casa. Vista la sua impossibilità, Rick chiese a Erin di andare ad aprire al posto suo. Udì delle voci ma non riuscì a capire di chi si trattasse.

«Rick, cercano te!» Lo avvisò Erin.

«Arrivo!»

Quando raggiunse l'ingresso non poté credere ai suoi occhi, davanti a lui stava avendo luogo una scena surreale: due persone sulla sessantina, un uomo e una donna fermi sulla soglia con un'espressione meravigliata. Lei: mora, capelli che le arrivavano a sfiorare le spalle, carnagione chiara, occhi castani e fisico snello. Lui: occhi chiari, capelli corti brizzolati e fisico atletico. Di fronte a loro Erin con in mano lo slip del costume da bagno, e come se non bastasse Rick si ritrovava ad avere solo un asciugamano legato intorno alla vita a coprirlo.

«Mamma! Papà!» Esclamò.

Erin si accorse di ciò che teneva in mano e, prontamente lo nascose dietro la schiena. Dopo un attimo di esitazione iniziale, fu la madre a rompere il ghiaccio.

«Ciao tesoro! Come stai?» disse andandogli incontro per abbracciarlo. «Scusaci per questa visita a sorpresa, passavamo di qua e abbiamo pensato di venire a salutarti. Vi abbiamo disturbato?» chiese, rivolgendosi a Erin.

Lei era talmente scossa che non riuscì a dire nulla, si limitò a fare cenno di no con la testa.

«Sto bene, grazie.» Intervenne Rick. «Come mai vi trovate in zona?»

Anche loro, subito dopo il trasferimento di Rick, presero la decisione di abbandonare Atlanta per preferire una città che fosse più vicina al mare. Entrambi in pensione, scelsero James Island a dieci chilometri a sud di Charleston, per vivere quella nuova fase della loro vita.

«Tuo padre questa mattina doveva effettuare degli esami clinici all'ospedale.»

«Nulla di preoccupante spero?»

«Si è trattato di semplici esami di routine, stai tranquillo.» Rispose lui.

«Perché stasera non ceniamo tutti insieme?» propose sua madre, «così magari ci presenti anche la tua ragazza.»

«Ma veramente lei...» Rick si apprestò a correggerla.

«Piacere di conoscervi, io sono Erin.» Si presentò interrompendo la sua spiegazione. «Trovo sia un'ottima idea la cena, non trovi Rick?»

Restò sbalordito dal suo comportamento, ma l'assecondò. «Sì, stavo per proporlo io, mi avete tolto le parole di bocca.»

«Allora vada per la cena. Ora vi lasciamo in pace, ci vediamo stasera.»

Dopo averli salutati e accompagnati alla porta, Rick ci si appoggiò contro subito dopo averla richiusa alle sue spalle.

«Scusami, non ero al corrente di questa visita.»

«Non ti devi scusare, è stato spassoso.» Si mise a ridere. «Sono molto carini.»

«Eravamo da tanto senza vederci, avevo in programma di andare a trovarli la settimana prossima, ma a quanto pare mi hanno anticipato.»

«Tua madre mi ha dato l'impressione di essere una donna solare, mi piace.»

«Come mai non hai voluto che le dicessi la verità riguardo al nostro rapporto?»

«Era così felice nel saperti fidanzato che non mi andava di deluderla, e poi credo che stasera ci divertiremmo a recitare questo ruolo.»

Rick annuì, convinto che in fondo avesse ragione lei, sarebbe stato piacevole fingersi una coppia. Non sapeva cosa l'avesse spinto a pensarla in quel modo, o forse sì. Probabilmente una parte di lui sperava lo diventassero per davvero. Ogni minuto passato insieme incrementava in lui la consapevolezza che Erin fosse la persona che voleva al suo fianco.

«Ora è meglio che vada a farmi la doccia.» Disse, dirigendosi verso il bagno.

«Ehi Rick! Questo credo sia tuo.» Gli sventolò lo slip.

Dopo essersi rinfrescato, tornò in cucina pensando a cosa preparare per pranzo. Aprì il frigorifero, ma non trovò granché, gli ultimi giorni erano stati così frenetici che si erano scordati di fare la spesa. Tutto quello che poteva proporre era del pollo, da preparare probabilmente fritto. Erin si prestò per cucinarlo, lui invece preferì apparecchiare la tavola.

«Hai già pensato al menù per la cena?» gli chiese Erin.

«Pensavo di arrostire della carne al barbecue. Una cosa veloce, nulla di impegnativo. Che ne pensi?»

«Per me va bene, e di primo?»

«Vuoi fare anche il primo?»

«Certo, potremo fare delle lasagne al forno.» Rick fece una faccia terrorizzata. «Non puoi di certo cavartela servendo solo della carne. Bisogna organizzare una cena degna di questo nome.» Concluse lei.

«Ma io non so cucinare.»

«A quelle ci penso io, tu ti occupi della carne.»

«Mi spaventi lo sai?» disse, mentre posava i piatti sulla tavola.

«È piacevole vederti in difficoltà, fai una faccia buffa.» Si mise a ridere e provò a imitare la sua espressione.

Erin finì di cucinare e raggiunse Rick nel soggiorno, posò il piatto da portata con il pollo al centro della tavola, poi si sedette di fronte a lui per mangiare.

«Visto che stasera saremo una coppia, che ne dici di iniziare già da ora a entrare nei ruoli, sai com'è non vorrei arrivare impreparato.»

«E come?» Domandò lei.

«Ad esempio più tardi potremmo andare a fare la spesa insieme, visto che non abbiamo neanche un ingrediente per poter preparare le nostre idee.»

«Ok, ci sto!»


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Buona lettura LOVERS!


    

Dieci Giorni E Un Futuro [COMPLETA]Where stories live. Discover now