Capitolo 12

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- Allie, non correre troppo. Dei maschi non ci si può sempre fidare, non sono tutti buoni e gentili e..

- Sì Beth, l'ho capito a mio discapito: l'esperienza con Edward mi è bastata.
- Lo so che Edward è stato stronzo e lasciarti in quel modo, ma non penso che non ti amasse, Allie. Ti ricordi come ti aveva chiesto di stare insieme?
Come potrei dimenticarlo? Quell'idiota aveva finto di essere finito in coma per farmi correre da lui. Aveva riso perché stavo piangendo.

- Non sono poi così sicuro di non piacerti...
- Stai zitto! Non si fanno prendere questi colpi!
- C'è solo un modo per farmi stare zitto - e mi aveva baciato.
- Allora, vuoi diventare la mia ragazza?

- Sì, me lo ricordo, ma non è quello l'argomento di discussione.
- Va bene va bene, hai già deciso cos'hai intenzione di fare? Anche se devo dire che la passeggiatina al laghetto era romanticissima..
- Appena due secondi fa hai detto di non correre troppo e ora stai già fantasticando!
- Ma è proprio per questa mia bipolarità che mi ami, vero? - e scoppiamo a ridere.

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La scuola è finita e sono stata da Bethany per una settimana. Oggi sto tornando a casa.

Appena arrivo, trovo mia madre in compagnia di un altro uomo.
- Ciao mamma.
- Ciao Allie, com'è andata?
- Tutto bene - e guardo con aria interrogativa lo sconosciuto.
- Ti presento Marcus.
- Ciao Marcus, piacere, Allison.
- Ciao Allison.
- Allie, lui mi ha chiesto di sposarlo... - rimango di sasso. Non pensavo che mia mamma si vedesse con qualcuno. Si vedeva con un uomo e non ci ha detto niente.
Mia madre dice che intende sposarlo, gli ha detto di sì, ma io non sono pronta ad avere un padre nella mia vita. Più che altro, non mi fido. E se anche lui lasciasse la mamma e sparisse come ha fatto Richard? Non riesco nemmeno a chiamarlo papà.

- Non posso stare a badare a due figlie piccole! Voglio avere un mio business, ma con due figlie spenderò tutti i miei soldi su di loro. Come farò ad aprire un'azienda mia? - urlò mio padre. Lui e la mamma litigavano spesso da quando era nata Katia. A volte alzava pure le mani. Picchiava anche me se provavo a difendere la mamma.
- Le hai volute anche tu! Mi hai sempre detto che volevi figli con me, mi hai...
- Sì, ma i soldi del mio lavoro non bastano per entrambe! Stavo pensando di mettere da parte dei soldi e chiedere un prestito in banca per aprire un'azienda, ora invece quella lì ha rovinato tutto! - urlò, indicando la mia sorellina.
- Richard, posso cominciare a lavorare anch'io fra un po', possiamo mettere comunque da parte dei soldi...
- No, io me ne vado. Sei tu quella che voleva un'altra bambina, e hai fatto apposta a smettere di prendere la pillola. Per me voi non esistete più.

Quella sera aveva fatto le valigie e se n'era andato, lasciandoci completamente sole. Sono passati sei anni da allora, ma non si è mai fatto sentire. 
Non ci ha mai chiesto se avevamo bisogno di qualcosa. Probabilmente non sa nemmeno se siamo ancora vive. Non gli interessa il fatto che ha due figlie che vivono in qualche angolo di questo pianeta.
Per questo non ho mai trattato bene gli uomini che hanno provato ad uscire con mia mamma ed è forse questo il motivo che ha spinto mia madre a non presentarci subito Marcus.

- Marcus, forse è meglio che tu vada via ora - disse mia madre. Lui sembrò esitare, ma notando la mia occhiataccia, preferì andarsene senza dire niente.
- Mamma, lo sai che non mi piace che...
- Lo so benissimo, per questo non ti avevo detto niente prima. Sono sicura di volerlo sposare, Allie, mi ha aiutato moltissimo in questi anni. Da più di un anno non vado a lavorare come hostess, ma lavoro da casa per un'azienda. Le settimane che non trascorrevo a casa, ero da lui. Gli avevo spiegato la tua situazione e lui non ha mai obiettato. Ha capito e ha accettato una semi-convivenza. 
- Mamma, non voglio che ti faccia del male.
- Non succederà, ne sono sicura. A tuo padre non importava niente dei soldi, lui aveva trovato un'altra. Tutto la storia dell'azienda era solo una scusa per lasciarci. 
- E cosa ti dice che Marcus non farà lo stesso?
- Niente, assolutamente niente. Ma devi capire che non si può mai essere sicuri al 100% riguardo una persona. Si può sbagliare. A quel punto bisogna essere abbastanza forti da riuscire a ripartire di nuovo, perché nella vita si fanno molte scelte sbagliate. Ciò che conta è saper ricominciare da capo. 
Quando cominci a cucinare qualcosa la prima volta, succede quasi sempre che sbagli qualcosa e va tutto storto. Ma questo non vuol dire che non bisogna più provarci...

Mi costa ammetterlo, ma mia mamma ha ragione: non posso permettere ad un'esperienza del nostro passato di prendere il sopravvento sul mio futuro e su quello della mia famiglia.
Devo pensare anche a Katia: lei non ha mai visto il comportamento di nostro padre, perciò sente il bisogno di avere un padre e non ha i miei stessi problemi. Ha bisogno di un padre che la porti sulle spalle a vedere le giostre, che le porti i regali tutti i venerdì sera a ritorno da lavoro, che la ami. Ed è pensando soprattutto a questo che abbraccio mia mamma e le dico che appoggio ogni sua decisione al riguardo.

- Ti devo dire un'altra cosa. Noi dovremo trasferirci a New York.

Il babysitter di mia sorellaWo Geschichten leben. Entdecke jetzt