Capitolo 9:

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19 Dicembre 2017

La sveglia gli diede il risveglio nel modo più brutto possibile.
Trillando come la sirena di allarme di una volante della polizia.
Eric si girò diverse volte tra le morbide coperte prima di afferrare l'oggetto infernale e spegnerlo con malavoglia.
Si mise seduto sul materasso e dopo aver spostato il piumone bianco si alzò.
Ebbe un brivido quando i piedi entrarono a contatto con il legno freddo del pavimento, cercò con lo sguardo le sue amate pantofole, una era davanti alla porta aperta della propria camera.
Con uno sbuffo Eric rinunciò alle calde ed accoglienti pantofole e si diresse verso la cucina, dove un husky bianco e nero sgranocchiava insistentemente l'altra pantofola.
"Quante volte ti ho detto che non devi mangiare tutto quello che trovi? Quando ti ritroverai a soffrire per il mal di pancia non venire da me" Il cane non lo considerò minimamente e continuò a sgranocchiare il suo nuovo giocattolo.
"Ah! Ma che ti parlo a fare!" Eric prese la moka per il caffè, il contenitore dello zucchero e una tazza bianca.
Inserì il caffè in polvere nella caldaia e la mise sul fuoco, prese la tazzina e vi versò due cucchiai di zucchero.
Attese che il caffè fosse pronto, ne versò una quantità abbondante nella tazza e si sedette al tavolo.
Prese tra le mani il proprio telefono e fece scorrere con il dito pagine di giornale o magazine con le notizie più recenti.
Una in particolare attirò la sua attenzione, era la copertina della rivista di gossip più famosa di tutta New York, in prima pagina c'erano Mikail ed Eriel che si baciavano sotto la neve, sotto di loro compariva un titolo decisamente curioso.
Cenetta romantica e bacio sotto la neve? Scena degna per una love story!
Eric quasi sputò il proprio caffè.
"Fantastico!" Esclamò, non credeva possibile che la notizia del nuovo fidanzato di Mikail avesse riscosso tanto successo, i giornalisti sembravano completamente impazziti per la nuova coppia del momento.
Fece scorrere la pagina, la seconda immagine rappresentava Mikail ed Eriel seduti ad un tavolo che parlavano e si godevano la cena, un cane bianco stava appiccicato alla gamba di Eriel ed osservava i camerieri che portavano le portate ai diversi tavoli.
Un altra ancora rappresentava i due che uscivano dal ristorante tenendosi per mano.
La successiva riportava Mikail a terra ricoperto di neve ed Eriel sopra di lui.
Ed infine c'era l'immagine del tenero bacio, con Mikail che teneva stretto Eriel per i fianchi e il moro aggrappato alla sua giacca.
Eriel scattò in piedi e corse in bagno quasi volando, si chiuse la porta alle spalle e si guardò alla specchio, ormai non rimaneva quasi più nessun residuo dello spray per capelli, l'aveva usato qualche giorno prima ed era durato più del solito, ora i suoi capelli erano tornati del solito colore, neri come la pece, dopo i lunghi giorni di stress le rughe e le occhiaie erano sparite, stava tornando lentamente ad essere il trentenne che era.
Quel giorno aveva in programma di uscire con Hunt, voleva farlo svagare e fargli dimenticare la brutta situazione in cui si trovava, perciò dopo essersi lavato, pettinato e riempito di gel i capelli in modo da dare loro una forma asimmetrica* si diresse in camera, estrasse dall'armadio un paio di jeans strappati, una maglietta nera aderente e la sua inseparabile giacca di pelle, il tutto venne accoppiato ad un paio di anfibi.
"White!" l'husky arrivò correndo dalla cucina, in bocca aveva ancora qualche rimasuglio di stoffa, segno che Eric avrebbe dovuto comprarsi un paio di pantofole nuove.
"Io esco. Camila dovrebbe arrivare tra poco, mi raccomando, fai il bravo cucciolo" White sbuffò dalle narici e tornò trotterellando in cucina.
Eric buttò gli occhi all'indietro e ridacchiando si diresse alla porta.
Una volta fuori venne investito da una folata fredda, alcuni fiocchi di neve si posarono sui suoi capelli, ma non vi fece troppo caso e procedette verso l'edificio dove lavorava Hunt.
Chiamò un taxi e diede l'indirizzo all'autista che senza porre domanda vi si diresse in tutta fretta.
Una volta giunti sul luogo di lavoro Eric pagò l'autista che sorridente se ne andò.
Il moro s'incamminò verso il palazzo, salì gli scalini in cemento e raggiunse l'ingresso.
