Drunk and wasted [Luke Hemmings]

69.

Non rispondo al messaggio di Luke. Lo leggo almeno settantadue volte, ma non riesco a formulare una frase decente. Così, alla fine dell'ora, sono ancora immersa in dubbi e incertezze.

Suona la campanella e io mi preparo per andare nell'aula di chimica. Mi dirigo svogliatamente verso il mio armadietto, dove lascio i libri che non mi servono per prendere invece quelli della materia giusta.

Ci metteremo insieme entro la fine della settimana?

È impossibile concentrarmi sulla lezione, continuo a ripensare a quelle parole e arrossisco al pensiero che Luke abbia preso in considerazione una cosa del genere. Inutile dire che io lo avevo già fatto innumerevoli volte prima di lui.

Controllo le notifiche sul mio cellulare e mi accorgo che ci sono dei nuovi messaggi. Non è difficile intuire chi sia il mittente.

Hemmings: non hai risposto alla mia domanda

Hemmings: beh, non volevo spaventarti

Hemmings: so che tu...

Hemmings: insomma...

Hemmings: in effetti, forse non so un bel niente

Hemmings: io credo che dovremmo parlare

Cherry: parlare di cosa, Luke?

Cherry: non mi hai spaventata

Cherry: è solo che...

Hemmings: sì, lo capisco

Hemmings: Calum a volte dice cose davvero assurde

Hemmings: e io a volte dimentico di non lasciarmi suggestionare da ciò che dice

Cherry: a cosa ti riferisci?

Hemmings: a me non dispiacerebbe stare con qualcuno come te

Hemmings: con te, in particolare

Hemmings: ecco, l'ho detto

Cherry: come scusa?

Hemmings: non ho intenzione di ripetertelo senza guardarti negli occhi

Cherry: bagno dei ragazzi al piano terra

Cherry: adesso