Sabato - Sorrisi interrotti - (quarta parte)

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Rick rimase colpito da quel genere di richiesta del tutto inaspettata, ma senza tradirsi annuì. Del resto non poteva che fargli piacere esaudire un desiderio che lo avrebbe fatto stare bene. «Tom, prima di andare devo fare un salto a casa per prendere l'auto, a meno che tu non voglia fartela a piedi?»

«Non credo di averne le forze. Comunque per l'auto non ci sono problemi, puoi usare la mia.» Gli porse le chiavi. «È da tanto che non la guido, ma credo che le sue condizioni siano ancora buone. Seguimi.»

Uscirono dall'abitazione e si diressero verso il garage posto al lato. Il sole era alto in cielo e non li risparmiava il suo calore. Rick si chiedeva come facesse Tom a non sentire caldo con indosso la giacca, uomo d'altri tempi. Gli diede una mano a tirar su il grosso portellone di metallo. Un vecchio pick-up si presentò davanti ai loro occhi e mostrava fiero le cicatrici causate dal tempo: alcuni punti di ruggine, il colore sbiadito della verniciatura e un importante strato di polvere. Nonostante tutto però sembrava ancora in grado di dire la sua.

«Sei sicuro che il motore si avvii?» domandò scettico.

«Non preoccuparti, ogni tanto lo metto in moto per evitare che il riposo forzato lo usuri di più.»

«Ok, allora gli diamo una spolverata e siamo pronti a partire, guidi tu?»

«No Rick è meglio che sia tu a farlo, è dal giorno dell'incidente che non mi metto alla guida. Non so di preciso cosa mi sia capitato, ma è come se avessi un blocco. Per me è già tanto salirci a bordo.»

«Capisco.» Rispose, senza insistere ulteriormente.

Fu un viaggio tutt'altro che noioso per le braccia di Rick grazie all'assenza del servosterzo, per non parlare poi del cambio e della fatica che aveva dovuto fare per inserire le marce. Il tutto era stato accompagnato da un costante cigolio di lamiera che si acutizzava ad ogni imperfezione dell'asfalto. Tom sembrava non farci caso, continuava ad osservare il paesaggio che scorreva fuori dal finestrino, sembrava essere tornato indietro nel tempo, sembrava un bambino in gita con la scuola.

«Tutto bene?» gli chiese.

Lui fece uno scatto, come se la voce di Rick l'avesse riportato alla realtà. «Sì sto bene, grazie.» Si appoggiò comodamente al sedile e dopo un respiro profondo aggiunse: «Credo di essere felice.»

Rick lo guardò e non fece fatica a credere a quelle parole, ora lo erano entrambi. «Siamo quasi arrivati.» Affermò.

«Lo so.» Replicò, mentre si sistemava giacca e pantaloni.

Scesero dall'auto e raggiunsero la spiaggia. Durante il tragitto Rick si accorse che i bagnanti guardavano Tom in maniera strana per via del suo abbigliamento un tantino troppo elegante per il luogo in cui si trovavano.

«Voglio fare una cosa.» Disse Tom. Risvoltò per tre volte il bordo di entrambe le gambe dei pantaloni, slacciò le scarpe e se le tolse, infine sfilò i calzini. «Avevo dimenticato la sensazione della sabbia nei piedi.»

«È da tanto che non venivi qui?»

«Circa quarant'anni.»

Rick fece un rapido calcolo e si rese conto che il periodo coincideva con l'incidente di Nathan e Marie. Capì che da quel episodio Tom smise di vivere, si limitò a trascinare la sua esistenza giorno dopo giorno senza attribuirle un senso. Stando alle parole dette quel pomeriggio avrebbe preferito morire, altri al suo posto probabilmente si sarebbero tolti la vita, ma lui essendo un uomo molto religioso sapeva che solo a Dio è consentito fare ciò.

«Hai intenzione di farti anche un bagno?» chiese Rick con una punta d'ironia.

«Non ho portato il costume.» Disse ridendo. «Penso che dovrò accontentarmi di quattro passi.»

Camminarono lentamente in direzione del molo. Tom finalmente si sfilò la giacca ripiegandola sul braccio destro, mentre con due dita della mano sinistra reggeva le scarpe con dentro i calzini. «Noto che è rimasto tutto più o meno uguale a come lo ricordavo.» Commentò, scrutando il paesaggio intorno a sé.

«Eh... mi fido di te.»

«Ah già, è vero, in quegli anni tu non eri ancora nato.»

Raggiunta la balaustra in legno alla fine del molo Tom poggiò la sua giacca, le scarpe invece le mise per terra. «Mi piaceva venire qui, soprattutto con Nathan.» Affermò.

«Ogni domenica pomeriggio, tempo permettendo.» Aggiunse Rick, citando ciò che gli aveva raccontato qualche giorno prima.

«Vedo che hai un'ottima memoria.»

Il mare era leggermente mosso e le sue onde si infrangevano sui pali in legno della struttura. Su un lato, un pescatore era dedito alla sua passione, con scarsi risultati a notare dalla carenza di pesci all'interno del contenitore colmo d'acqua posto al suo fianco.

«Venivamo qui nella speranza di assistere al passaggio di qualche delfino.» Raccontò Tom, tenendo lo sguardo fisso sull'oceano. «Nathan s'innamorò di loro dopo aver visto un documentario alla tv.»

«Avete mai assistito ai loro passaggi?»

«Purtroppo no, non credo questo sia un posto particolarmente amato dai delfini, forse preferiscono stare più a largo, in acque più profonde.»

«Sai Tom non credo di aver mai sentito parlare di avvistamenti in questa zona.» Ammise, frugando nei cassetti della memoria.

Qualcosa aveva abboccato alla canna del pescatore alle loro spalle, Rick riconobbe il roteare vorticoso del mulinello. Voltandosi vide l'uomo destarsi in un lampo dal piccolo sgabello a tre piedi, afferrò saldamente la canna e iniziò a recuperare la lenza. Si trattava di qualcosa di grosso considerato lo sforzo esibito dall'espressioni del suo volto. Combatté per qualche minuto, poi la lenza si spezzò e con lei anche la possibilità di gioire per un'ottima cattura. Capitò anche a lui da bambino, nelle sporadiche volte che andò a pesca con il padre durante le vacanze estive. Sapeva bene cosa stava provando quell'uomo, era una sensazione che anche lui aveva provato, un misto di rabbia e rassegnazione alla quale seguiva una forte voglia di riprovarci. Ad avvalorare ancor di più quel pensiero fu proprio il comportamento del pescatore, non appena terminò il recupero si mise subito all'opera per riparare il danno e rilanciare in acqua la lenza con su un'esca nuova.

Rick non fece in tempo ad assistere al nuovo lancio, sentì un forte tonfo dietro di sé. Si voltò verso Tom per chiedergli cosa fosse stato, lo trovò sdraiato per terra con le mani che premevano il petto all'altezza del cuore.

«Tom!» Gridò. 


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Buona lettura LOVERS! 

Dieci Giorni E Un Futuro [COMPLETA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora