Domenica - Un viaggio a vuoto - (quarta parte)

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Parcheggiò nel vialetto. Due rondini posate su di un filo della corrente si alzarono in volo spaventate dal rumore del motore, tutt'intorno regnava la tipica calma di un pomeriggio domenicale. La casa aveva le tapparelle abbassate, proprio come aveva immaginato. Si diresse verso la veranda, salì i tre gradini e si trovò davanti al portone, esitò un momento, fece un respiro profondo..., e ancora prima che decidesse di bussare la sua mano lo aveva già fatto per lui. Attese un istante, quasi certo che lei venisse ad aprirgli la porta, quello era l'ultimo posto in cui poterla cercare. Non vedendo nessuna reazione tornò a bussare, più forte di prima. Gli venne persino il dubbio che stesse dormendo, e che non le avrebbe di certo fatto piacere essere svegliata in quel modo. Accostò un orecchio alla porta per sentire se ci fosse dell'attività all'interno della casa, ma non rilevò nessun genere di rumore. Provò a bussare un'ultima volta.

«È inutile che continua, non le aprirà nessuno.»

Una signora dall'altra parte della strada lo informò, Rick le si avvicinò per saperne di più. «Salve!» la salutò, prima di attraversare. Lei rispose allo stesso modo. «Mi chiamo Rick.» Disse, porgendole la mano per presentarsi.

«Ciao Rick, io sono Clara.» Replicò lei, stringendogliela.

Era una signora molto gentile e sorridente, dai lunghi capelli castani. Indossava un grembiule bianco sopra un vestito rosso e in mano teneva una paletta da cucina. «Scusami se mi sono permessa, ma ho notato che cercavi qualcuno.»

«Sì, cercavo Erin.» Confessò. «La conosce per caso?»

Sorrise. «La conosco molto bene, ero un'amica di Charlene, sua madre.»

«Capisco.»

«Non è in casa, se è quello che speravi.» Disse, anticipando la sua domanda.

«Esatto.» Rispose Rick. «Lo speravo.»

«Sei il suo ragazzo?» gli domandò.

«Ehm...» Non seppe cosa dire, non aveva la risposta pronta a quella domanda.

Clara si accorse dell'evidente stato d'imbarazzo in cui si trovava, così decise d'intervenire. «Ho capito, non preoccuparti.»

«Sa per caso se oggi è venuta qui, a casa della madre?» le chiese.

«Che io sappia no.» Rispose. «Anche perché suo zio, aiutato da altre due persone, si è recato qui proprio ieri per portare via gli ultimi mobili rimasti.»

«Quindi ora la casa è completamente vuota?»

«Esatto, e non avrebbe senso venire a passarci la domenica.»

«Sa almeno dove potrei trovarla?» stava nuovamente rivestendo i panni dell'investigatore, e la cosa non gli piaceva affatto.

«No, mi dispiace.»

«Va bene, allora sarà meglio che vada.»

«Aspetta!» esclamò lei. «Voglio darti una cosa.» Entrò in casa, e poco dopo tornò da Rick con un sacchetto in mano. «Tieni, questi li ho fatti io.»

«Grazie, mah... di che si tratta?»

«Sono dei biscotti, li ho sfornati poco fa.» Il suo sguardo era felice. «A dire il vero, erano i biscotti preferiti di Erin. Quando era più piccola veniva spesso qui a casa, soprattutto nel pomeriggio. Lei e mia figlia erano compagne di classe, così dopo la scuola s'incontravano per fare i compiti e la finivano sempre col divorarmi tutti i biscotti.» Si mise a ridere.

«La ringrazio, ma non doveva disturbarsi.»

«Nessun disturbo.» Posò la mano sul suo braccio. «È un piacere per me.»

Rick salutò la signora, ringraziandola soprattutto per le informazioni che gli aveva dato. Anche se non gli erano tornate utili per rintracciare Erin, gli avevano comunque permesso di capire che sarebbe stato inutile restare lì, parcheggiato davanti alla casa, ad attendere che lei vi facesse ritorno. Con il morale a terra decise dunque di lasciare Holly Hill, facendo un rapido calcolo avrebbe avuto anche il tempo per passare a casa a darsi una rinfrescata e cambiarsi i vestiti prima di recarsi al lavoro.

L'auto scorreva senza problemi sulla strada che l'avrebbe riportato a casa, al suo interno l'aria profumava di biscotti appena sfornati, l'odore era così intenso e invitante che non riuscì a resistere alla tentazione di assaggiarli. Cercò, senza mai staccare gli occhi dalla strada, di aprire il sacchetto poggiato sul sedile di fianco al suo, non appena ci riuscì vi infilò la mano e ne estrasse una manciata. Non era mai stato un gran mangiatore di biscotti, ma dopo aver assaggiato quelli rimase quasi dispiaciuto nel vedere che ne erano rimasti solo tre, erano davvero molto buoni.

Durante i chilometri che gli restavano da percorrere si mise a pensare a Erin, e trovò buffo il fatto che, era stato molto più semplice trovarla la settimana prima, avendo avuto come unici indizi solo il suo nome e il luogo di lavoro. Quel pomeriggio, Rick, aveva affrontato il viaggio con la sola speranza che lei fosse andata a stare un po' di tempo nella casa della madre, che avrebbero potuto risolvere tutto una volta arrivato lì, e magari poi, sarebbero anche potuti tornare insieme a Charleston. Invece, qualche ora più tardi si trovava a percorrere lo stesso tragitto al contrario, con l'amarezza di aver compiuto l'ennesimo buco nell'acqua e come unico bottino un sacchetto di biscotti ormai vuoto.

Arrivò a casa poco prima del tramonto, si fece una doccia e si preparò per andare al pub. Risalito in macchina pensò che aveva avuto ragione Brian al molo, doveva solo lasciar passare la giornata. 


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Buona lettura LOVERS!

Dieci Giorni E Un Futuro [COMPLETA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora