Sabato - Il tempo per dirsi addio - (quinta parte)

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Il pescatore accortosi di ciò che stava accadendo, abbandonò l'attrezzatura e corse subito da loro. «Chiami un'ambulanza, per favore.» Disse Rick, lui ispezionò freneticamente le tasche alla ricerca del cellulare. «Faccia presto!» Lo esortò.

Tom teneva gli occhi aperti, ma il suo sguardo era perso nel vuoto. Rick cercò di mantenere la calma evitando di farsi prendere dal panico. Non possedeva nessuna competenza in ambito medico, perciò quello che poteva fare era sedersi accanto a lui e assicurarsi che il suo corpo gli facesse ombra.

«Andrà tutto bene.» Gli disse, cercando di usare un tono più rassicurante possibile. «Devi solo resistere, non è difficile per un uomo forte come te.»

Passarono pochi minuti prima di udire il suono della sirena dell'ambulanza, nel frattempo si era creata tutt'intorno la classica folla di curiosi, Rick provò a farli allontanare grazie alla collaborazione di altre persone, ma non ci fu modo. Gli faceva rabbia vedere che la tragica situazione in cui si trovava il suo amico fosse diventata l'attrazione della giornata.

All'arrivo dei paramedici Tom venne subito soccorso. Uno di loro provò a chiamarlo per testare il suo stato di coscienza, ma lui non rispose, allora accostò un orecchio alla sua bocca e si rese conto che l'attività respiratoria era assente. «Possibile arresto cardiaco.» Annunciò. «Preparare il defibrillatore.»

Rick era a pochi passi da loro mentre osservava uno dei paramedici effettuare il massaggio cardiaco, un altro invece teneva con una mano una mascherina ben aderente alla sua bocca, mentre con l'altra premeva un pallone immettendo così dell'aria all'interno dei polmoni. Subì due scariche elettriche dal defibrillatore prima che il suo cuore tornasse a battere. Dopo essersi accertati di una, seppur debole ripresa dell'attività cardiaca, i paramedici decisero di caricarlo su di una barella e trasferirlo d'urgenza all'ospedale.

Passò parecchio tempo prima che Rick venisse raggiunto dal medico che aveva preso in cura Tom: un uomo alto, giovane, con i capelli corti e brizzolati. Indossava un completo blu con sopra un camice bianco.

«Salve, sono Michael Miller.» Gli tese la mano. «Il medico che ha visitato il signor Brown.»

Rick riscontrò il suo nome anche sul cartellino che aveva appuntato al petto, seminascosto dalle numerose penne inserite nel taschino. «Rick Parker, piacere.»

«Lei è un parente del signor Brown?» domandò.

Era strano per lui parlare di Tom facendo riferimento al suo cognome, anche perché pensandoci bene, era la prima volta che lo sentiva. «No, sono un suo amico.» Gli rispose.

«Che lei sappia, aveva già avuto a che fare con episodi simili?»

«Questo non glielo so dire, conosco Tom da appena una settimana.» Confessò. «Perché mi sta chiedendo questo?»

«Vede Rick, dagli esami che abbiamo effettuato risulta che il signor Brown non è ancora del tutto fuori pericolo.»

«Cosa intende dire?»

«Dopo l'infarto che ha subito, ora il suo cuore è molto debole.» Gli spiegò.

«Non si può fare niente per migliorare le sue condizioni?»

«In questa fase ha bisogno di assoluto riposo per far sì che i suoi valori, ora critici, tornino nella norma. Lo terremmo comunque costantemente monitorato.»

«Capisco.»

«Se vuole a breve, non appena i miei colleghi avranno terminato gli ultimi accertamenti, potrà fargli visita.»

Dieci Giorni E Un Futuro [COMPLETA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora