72.

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Non appena la campanella suona e l'insegnante ci comunica che possiamo andare a pranzo, mi alzo in piedi, raccolgo velocemente le mie cose e mi dirigo verso il mio armadietto.

Abbandono alla rinfusa tutto ciò che ho in mano e inizio a camminare verso la biblioteca, mentre il cuore mi batte così forte che potrebbe tranquillamente uscirmi dal petto per indicarmi la strada. Non posso credere che stia succedendo, che Luke mi abbia lasciato intendere che anche io gli piaccio. Lo speravo, ma ero pronta a subire una delusione e ora invece...

"Hey, Cherry, la mensa è dall'altra parte!" Mi volto e trovo Calum che con l'indice mi indica la grande porta della caffetteria, alla mia sinistra. "Non vieni?"

"Io, uhm..." Balbetto. Non posso di certo dirgli oh, certo, Calum, ma prima devo andare in biblioteca, dove il tuo migliore amico mi sta aspettando per potermi buttare su uno dei divanetti di pelle e fare cose che ci farebbero rischiare l'espulsione! "Arrivo tra qualche minuto, ho un'emergenza da ragazze."

La sua faccia da finto asiatico assume un'espressione tra il comprensivo e il disgustato, poi mi saluta con un cenno della mano e sparisce di nuovo tra la folla.

Mi faccio strada tra gli studenti fino a che non raggiungo la grande entrata della biblioteca. Ho sempre pensato che questo fosse il posto più bello della scuola, all'interno del quale potersi perdere a guardare gli scaffali senza pensare alla confusione appena fuori da qui. Oggi, però, quelle sensazioni sono totalmente stravolte, non è tra i libri che voglio perdermi.

Sto per posare le dita sulla maniglia, ma vengo preceduta da qualcuno al di là della porta. Smetto quasi di respirare quando mi rendo conto che si tratta di Luke. Sulle sue labbra si estende un ampio sorriso non appena mi vede. "Principessa." Sussurra.

"Hemmings." Ribatto, trovandomi a sorridere a mia volta. Non riesco a distogliere lo sguardo da lui, non so nemmeno cosa dire. Sta davvero per succedere? Sta per ripetermi quello che mi ha scritto in quel messaggio? Me e lui insieme?

"Dentro ci sono davvero troppe persone, ho controllato." Mormora parlando appena più lentamente del solito, dandomi prova che anche lui si sta sentendo felice, confuso e agitato quanto me. "T-ti va di andare da qualche altra parte?"

Aggrotto la fronte ma annuisco, non ho davvero idea di dove potremmo trovare un posto tutto per noi proprio quando migliaia di studenti sono sparsi per la scuola con lo stesso obiettivo.
Luke, comunque, mi sorride sollevato e mi tende la mano, che io afferro.

Lascio che sia lui a condurmi dove vuole, lungo il corridoio e poi in fondo alle scale. Scendiamo e, dopo che lui si è guardato intorno con attenzione, andiamo a nasconderci dentro lo stanzino dei bidelli, tra scope, stracci e detersivi.

Sono abbastanza certa che la serratura dovrebbe essere chiusa, ma ringrazio mentalmente chi ha dimenticato questo piccolo particolare. Il ragazzo di fronte a me preme la schiena contro l'unica uscita di questo spazio decisamente ristretto.
Con qualunque altra persona mi sentirei a disagio, ma ora che con me c'è Luke, non posso fare a meno di pensare a come la mancanza di spazio possa essere una benedizione.

"Di cosa dovevamo parlare?" Gli chiedo, nascondendo il sorriso di chi sta solo fingendo di non ricordare. Sul suo viso vedo comparire una sorta di timidezza, che su di lui non avevo mai visto. "Hai detto che volevi parlarmi, giusto?" Sussurro, guardandolo con finta ingenuità.

"Sì." Afferma, poi sospira. "Pensavo sarebbe stato meno..." Lascia la frase sospesa a metà, gesticola nervosamente e sembra non riuscire a trovare un punto su cui fissare lo sguardo per più di tre secondi consecutivi.

"Posso parlare io, allora?" Gli domando, cercando di farmi coraggio. In fondo, dopo ciò che mi ha lasciato intendere un paio d'ore fa, non posso permettere alla paura e all'ansia di essere rifiutata di rovinare anche questo momento.

Drunk and wasted [Luke Hemmings]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora