Capitolo 10:

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21 Dicembre 2017

Eriel si svegliò senza l'aiuto della sveglia, quello era il suo secondo giorno di vacanza e voleva goderselo al meglio. Infatti, per tutto l'anno era costretto a svegliarsi molto presto e ora finalmente poteva concedersi il lusso di dormire fino a tardi.
Guardò il telefono posto vicino al letto, le lancette segnavano le undici meno un quarto.
Eriel mise i piedi fuori dal letto e li posò sul pavimento e, accidentalmente schiacciò la coda di Lapo che guaì indispettito.
"Scusa cucciolo" Il cane bianco lo guardò quasi offeso dal comportamento del padrone e si diresse scodinzolando al piano di sotto, probabilmente alla ricerca di Mikail.
Eriel finalmente poté alzarsi dal letto, infilò le pantofole e si diresse verso l'armadio.
Prese una tuta grigia e una felpa pesante dello stesso colore, con molta probabilità né lui né Mikail sarebbero usciti fino al pomeriggio, quindi non valeva la pena prepararsi in anticipo e rischiare di sporcare i vestiti.
Con in mano tutto il necessario si diresse in bagno, posò gli abiti su un mobiletto vicino agli asciugamani e aprì il getto della doccia, mentre questa raggiungeva la giusta temperatura Eriel si spogliò e diede un occhiata al suo riflesso nello specchio.
I capelli neri sparavano in tutte le direzioni e sulle braccia prima coperte dal pigiama c'erano dei segni rossi, aveva dormito bene quella notte.
Eriel spostò una mano sotto il getto della doccia per controllare la temperatura dell'acqua, non soddisfatto regolò il getto aumentando la pressione dell'acqua calda.
Una decina di minuti dopo si spostò sotto il getto, prese una spugna gialla e vi versò sopra un abbondante dose di bagnoschiuma, poi la passò con attenzione sulla pelle pallida.
Una mezzora dopo uscì da sotto la doccia, si avvolse in un accappatoio bianco e si asciugò i capelli con un asciugamano del medesimo colore.
Infilò i vestiti e uscì dal bagno, portò il pigiama in camera da letto e lo sistemò sotto al cuscino, fece il letto e aprì le finestre per ventilare un po' la stanza.
Uscì dalla camera e si avviò al piano inferiore.
Si fermò sulle scale e si guardò attorno.
Mikail era seduto sul divano, il computer era appoggiato sul tavolino di cristallo.
L'uomo stava parando con qualcuno, la lingua con cui comunicavano le due parti era sconosciuta ad Eriel, così il ragazzo suppose che dall'altra parte dello schermo ci fosse un parente russo di Mikail.
"Da mama! Ya v poryadke, perestan' sprashivat'" -Si mamma! Sto bene smettila di chiederlo- Disse ridendo Mikail, la donna rise a propria volta e riprese a parlare.
"Ya videl vashi fotografil v neskol'kikh zhurnalakh... Eto deystvitel'no milo" -Ho visto le tue foto su diverse riviste...è davvero grazioso- Mikail sorrise alla madre, lei si spostò un ciuffo di capelli dietro ad un orecchio.
"Kak?" -Com'è?-  
"Ogronyy, eto sladkiy, dobryy i ocharovatel'no zastenchivyy. Ya khotel by s"yest' yego, ya ne znayu, ponimayete li vy, chto ya imeyu v vidu" -Stupendo, è dolce, gentile ed adorabilmente timido. Vorrei mangiarlo, non so se hai capito cosa intendo- La donna scoppiò a ridere e Mikail quasi arrossì davanti alla risata sguaiata della madre.
"Idiot" Mikail sbuffò ed alzò gli occhi al cielo. 
Spostando gli occhi sulla scala incontrò Eriel che lo salutò con un cenno della mano.
"Ereil! Vieni, mia madre vuole conoscerti" Eriel arrossendo fino alla punta delle orecchie scese i pochi grandini che mancavano per raggiungere il salotto e titubante si sedette vicino a Mikail.
Alzò lo sguardo ed osservò la donna che stava dall'altra parte dello schermo.
Era bella, il viso era molto simile a quello mi Mikail, aveva grandi occhi azzurri e i capelli biondi erano tenuti a caschetto, né troppo lunghi né troppo corti, il tutto terminava con una frangia lunga che le copriva quasi totalmente la fronte.
"Buon giorno Eriel. Io sono Irina" Eriel la salutò educatamente e cercò di sembrare il più sicuro possibile, anche se in realtà avrebbe tanto voluto andare a nascondersi sotto al proprio letto.
"Non essere timido! Mikail mi ha tanto parlato di te. Come ti trovi? Mio figlio è un bravo padrone di casa?" Irina scoppiò a ridere subito dopo, evidentemente non necessitava veramente di una risposta.
"In realtà a causa dei nostri diversi lavori non abbiamo molto tempo da dedicarci l'un l'altro, oggi è il primo giorno che possiamo passare insieme" Irina avvicinò il viso allo schermo del computer è squadrò il figlio.
"Mikail Nikolayev, mi stai invitando a chiudere la conversazione e a lasciarti solo con Eriel?" Mikail si portò una mano al petto fingendosi offeso.