L'atrio era stato decorato da lucine e palline colorate, in un angolo svettava un albero alto almeno due metri, anche questo ricoperto di luci e decorazioni varie.
Senza considerare la receptionist Eric si diresse agli ascensori, pigiò il pulsante di richiamo ed attese l'arrivo dell'ascensore.
Una volta all'interno dell'abitacolo, avvicinò il dito al pulsante con inciso il numero 7, ma venne fermato prima ti poterlo premere.
"Aspetti!" Eric guardò vero l'entrata, Eriel correva nella sua direzione, la tracolla che si spostava a destra e a sinistra, il viso arrossato a causa della corsa e i capelli neri in disordine.
"Buon giorno Eriel" Disse pacatamente Eric.
Il moro si girò verso di lui e lo osservò incuriosito.
"Mi scusi, ci conosciamo?" Un sorriso si formò sulle labbra di Eric, possibile che Eriel non lo avesse riconosciuto?
"Sono Eric" Ecco, se fosse stato possibile,molto probabilmente la mascella di Eriel si sarebbe distaccata dal resto del cranio e avrebbe raggiunto il pavimento.
"Il manager di Mikail?" Lui annuì, sempre con il sorriso sulle labbra, qual ragazzo lo divertiva, chi sa se anche Hunt avrebbe reagito così.
"Wow...cioè, due giorni fa era parecchio diverso! È caduto nella fonte della giovinezza?" L'ascensore smise di avanzare e le porte in acciaio si spalancarono.
"Era un travestimento, come manager di Eric nemmeno io posso dare troppo nell'occhio, tutti mi conoscono con quest'aspetto" E indicò se stesso. 
Eric fece un paio di passi avanti e salutò il moro.
"Bene, buona giornata...oh! Tu e i tuoi colleghi prendetevi la giornata libera" Detto ciò lasciò Eriel solo e si diresse verso l'ufficio di Hunt, per raggiungerlo c'erano due porte, una che era collegata agli uffici, mentre l'altra che dava sul corridoio.
Una volta giunto davanti alla porta bussò un paio di volte, la voce di Hunt lo invitò ad entrare.
"Buon giorno Hunt" Lo salutò allegramente Eric.
Il bruno alzò la testa del portatile e puntò gli occhi azzurri di Eric.
"B-buon giorno... signor?" Eric sorrise divertito e si avvicinò alla scrivania di Hunt.
"Sono Eric, è bello vederti" L'uomo alla scrivania sembrò pensare un attimo al nome che gli era appena stato detto, ben consapevole di averlo già sentito.
"Sei...Sei il manager del signor Nikolayev! Ma tu... cioè lei era parecchio diverso due giorni fa...come...?" Eric sempre sorridente aggirò la scrivania e si spostò alle spalle di Hunt, posò i palmi della mani sulle sue spalle e le scosse leggermente.
"Vieni con me" Disse con sicurezza Eric, mantenendo sempre il contatto con il corpo dell'altro.
"C-come?" Eric costrinse Hunt ad alzarsi, lo fece girare verso di se e gli strinse con forza le spalle, Hunt sobbalzò a quel contatto, ma non si sottrasse.
"I tuoi sottoposti hanno bisogno della tua sorveglianza?" Hunt negò.
"Oggi è l'ultimo giorno di lavoro, non fanno nulla, li lascio rilassare e parlare tra loro, lavorano così tanto tutto l'hanno e..." Eric lo zittì con un gesto della mano.
"Dai loro la giornata libera perché oggi tu starai con me" Hunt sbatté un paio di volte le palpebre, non capiva il perché di tutta quell'insistenza. "Perché dovrei venire con te?" Chiese allora insospettito da quel comportamento.
"Hai bisogno di rilassarti dopo il divorzio e io sono qui per aiutarti, ora andiamo" Eric prese Hunt per mano e lo trascinò verso la porta, ma prima di varcarne la soglia si fermò e Hunt gli finì addosso.
"Devi indossare abiti più comodi, hai un cambio?" Hunt alzò lo sguardo per poter guardare Eric dritto negli occhi, il moro infatti era di una decina di centimetri più alto di lui.
"S-si, ne lascio sempre uno in ufficio, nel caso questo si sporchi" Hunt tornò verso la propria scrivania, s'inginocchiò e dall'ultimo cassetto estrasse un paio di pantaloni neri e una maglietta bianca con stampato sopra un albero stilizzato.
"Em... potresti girarti?" Eric si riscosse e ubbidiente si girò.
Sentì il fruscio dei vestiti che venivano sfilati e che cadevano a terra.
"Eccomi..." Eric ruotò su se stesso e riportò la propria attenzione su Hunt, lo trovò decisamente più carino con quegli abiti casual piuttosto che con quel completo così elegante.
"Allora andiamo" Hunt prese un grosso respiro e seguì Eric fuori dalla porta.
Non incontrarono nessuno degli impiegati, probabilmente stavano confabulando qualcosa riguardo la presenza del manager.

The Russian ModelWhere stories live. Discover now