Capitolo 18:

4K 212 13
                                    

9 Gennaio 2018

Ian Aprì lentamente gli occhi.
Il viso era premuto contro un morbido cuscino bianco, il suo corpo era coperto fino alle spalle da un piumone pesante e caldo.
Ian mosse le mani alla ricerca del proprio cellulare, che solitamente lasciava sul cuscino, ma questa vola stranamente non trovò la piccola scatoletta nera.
Spazientito si mise a sedere scoprendosi.
Solo quando abbassò lo sguardo sul proprio corpo si rese conto di stare indossando i vestiti del giorno precedente ed il ricordo di quello che era accaduto al parco gli tornò repentinamente alla mente.
Si voltò quando sentì un rumore provenire dalla sua destra.
Seduto su di una sedia in plastica stava Luka, lo sguardo fisso su Ian, le braccia incrociate contro il petto e le gambe accavallate.
Il moro scattò in piedi e si gettò contro il biondo ma, purtroppo per lui la sostanza che aveva inalato non aveva ancora perso il suo effetto e dopo solo un paio di passi si ritrovò tra le braccia forti del suo carceriere, che lo avevano sorretto poco prima che toccasse terra.
"Ti odio!" Gridò Ian con tutta la forza che gli era rimasta.
Luka sospirò e fece stendere il ragazzo sul letto.
"Perché fai questo?" Chiese Ian con le lacrime agli occhi.
Si era arpionato alle spalle di Luka, conficcando le corte unghie contro la sua cerne bollente.
Il biondo staccò gentilmente il ragazzo da sé e gli accarezzò la fronte. "Mi spiace..." Ian tirò su con il naso e provò nuovamente ad alzarsi, ma Luka posando una mano sul suo petto lo spinse contro il letto.
"Perché sono in un letto?" Domandò Ian guardandosi attorno con fare circospetto.
Luka sorrise e gli spostò una ciocca di capelli scuri dalla fronte.
Il più giovane sospirò affranto, più che convinto che non avrebbe ottenuto alcuna risposta.
"Questo è il posto più sicuro per te in questo momento" Disse Luka, stupendo il giovane in positivo, anche se quelle parole lo lasciarono altamente trubato. Ian si guardò attorno.
La stanza era famigliare, non era molto grande, era la metà della sua, le pareti erano rosse, il letto era appoggiato ad una di queste.
In un angolo c'era una piccola libreria nera contenente molti volumi, vicino alla porta c'era una finestra che dava su un piccolo giardino.
Sotto a questa c'era una scrivania in legno, la sedia sulla quale era seduto Luka era stata presa da lì.
"Perché sono a casa tua!?" Domandò ancora Ian, questa volta con tono più deciso, che celava l'insicurezza del giovane.
Luka sospirò e prese a camminare per la stanza.
"Non potevo lasciarti lì..." Iniziò l'uomo. Ian si mise faticosamente a sedere e poggiò la schiena contro il muro rosso, la testa gli girava terribilmente, ma almeno era in grado di muoversi senza rischiare di cadere a terra.
"Perché sono a casa tua?" Domandò nuovamente Ian, questa volta con tono più basso e calmo, quasi calcolatore.
Luka sospirò e si sedette sul letto al suo fianco.
"Devi fidarti di me, va bene?" Disse lui, portandosi al suo fianco.
L'uomo poggiò le ginocchia sul bordo del letto e gli sorrise dolcemente, cercando di rassicurare il giovane ragazzo spaventato.
Ian lo colpì al viso con uno schiaffo, non gli procurò molti danni, soltanto una guancia rossa.
"Come posso fidarmi dopo che mi hai rapito! Perché ci hai rapito? Per conto di chi?" Domandò Ian con rabbia, scagliando tutta la propria frustrazione contro il ragazzo che aveva amato e di cui si era fidato. Luka sospirò sconfitto ed esausto, era stanco di mentire.
Ma non puoi fare altro.
Gli ricordò una fastidiosa vocina. "Christopher..." Biascicò in un sussurro, però del tutto udibile ad Ian. "Cosa...Christopher? Il... il padre di Mikail? Lavori per lui?" Domandò Ian ancora più sconvolto.
Se pochi istanti prima aveva creduto che tutta quella situazione fosse stata architettata per chiedere un riscatto alla sua famiglia ora tutto si stava lentamente facendo più chiaro.
Non era lui quello che interessava al mandante, lui e gli altri erano solo un esca.
Un motivo per uscire allo scoperto. Luka scosse il capo.
"No... non proprio, è più complicato di così" Rispose l'uomo.
Ian buttò la coperta ai piedi del letto e si alzò in piedi ancora traballante, con passo malfermo si avvicinò alla porta, ma venne bloccato dal biondo.
"Come può essere complicato? Mi hai mentito. Hai mentito a tutti quanti! Su cos'altro hai mentito?" Domandò Ian con tono rabbioso.
Non riusciva a credere di aver passato gli ultimi anni in compagnia di un traditore.
Di un uomo senza onore che lavorava per Chritopher.
Un piccolo sorriso incurvò le labbra candide di Luka.
Il biondo trascinò il ragazzo sul letto e lo fece sedere al suo fianco.
"Ho qualche hanno in più di quelli che ti ho detto di avere..." Disse Luka lasciandosi sfuggire una breve quanto inappropriata risata.
Ian gli diede un spinta e si alzò furiosamente dal letto.
"Siediti. Ora." Ordinò l'uomo con tono che non ammetteva repliche.
Ian scosse il capo e si avvicinò alla finestra, se avesse voluto avrebbe potuto saltare, non si trovava molti in alto, non si sarebbe fatto molto male. "Ian!" Lo richiamò Luka.
Il moro gli fece la linguaccia e si mise con le spalle premute contro il vetro freddo della finestra.
"Cos'hai? Cinque anni?" Domandò Luka con lo stesso tono che solitamente erano soliti utilizzare i genitori del più piccolo.
Ian alzò le spalle e si sedette sul calorifero posto sotto alla finestra.
"No diciannove. E tu quanti anni hai, Luka? O questo non è nemmeno il tuo nome?" Domandò Ian, incrociando le braccia contro al petto sottile.
Luka alzò gli occhi al cielo ed esasperato si avvicinò al più giovane, che però si spostò lateralmente.
Luka sbuffò e alzando le mani in segno di resa, si fermò a qualche passo da lui.
"Ho trent'anni e si, Luka è mio nome" Rispose l'uomo con tono calmo, abbassando le mani per poi premerle contro lo cosce coperte da un paio di morbidi pantaloni neri.
Ian alzò le mani verso l'alto e le lasciò cadere contro fianchi.
"Perché lavori per lui? Ti paga bene?" Domandò Ian con cattiveria. Luka sospirò e si portò una mano alle tempie.
"Io non lavoro per lui, Ian... è più complicato di così" Ribatté nuovamente Luka.
Ian percorse con passo furioso i pochi centimetri che li separavano ed afferrò l'uomo per il bavero della maglietta.
"Questo lo hai già detto! Lavori o non lavori per lui!?" Luka se lo scostò di dosso e gli afferrò i polsi impedendogli qualsiasi movimento. Ian ringhiò e scalciò cercando di liberarsi dalla presa ferrea dell'uomo, ma nulla sembrò avere effetto, Luka era troppo forte per lui.
"NO! NON LAVORO PER LUI!" Ringhiò Luka in risposta.
Ian smise di ribellarsi e lasciò andare la testa contro il suo petto.
L'anello che aveva intorno al collo si schiacciò contro la sua fronte, lasciandogli un solco circolare sulla pelle pallida e morbida.
"Come posso fidarmi di te?" Domandò Ian con tono colmo di tristezza.
Luka se lo strinse contro e gli baciò la fronte, sorrise quando vide il cerchio rosso svettare sulla pelle del più piccolo.
"Ti fiderai di me perché mi ami" Rispose Luka con tono incredibilmente dolce.
Ian indurì lo sguardo e gli tirò un pungo contro il petto, la catena si spostò di lato tintinnando.
Il più piccolo aprì la bocca pronto a ribattere con qualche frase aspra, ma venne bloccato sul nascere dalla mano di Luka che, si posò prepotentemente contro le sue labbra. Ian tentò di togliere quell'intoppo dalla bocca ma nuovamente fu tutto inutile.
Se un tempo aveva amato il corpo muscoloso del suo fidanzato ora desiderava non possedesse tutti quei muscoli.
"Ian, se abbassi la voce tolgo la mano. Va bene?" Domandò il maggior con tono deciso.
Ian annuì controvoglia. Una delle mani che precedentemente erano andate a stringere la maglietta di Luka ora era stretta sulla mano grande e callosa di lui.
Il maggiore tolse la mano dalla bocca morbida del più piccolo, che lo guardò arrabbiato.
"Dove sono Hunt ed Eriel?" Domandò Ian guardandosi attorno, più che consapevole che non avrebbe trovato gli amici.
Luka gli fece cenno di sedersi e questa vola Ian fece come gli era stato silenziosamente ordinato.
"Sono prigionieri di Christopher" Ian alzò un sopracciglio, ma non si alzò, né mosse un singolo muscolo, se si fosse ribellato ancora Luka non gli avrebbe più detto nulla.
"E perché io sono qui?" Il biondo sorrise e si inginocchiò davanti a lui, posando i palmi aperti sulle ginocchia di Ian.
"Gli ho detto che volevo tenerti con me per un po'" Ian strinse la mani del maggiore, era arrabbiato.
Lo aveva tradito dopo tutti gli anni che avevano trascorso insieme eppure, sapeva che Luka nascondeva ancora qualcosa e lui voleva scoprire che cosa.
"E perché ti ha dato il permesso di portarmi via?" Luka alzò le spalle con fare misterioso.
"Tu non gli servi. E non gli serve nemmeno Hunt, l'unico che gli interessa è Eriel..." Ian gli strinse la mani con forza assottigliando lo sguardo.
"Quindi Hunt è in pericolo?" Luka scosse negativamente il capo.
"No, ho convinto Christopher che potrebbe essergli utile in qualche modo e poi ho parlato con Hunt prima di portarti via" Ian alzò un sopracciglio.
Tutto iniziava a diventare sempre più complicato.
"Per qualche strano motivo il sonnifero non ha avuto l'effetto sperato su di lui, ha dormito giusto il tempo impiegato per raggiungere Christopher, poi si è svegliato ed ha iniziato ad insultarmi..." Disse Luka, lasciandosi sfuggire una risatina. Inclinò il capo e portò lo sguardo sul giovane compagno, passansogli poi un pollice sulla fronte dove, svettava ancora il segno lasciato dall'anello. "Hunt trattiene tutta la sua rabbia e frustrazione. Un giorno esploderà e quando succederà farà un bel botto" Ian sorrise, se lo aspettava da Hunt. Una persona non può essere sempre dolce e gentile.
"Gli ho detto che non deve preoccuparsi e soprattutto, che deve cercare di non far innervosire Christopher..." Continuò Luka, poggiando i palmi contro le ginocchia del fidanzato.
"Può non sembrare ma Hunt ha la lingua velenosa" Commentò il maggiore. Ian sorrise.
"La polizia arriverà presto... stanno venendo a prenderti, e io ti accompagnerò a casa..." Ian gli schiaffeggiò una mano.
"Stai scherzando! Ci sono le telecamere nel parco, avranno visto il tuo viso, ti arresteranno e... e..." Luka lo zittì con un bacio.
Il minore rimase immobile, scioccato da quel gesto così improvviso ma, quando lo stupore del momento scomparve, il giovane si aggrappò alle spalle large di Luka e si lasciò coccolare dal corpo massiccio del maggiore.
"Davvero non l'hai ancora capito?" Domandò Luka, lasciando un nuovo piccolo bacio sulle labbra sottili dek fidanzato.
Ian scosse il capo alzando un sopracciglio.
Luka sorrise, adorava quel piccolo gesto, rendeva, se possibile il suo piccolo tesoro ancora più adorabile.
Luka si alzò in piedi e si diresse verso una cassettiera.
Ian lo osservò con fare interrogativo, nonostante la schiena robusta di lui gli impedisse di vedere che cosa l'uomo stesse facendo.
Luka alzò alcuni abiti accuratamente gli piegati e li poggiò sopra il piano della cassettiera.
Infilò nuovamente le mani nel cassetto e, dopo aver afferrato qualcosa lo lanciò contro Ian.
Il ragazzo lo afferrò al volo ed osservò l'oggetto che si era ritrovato in mano.
Sembrava un portafoglio di pelle nera, una catena era attaccata ad un lato.
In più punti la pelle era graffiata e strappata, sembrava essere caduto molte volte.
Ian sollevò lo sguardo su Luka e questo, dopo essersi appoggiato alla cassettiera lo guardò con fare divertito.
Il giovane scosse il capo e aprì il piccolo oggetto.
Quello che vi trovò all'interno lo fece raggelare.
Sul lato sinistro c'era una foto di Luka, i capelli biondi erano pettinati ordinatamene gli occhi grigi risplendevano gioiosi, come se fosse felice di fare quella foto.
Di fianco a questo, sempre sul alto sinistro c'erano il suo nome, la sua firma e proprio al centro quell'inaspettata scritta: Detective.
Sul lato destro c'era un distintivo.
Ian alzò lo sguardo stupito, puntando gli occhi in quelli grigi del maggiore. "Luka..." Sussurò Ian con tono fragile. L'uomo sorrise e gli tese la mano. "Puoi chiamarmi Detective Burkhardt" Detto questo, l'uomo gli porse un profondo inchino.
"Al tuo servizio"

The Russian Modelحيث تعيش القصص. اكتشف الآن