Domenica - Dove sei? - (prima parte)

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Era primo pomeriggio quando Rick si svegliò. Aveva preso sonno intorno alle cinque del mattino, per via della marea di pensieri che continuavano a non volerlo lasciare in pace. La sera prima, appena tornato a casa, aveva inviato un messaggio a Erin, spiegandole a grandi linee il perché non si fosse presentato al molo quel pomeriggio. Non ricevette nessuna risposta, così decise di chiamarla direttamente, ma il cellulare risultò spento.

Uscì dalla sua camera, nel salotto trovò Brian seduto a tavola che pranzava, aveva la tv sintonizzata sui notiziari sportivi. Alzò la mano per salutarlo, poi s'infilò in bagno. Dopo essersi sciacquato il viso tornò da lui e si sedette al suo fianco.

«Mi dispiace per quello che è successo.» Esordì Brian. Rick aveva chiamato anche lui la sera prima per spiegargli la situazione, non era dell'umore adatto per andare al pub. «Vuoi che ti prepari qualcosa da mangiare?» gli chiese.

«No, grazie.» Gli rubò una patatina dal piatto. «Non ho tanta fame.»

«Stasera gioca il Charleston, stavo pensando di trasmettere la partita al pub. Che ne pensi, può essere una buona idea, no?»

«Sì, le partite attirano sempre i clienti.» Rispose senza pensarci su più di tanto. «Senti... hai da fare questo pomeriggio?» gli domandò.

«No, perché?»

«Non mi va di stare a casa.»

«Ok, allora organizziamo qualcosa.»

«Ok.» Replicò Rick, con gli occhi dritti alla tv e la testa altrove.

Brian si voltò nuovamente verso di lui. «Hai già in mente qualcosa?»

«Come?» Disse, scrollando la testa, e tornando alla realtà.

«Ti chiedevo se avevi già in programma qualcosa.»

«No, fai tu.» Rubò un'altra patatina.

«Potremo andare al mare, che ne dici?»

«Magari un altro giorno, oggi non mi va.»

«Allora... ti andrebbe di fare un salto al centro commerciale?»

«Troppo caotico, pensavo a qualcosa di più rilassante.»

«Andiamo a pesca.» Disse scherzando.

«Bravo!» esclamò Rick. «Andiamo a pesca.»

«Non dirai mica sul serio, guarda che la mia era una battuta.»

«Mai stato così serio, davvero.» Prese una patatina.

Brian lo guardò. «Sicuro che non vuoi che ti prepari qualcosa da mangiare?»

«No, grazie.» Rispose con la bocca piena. «Sono a posto così.»

«Ci credo, mi hai finito tutte le patatine.» Fece una pausa attendendo che dicesse qualcosa, poi riprese il discorso sulla pesca. «Bisognerà tirar fuori le canne dallo sgabuzzino e dar loro una pulita.»

«Puoi occupartene tu?» domandò. «Io devo uscire per fare una cosa.» Dall'espressione che fece, Rick si accorse che Brian non era tanto d'accordo, sta di fatto che non gli diede il tempo per replicare. «Grazie! Sei il migliore amico che una persona possa avere.» Disse, dandogli un bacio sulla testa e rubandogli l'ennesima patatina.

Tornò in camera per prepararsi, prese il cellulare dal comodino e lo accese, nessun messaggio e nessuna chiamata persa. Si chiedeva se Erin avesse letto quello che le aveva inviato. Avrebbe preferito ricevere una risposta negativa, piuttosto che vivere col dubbio. Provò a richiamarla. Spento.

Raggiunse Brian con il casco e le chiavi della moto in mano, lui nel frattempo si era già messo all'opera nel ripostiglio, faceva un gran fracasso.

«Io esco, ci vediamo dopo.»

Brian uscì con in mano un tagliaerba. «Tra quanto pensi di tornare?»

Rick rispose alzando le spalle e allargando le braccia.

«Che lasso di tempo sarebbe?» disse lui, imitando i suoi gesti.

«Cercherò di fare il più in fretta possibile.»

«Posso almeno sapere dove stai andando?»

«Poi ti spiego. E comunque... non credo che quello ci serva.» Affermò, riferendosi al tagliaerba.

Salì in moto e si recò verso Chapel Street, a casa di Erin. Tutto quel silenzio, iniziava a preoccuparlo. Durante il viaggio si rese conto che la sua mente viaggiava più veloce della moto, prese in considerazione la possibilità che il non rispondere al messaggio, e il non rendersi reperibile, fosse una scelta consapevole presa da Erin. Ovviamente non gli fece piacere pensare una cosa del genere, ma era anche vero che non poteva escluderla a priori. Se fosse stato così, non avrebbe avuto tutti i torti, in fondo il suo non era stato un comportamento esemplare. Prima era fuggito dalla spiaggia lasciandola sola con Brian e Cindy, poi la sera stessa non aveva risposto alla sua chiamata, e per ultimo non si era presentato al suo invito al molo. Si stava comportando nello stesso modo che usava con tutte le ragazze con le quali aveva avuto un flirt e che voleva allontanare, con l'unica differenza che lei non era una delle tante, lei era il suo primo sorriso del mattino, pensò, ricordando le stesse parole usate da Tom per definire la moglie.

Una volta arrivato a Chapel Street la prima cosa che lo colpì fu il fatto che, tutte le persiane dell'abitazione di Erin risultavano chiuse. Parcheggiò al bordo del marciapiede, e con il timore di non trovarla in casa si diresse verso l'ingresso. Suonò il campanello e attese che lei venisse ad aprirgli la porta. Suonò un'altra volta, e un'altra ancora, senza ricevere alcuna risposta. Se prima, quella situazione iniziava a preoccuparlo, ora poteva affermare con certezza di esserlo a tutti gli effetti. Continuava a chiedersi dove fosse, che fine avesse fatto, paradossalmente arrivò a pensare addirittura che non fosse mai esistita. E se invece si trovasse in compagnia di John, colui che aveva affermato di essere il suo ragazzo? Il solo porsi quella domanda gli fece rabbia. Immaginarli insieme, magari lei tra le sue braccia. Doveva calmarsi, pensò. La fitta allo stomaco che si presentò subito dopo quel pensiero gli fece assumere la consapevolezza di aver esagerato, tuttavia non possedeva nessuna prova. Tentò un'ultima volta di suonare il campanello prima di andare via, ma niente la porta restò chiusa, scoraggiato raggiunse nuovamente la moto e se ne andò.

Visto che si trovava in zona, decise di passare nei pressi del museo. Alcune volte in vista di qualche ricorrenza particolare era capitato che fosse aperto anche la domenica. Magari l'avrebbe potuta trovare lì, magari si sarebbe potuto spiegare in maniera così semplice il suo non essere in casa.

Svoltò l'angolo, percorse un lungo rettilineo nella speranza di trovare il museo aperto. Sentiva la necessità di vederla, di dirle che c'era, e che gli andava di chiarire la situazione. Qualche centinaio di metri più avanti si trovò di fronte allo stabile, visto dalla strada aveva tutta l'aria di essere chiuso, le luci sembravano spente e l'interno completamente deserto. Scese dalla moto e raggiunse a piedi l'entrata, provò a spingere la porta, ma ebbe subito la conferma di ciò che immaginava. Era una domenica come tante altre, priva di qualsiasi motivo particolare che richiedesse l'apertura straordinaria del museo.


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Buona lettura LOVERS!

Dieci Giorni E Un Futuro [COMPLETA]Where stories live. Discover now