8) La "Carlo Felice"

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8) La "Carlo Felice"

Quando Valery uscì dal Museo e salì in macchina, i passanti si fecero da parte impauriti, pensando che fosse una donna schizofrenica. Gesticolava come una pazza, strillava come una folle, prendeva a calci cose invisibili e si tirava i capelli. Capelli che ormai avevano abbandonato lo chignon e si erano sparsi in tutta la loro lunghezza. Accese il motore della Ford Fiesta presa a noleggio e partì come un fulmine.

Telefonò a Efisio...

«L'UTENTE DA LEI DESIDERATO, NON E'...»

«Ahrrrggg!!!»

Schiacciò la lettera A (come Agox) e la cornetta verde simultaneamente; fu come dire, un gesto meccanico, velocissimo. Nel frattempo, era già passata con il rosso per ben due volte (per fortuna c'era poco traffico).

«Pronto?»

«Oddio... Finalmente hai risposto! Cos'è successo?» Disse Valery pronunciando la frase in mezzo secondo.

«Valery? Ciao! Sapevo che mi avresti chiamato prima o poi!»

Lei superò tre macchine in un colpo solo, l'auto che procedeva in senso contrario sbandò per evitare un frontale. «Certo che ti ho chiamato! Sei tu che avevi il telefono spento!»

«Ma dove sei? Ti sento agitata.»

«Sono in macchina! A Cagliari! Devi raggiungermi!»

«Raggiungerti? Ah, ah, ah! Che non fossi tanto normale l'ho sempre saputo, ma vedo che sei peggiorata molto! Perché dovrei raggiungerti? Ah, ah, ah!»

Quando sentì quella risata, frenò di colpo e si fermò sul ciglio della strada. Aveva riconosciuto la voce... Guardò il display... ACHILLE

«Achille?»

«Sì tesoro, dimmi.»

«Crepa! Maledetto!»

Achille era il suo ex fidanzato. Erano stati insieme per molti anni, lei lo aveva amato alla follia. Era molto gentile e premuroso, colto, bello, di famiglia benestante. Durante gli ultimi mesi, il loro rapporto si era ridotto alla noia, sesso e televisione. Niente più coccole e carezze, niente più baci e niente sentimento. Solo puro sesso e, ognuno a casa sua "Ciao, ciao... Ci vediamo domani!". A lui piaceva così. Andava e veniva quando voleva; faceva i suoi comodi; non si occupava di lei; e quando c'era qualche altra ragazza che lo attirava, trovava la scusa che doveva uscire con gli amici. Lei ovviamente, si sentiva frustrata, non poteva più accettare un rapporto del genere, era diventato tutto freddo, scontato, senza passione. Una sera, durante una cena tra amici, parlando del più e del meno, uscì fuori l'argomento dei rapporti di coppia. Lei, con la speranza di farlo riflettere, espose, con riservatezza, il disagio che stava provando e lui, come risposta, la mandò a quel paese, inventandosi cose non vere sul suo conto, umiliandola e offendendola, davanti a tutti. Da quel giorno Valery si buttò nello studio e si laureò, nel giro di quindici mesi. Si rimisero insieme dopo qualche anno, forse a causa della solita attrazione, del solito richiamo, o sex appeal qual dir si voglia, che il tempo non fa altro che aumentare, e anche grazie alle solite giustificazioni, o scuse del tipo: «Sai ero troppo giovane, non sapevo cosa stessi facendo. Ora sono diverso e, ti amo!» Stessa storia! In più, lui una sera rientrò ubriaco marcio a casa di Valery e la menò a più non posso; così, senza alcun motivo. Lei riportò due fratture alle costole, il naso rotto (che poi si fece rimettere a posto con un intervento), unghie spezzate, e lividi dappertutto. Uscita dall'ospedale s'iscrisse al corso di Karate. Si era però dimenticata di cancellare il contatto sul cellulare...

«Stronzo!» Chiuse la comunicazione e cancellò il suo nome dalla rubrica. Rimise in moto e partì a razzo.

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La Trita ScomparsaDonde viven las historias. Descúbrelo ahora