Capitolo 2: Mi fai bene

4.9K 241 31
                                    

Marinette non era mai stata più felice di prima mattina.
Era fisicamente stanca, le occhiaie erano visibili sotto i suoi occhi zaffirini, e stava morendo di sonno, ma nulla poteva contrastare il suo buonumore. Cominciò a prepararsi per la scuola, canticchiando un motivetto allegro mentre danzava per la camera.
«Qualcuno è felice, oggi.» commentò Tikki, allegra, svolazzando accanto alla sua protetta, un biscotto quasi più grande di lei tra le zampine.
Il viso della corvina sparì per qualche attimo dietro alla maglietta nera che si stava infilando. «Mh-hm!» annuì, dirigendosi verso il bagno per finire di prepararsi.
«Sai, inizialmente pensavo che il tuo primo risveglio accanto ad Adrien sarebbe stato la conseguenza di circostanze totalmente diverse.» commentò innocentemente la kwami della coccinella, sgranocchiando la sua meritata colazione.
Sarebbe stato meglio se non gliel'avesse detto in quel momento.
La moretta arrossì con una rapidità impressionante, cominciando a tossire ripetutamente, quasi soffocandosi con il dentifricio, che dovette immediatamente sputare nel lavandino. «TIKKI!» riuscì a strillare tra annaspi e colpi di tosse.
La creaturina rossa sogghignò, scrollando le piccole spalle. «Oh, andiamo...» alzò gli occhi al cielo, un sorriso sornione che danzava sul suo musetto. «Non dirmi che non ci hai mai pensato, non puoi essere così innocente.»
Marinette le diede le spalle, il volto più rosso di quanto l'avesse mai avuto. «M-mi rifiuto di r-rispondere.» borbottò, incrociando le braccia la petto.
Tikki sorrise, picchiettandole la testa con una zampina. «Lo prendo come un sì.»
La stilista abbassò lo sguardo, gli occhi nascosti dalla frangetta corvina. «Se mi vuoi morta puoi dirlo.»

«Wow, bro', sembri davvero felice, oggi.» commentò Nino, osservando il suo migliore amico rivolgergli un sorriso smagliante.
Era un meraviglioso cambiamento rispetto al giorno prima, ed il moro non vedeva l'ora di sapere che cosa aveva provocato quell'incredibile mutamento nell'umore del suo migliore amico.
«Si vede tanto?» domandò il biondo, grattandosi la nuca.
Il deejay sollevò un sopracciglio. «Non hai smesso di sorridere per tutto il giorno, e abbiamo avuto due test e un'interrogazione.»
Il modello alzò le spalle, il sorriso ancora presente sulle sue labbra. «Credo che sia solo una bella giornata.» sminuì, agitando una mano.
Preferiva metterla così, in fondo chi avrebbe creduto che Ladybug gli avesse fatto visita durante la notte solo per assicurarsi che stesse bene? Poté sentire addosso lo sguardo inquisitorio del suo amico, ma cercò di non farci caso, puntando gli occhi sulle ragazze che si stavano avvicinando a loro.
«Che si dice?» esordì Alya, schioccando un bacio sulla guancia di Nino ed agitando la mano in segno di saluto verso Adrien.
«Adrien è felice e non vuole dirmi il perché.» asserì il deejay, con tono scherzoso, additando il modello.
Marinette arrossì, abbozzando un sorriso affettuoso che, tuttavia, non mostrò a nessuno.
«Dai... non c'è un perché, mi sono semplicemente svegliato felice.» ridacchiò il biondo, alzando le spalle, un lieve rossore sulle sue guance.
La corvina sussultò. Era arrossito... per lei?
Era così dannatamente adorabile quando arrossiva; se poi lo faceva pensando a lei, allora diventava irresistibile.
«Marinette...» la chiamò una voce.
«Mari... ehi...»
«Marinette!»
La stilista sobbalzò. «C-cosa? Ci sono!» squittì, scattando sull'attenti.
Gli altri tre scoppiarono a ridere alla buffa reazione della moretta, che si lasciò andare ad una risatina imbarazzata.
«Posso parlarti?» domandò il modello, rivolgendole totalmente lo sguardo.
Marinette sgranò gli occhi. Era per caso un sogno? Spostò lo sguardo su Alya, che annuì con aria entusiasta, mimando un "Vai" con le labbra.
«Uh... s-sì, c-certo.» acconsentì, seguendolo verso il retro della scuola e cercando di non uscire di testa a causa del fatto che fossero totalmente soli.
«Allora...» cominciò Adrien, rivolgendole un piccolo sorriso. «Credo si sia notato che ieri non ero molto allegro...» mormorò, massaggiandosi la nuca.
La corvina si mordicchiò il labbro inferiore. Annuì, ma non parlò, siccome non si fidava della sua timidezza e tendenza a balbettare in presenza di quel ragazzo.
«Mi dispiace di avervi fatti preoccupare.» ammise il biondo, premendo le labbra insieme.
La stilista scosse la testa. «Non ti devi scusare...» mormorò, non azzardando alcun approccio verso di lui per paura di fare qualcosa di sbagliato.
«Posso farti una domanda?» la interpellò il modello, scrollando le spalle.
La moretta sbatté le palpebre. «Uh... certo.» rispose, perplessa, non sapendo proprio dove lui volesse arrivare.
«Mi è stato detto che tu eri la più preoccupata per me, tra tutti, e... beh, è vero?» chiese, distogliendo lo sguardo.
Marinette deglutì, sentendo le guance prendere calore. Si massaggiò un braccio, respirando a fondo. «E-ero davvero t-tanto preoccupata, sì.» farfugliò, annuendo piano. «E'... è che... è che io ci tengo davvero tanto a te...»
Adrien la guardò per qualche secondo, un sorriso fece l'apparizione sul suo volto. Fece qualche passo verso di lei e, quando fu ad una considerevole vicinanza, la circondò con le braccia, premendola contro il suo petto.
La corvina trasalì, sgranando gli occhi; va bene, era ufficialmente un sogno.
Perché non goderselo, allora?
Ricambiò l'abbraccio, stringendosi a lui e sprofondando nella sensazione di essergli così vicina, di sentirlo lì, contro di sé. Il suo calore l'avvolgeva completamente, quasi lui fosse destinato a starle accanto, ed il suo profumo la faceva sentire così leggera da farle quasi aver paura di prendere il volo, letteralmente. Premette il viso contro il suo collo – sapendo che se non avesse approfittato di quella situazione si sarebbe odiata per il resto dei suoi giorni – e pregò che lui non percepisse con quanta rapidità il cuore le stesse martellando nel petto, talmente forte che lei sentì le orecchie pulsare.
«Anch'io tengo a te, Marinette.» soffiò il biondo, fra le ciocche corvine dell'amica, portandole un brivido di calore lungo tutta la schiena. «Perdonami per averti fatta preoccupare.»
«Smettila di scusarti.» borbottò la mora – il viso ancora nascosto nell'incavo della spalla del modello – sapendo che quel contatto così intimo sarebbe terminato di lì a poco e perciò pronta ad assaporare ogni secondo di esso. «Mi basta sapere che ora stai bene.»
Il sedicenne sorrise, sciogliendo l'abbraccio. «Sto molto bene, adesso.» le assicurò, scrollando le spalle. «Torniamo dagli altri?» propose poi, indicando la direzione dalla quale erano arrivati.
Marinette annuì allegramente. Era ufficialmente il giorno più bello della sua vita.

Call it what you want ~ Miraculous LadybugWhere stories live. Discover now