XXVI

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Se Leona avesse sentito o meno le sue parole, Heather non riuscì a capirlo. Era rimasta lì a fissarla, con gli occhi velati di lucido, senza muoversi.
— Cosa? —
— Non è colpa tua, lo so. Anzi, penso che tu e i ragazzi siate stati fantastici. Siete stati capaci di resistere e io non sarò mai in grado di ringraziarvi come meritate. E sono stanca di trovare qualcosa di sbagliato anche in quello che ho la fortuna di aver riavuto. Non sono stata io l'unica a soffrire per l'incidente e le sue conseguenze. Perciò, — Heather gesticolò un po'. Non sapeva come funzionavano queste cose, per di più aveva odiato quella ragazza per la maggior parte del tempo in cui l'aveva conosciuta. E adesso scopriva che prima erano migliori amiche! Faceva fatica a pensare che quella fosse la normalità, ma avrebbe fatto uno sforzo.
— Io sono qui per te se ne hai bisogno. —
Leona non disse nulla. Heather pensò che stesse per sentirsi male perché continuava a fissare un punto a caso dietro di lei, il viso una maschera di cera. Non le sembrava neppure che sbattesse le palpebre.
— Prenditi tutto il tempo di cui hai bisogno, okay? Recupereremo il tempo perso un'altra volta. —
Leona annuì appena, ma alzò lo sguardo e le sorrise calorosamente. Heather aveva l'impressione che le sue parole non avessero molto migliorato le cose, che Leona fosse sul punto di piangere e non le sarebbe piaciuto farlo in pubblico. Neanche davanti a lei, perché infondo non era la sua migliore amica. La sua migliore amica era morta, e doveva essere difficile da accettare.
Leona si girò e se ne tornò da dove era venuta. Un attimo dopo, lo stesso fece Heather. A passo svelto, si diresse verso il ponte principale con un sorriso sulle labbra. Stava ripensando a quello che Leona le aveva detto su Luke ("Mi piacerebbe essere come Luke e ricominciare tutto da capo, fingere di non aver passato gli ultimi sette anni insieme"), e anche a ciò che aveva detto Michael (Lo sai che disse? "Voglio farla innamorare ancora. E ancora, e ancora, se fosse necessario. Anche se dovessi farlo ogni singolo giorno della mia vita").
Sentì i brividi risalirle le braccia e cominciò a correre.
Non si era mai soffermata a pensare profondamente a quelle parole. Aveva amato Luke sin dal primo momento in cui lo aveva conosciuto, anche se era stato difficile ammetterlo. E poi aveva scoperto che era il suo ragazzo e si era sentita quasi in dovere di amarlo e di stare con lui. Si era sentita in dovere nei suoi confronti, di amarlo come prima aveva fatto la sé precedente. Aveva dimenticato di doverlo amare per ciò che sentiva per lui, per come lui la faceva sentire e per ciò che faceva e aveva fatto per lei. E avrebbe avuto modo di farlo ai suoi tempi, e nella maniera che lei riteneva più giusta. Non come avrebbe fatto la Heather di prima.
Aveva creduto che scoprire che Luke era il suo fidanzato avrebbe sistemato tutto, come se fosse il pezzo mancante di un puzzle: il malessere per la sua amnesia, il passato ormai perso e il futuro incerto. Invece, aveva vissuto questa nuova riscoperta come un ennesimo cappio al collo che si stringeva sempre di più giorno dopo giorno.
Non si era soffermata a pensare che l'amore avrebbe dovuto essere un'esperienza magnifica.
Se Luke l'aveva aspettata per tutto quel tempo, amandola nonostante tutti i problemi che avevano dovuto fronteggiare, avrebbe amato anche la nuova sé.
Corse ancora più veloce, finché alla fine non raggiunse il ponte principale.
A spintoni, si fece strada tra le persone. Poi lo vide: Luke aveva le mani nei jeans stretti, le dava le spalle. Stava guardando il mare verso il quale procedevano. Mentre gli si avvicinava, lo osservò come non faceva da giorni. I suoi capelli si erano scuriti, adesso erano dorati e puntavano tutti verso il lato sinistro della fronte. Le spalle erano incurvate e dal tessuto della maglietta trasparivano le scapole. Indossava una maglietta a righe che gli lasciava le braccia, ricoperte di peluria bionda, scoperte. Luke non amava la palestra. Preferiva andare a correre o fare un po' di flessioni a casa. Le sue spalle e braccia non erano molto muscolose, ma quando la stringeva, la faceva sentire più al sicuro di quanto si fosse mai sentita.
— Ciao. — disse alle sue spalle. Luke si voltò immediatamente, e Heather riuscì a vedere l'amore affluirgli agli occhi, seguito poi da un misto di dolore e diffidenza. Heather sentì come un peso di cemento portarla giù, in fondo al mare. Odiava pensare che Luke non si fidava di lei e sapere di essere la causa di quel suo dolore.
— Luke, ti amo. —
Lui sciolse il cipiglio che si era creato sulla sua fronte e continuò a guardarla.
— Avrei voluto dirti che mi dispiace – in realtà vorrei dirti così tante cose –, ma voglio che prima di tutto tu sappia che ti amo e che non vorrei mai fare niente per ferirti. —
Pensò a cosa dire successivamente, ma già vide Luke rilassarsi alle sue parole. Aprì la bocca per dire qualcos'altro, ma –
— Lo so. — la rassicurò Luke, sorridendole dolcemente. Le si avvicinò, la strinse al suo petto e la baciò sulla fronte, poi semplicemente rimasero così per un lungo tempo, guardando il panorama davanti ai loro occhi e fronteggiando un futuro che li stava per travolgere, insieme.

amnesia.Onde histórias criam vida. Descubra agora