"Non mi permetterei mai!" Irina ridacchiò, evidentemente era abituata al comportamento del figlio.
"Allora ti lascio in buone mani, ya lyublyu tebya" -Ti voglio bene-
"Ya thoze mama" -Anche io mamma-
La conversazione venne interrotta con un clic, lo schermo si oscurò e spense.
"Mi spiace, a volte mia madre sa essere... invadente" Eriel scosse la testa, Irina gli era sembrato tutto tranne che invadente.
"È molto bella, ti assomiglia" Mikail si girò a guardarlo e con il sorriso sulle labbra gli saltò addosso, gli infilò le mani sotto la felpa ed iniziò a fargli il solletico.
"Perché quell'aria così seria? Sorridi, mi piaci molto di più quando lo fai" Eril non poté trattenersi e proruppe in una sonora risata.
Quel tenero momento fu interrotto dal cellulare di Mikail che si mise a vibrare, il russo si piegò sul tavolino e prese la scatoletta nera tra le mani.
"È mia madre, chiede se passiamo la cena di Natale da loro, ti va?" Eriel ci pensò per qualche istante.
"Dovrei chiedere ai miei, ti andrebbe di passare la vigilia da loro?" Mikail rispose quasi subito.
"Mi piacerebbe molto, e a te piacerebbe fare la conoscenza di tutta la mia famiglia e testare il mio vecchio letto?" Eriel arrossì e gli diede una spintarella, Mikail cadde all'indietro sul divano ma, ovviamente lo aveva fatto a posta, Eriel non sarebbe riuscito a smuoverlo nemmeno di un centimetro.
"Mi piacerebbe" Sulle labbra di Mikail comparve un sorriso furbetto. "Aspetta! Non volevo dire che..." Mikail lo interruppe subito.
"Ormai quel che è detto è detto, preparati perché non dimenticherai mai la notte di Natale" Eriel arrossì, afferrò un cuscino e con quello colpì Mikail, il biondo scoppiò a ridere  e si riparò alla bene e meglio con le braccia muscolose.
"Ti sembrano cose da dire?" Mikail continuò imperterrito a ridere ed Eriel continuò a colpirlo con il cuscino.
Quando il biondo si ritrovò senza fiato afferrò i polsi di Eriel e lo costrinse a lasciare il cuscino, il moro s'imbronciò e cerò di divincolarsi dalla presa ferrea del maggiore. 
"Così non vale, tu sei dieci volte più forte di me!" Mikail sorrise dolcemente e con uno strattone, stando ben attento a non fargli male, si tirò Eriel tra le braccia.
"Senti, stavo pensando, oggi è il primo giorno che possiamo passare completamente insieme. Ti andrebbe di andare da qualche parte in particolare? C'è qualcosa che vuoi vedere?" Eriel cercò una posizione più comoda rispetto a quella che Mikail gli aveva costretto ad assumere, incrociò e la gambe e si sedette sulle gambe del biondo.
"Mi piacerebbe andare all'American Museum of Natural History, sai anche se ho passato molti anni qui a New York non ho mai avuto tempo per visitarlo" Mikail sembrò pensarci un attimo.
"A dire la verità nemmeno io ci sono mai stato, però Eric da giovane, e con questo intendo quando era stufo di sentire le sue tante mogli gridargli contro, ci passava molto tempo, dice che è un luogo rilassante quando non è sommerso dai turisti" Eriel guardò Mikail, il russo sembrava pensieroso.
"Vuoi invitare anche lui?" Mikail scosse il capo e si alzò in piedi trascinando con se anche Eriel.
"No, questa è la nostra giornata ed intendo passarla tutto il giorno con te. Che dici? Pranziamo a casa e poi partiamo alla volta del museo?" Eriel annuì entusiasta, però quell'attimo di felicità venne distrutto da un mugolio.
Lapo si era accucciato vicino al tavolino e li guardava con aria da cucciolo, i grandi occhioni marroni erano spalancati ed una zampetta bianca era posata sopra al muso affilato, come se stesse provando a nascondersi alla loro vista.
"E Lapo?" Mikail si portò una mano al mento e alzò gli occhi al cielo.
"Eric ci verrà in soccorso..." Eriel interruppe le parole di Mikail sul nascere.
"L'altro giorno ho visto Eric a lavoro, ma... non sembrava lui, aveva i capelli neri e... non sembrava un quarantenne come la prima volta che l'ho visto!" Mikail ridacchiò alla vista dell'espressione scioccata del più piccolo.
"Scusa, avrei dovuto dirtelo, Eric adora travestirsi, si tinge i capelli, oppure usa qualche impasto particolare per rimodellare il viso... immaginalo come se fosse un cosplayer. Comunque cosa ci faceva li Eric?" Eriel alzò le spalle.
"A dire la verità non lo so, l'ho visto andare verso l'ufficio di Hunt e mi ha detto di dire agli altri che avevamo la giornata libera..." Mikail sbuffò e scrollò la testa di lato un paio di volte.
"Ah! Non cambierà mai" Eriel lo guardò con aria interrogativa e Mikail si occupò immediatamente di risolvere i suoi dubbi.
"Credo che si sia invaghito di Hunt"

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