XXVII

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Le sembrò di avere intorno un centinaio di scoiattoli intenti a sgranocchiare noccioline, gironzolare per la stanza, fermarsi ad osservarla. E le sembrò che quella cosa andasse avanti da fin troppo tempo quando aprì gli occhi. Anche solo quel semplice gesto le diede fastidio. Non solo la luce l'accecò, costringendola a richiudere subito gli occhi, ma le sembrò di aprire delle serrande fatte di ferro.
Allungò una mano per proteggersi dalla luce e finalmente riuscì sbattere propriamente le palpebre. I ragazzi erano in piedi davanti alla porta aperta. Due su quattro avevano le braccia incrociate (Heather non seppe dire chi), e sembravano star complottando sottovoce fra di loro, ridacchiando.
Non riuscì neppure a preoccuparsi della porta oltre la quale le persone continuavano a passare e occasionalmente lanciare uno sguardo.
Heather richiuse gli occhi, sperando di poter ignorare il mal di testa che le premeva alle tempie, in più il sonno e ogni altro sintomo del dopo sbornia.
— Oh be', buongiorno, principessa. — la salutò Ashton, con un sorriso compiaciuto.
— Ti riferisci alla principessa sul pisello? — li prese in giro Calum, scaturendo una risata generale fra i quattro, tanto da svegliare Luke. Heather si era quasi dimenticata di averlo al suo fianco. Quando si giro verso di lui, notò che gli mancava la maglietta. Dormiva a pancia in sotto, con il braccio sinistro sul suo fianco. Luke si girò prima verso di lei, mettendola a fuoco e quindi stringendola a sé. Strofinò il suo naso contro la sua guancia e uno dei ragazzi alle loro spalle si portò le dita alla gola.
Heather sorrise un po' per entrambi i gesti, ma si lasciò coccolare da Luke ancor per un po'.
— Spero non l'abbiate fatto sul mio letto. — si lamentò Calum. Quando vide che non risposero, urlò: — Alzatevi subito! —
— Calum, cazzo, datti una calmata! — rispose Luke, rigirandosi su se stesso. — Che ore sono? —
— Le sei. —
— Siete impazziti! — Heather lanciò loro il cuscino, ma Michael lo afferrò al volo. — Perché siete tutti già svegli? —
— Perché tra un'ora arriveremo a Nanaimo. — li informò Michael.
Luke sembrò grugnire di fastidio contro la spalla di Heather.
— Bene. — Heather si alzò lentamente e si mise seduta. Non solo il mal di testa era peggio di quello che pensava, ma aveva la nausea, e non avrebbe saputo dire se fosse a causa della sbornia, del mal di mare o di entrambi. — Me ne vado. —
Ormai quasi oltre la soia della porta, i ragazzi dietro di lei cominciarono a ridacchiare.
— Io mi toglierei i boxer se fossi in te. — disse Michael.
Heather abbassò lo sguardo e si accorse di star indossando i boxer di Luke della sera precedente e la sua maglietta. L'ultimo ricordo che Heather aveva di qualche ora prima erano i baci – e altro – verso le quattro del mattino. Il quale pensiero la fece arrossire.
— Okay, vi diamo un po' di tregua. — disse Ashton, probabilmente vedendo Heather assorta nei pensieri. — Tra dieci minuti sul ponte principale. —
— Ah, Luke da stasera quello sotto è il tuo letto. —
I ragazzi risero ancora mentre chiudevano la porta dietro di loro. Heather dava ancora le spalle a Luke, mentre si mordeva un labbro e guardava i suoi piedi. Aveva paura che Luke si fosse pentito di qualcosa, o si fosse trovato in imbarazzo tanto quanto lei.
Eppure, neanche dieci secondi dopo che i ragazzi furono usciti, Luke circondò con le braccia i fianchi di Heather e poggiò il suo mento nell'incavo del collo di lei, spostandole i capelli gentilmente.
— La notte più bella della mia vita. — le sussurrò nell'orecchio, come se non volesse rovinare il ricordo.
— Davvero? — scoppiò Heather, voltandosi nell'abbraccio di Luke. Lui corrugò la fronte. — Avevo paura che ti saresti pentito di qualcosa o che, non lo so – —
Luke le mise le mani sulle guance, accarezzando gentilmente. — E' per questo che sei stata così distante nei giorni precedenti? Avevi paura? —
Luke pronunciò quella parola con incredulità, quasi divertito, e Heather si sentì un po' delusa dalla sua reazione. Sembrava crederla una stupida.
— Heather, ti amo così tanto. Ti amo così tanto da avere paura. Il solo pensiero di perderti mi toglie il respiro. Ho causato un incidente per colpa del quale hai perso la tua memoria e ti ho vista lottare tra la vita e la morte fra le mie braccia. Il momento in cui ti sei risvegliata è stato il più bello della mia vita. Ma era colpa mia se non riconoscevi i tuoi genitori. Era colpa mia se soffrivi così tanto. Ho desiderato di morire, ad un certo punto. Ma non era giusto nei tuoi confronti, che eri tornata da me e stavi lottando con tutte le tue forze. Dal momento in cui mi hai detto di amarmi, vorrei solo tenerti al sicuro tra le mie braccia per sempre, anche se tu dovessi svegliarti ogni giorno senza sapere chi sono. Riesci ad immaginare un amore così grande? —
Heather non rispose. No, non ci riusciva.
Finirono di prepararsi e raggiunsero il resto dei loro compagni sul ponte principale. In meno di venti minuti sarebbero arrivati a Nanaimo.
Quando si riunirono ai ragazzi, per i successivi dieci minuti questi continuarono a tirare in ballo battute e risolini.
— Così hai parlato con Leona. —
Heather annuì verso Luke. Ne stava parlando con loro mentre aspettavano di attraccare al porto. Non sembravano essere rimasti sorpresi, forse un po' abbattuti quando aveva spiegato ciò che lei aveva detto, di come aveva dovuto lasciarla lì, sul punto di piangere, senza poter fare niente.
— Non fartene una colpa, Heather, Leona è così. Lo scoprirai più avanti. — la rassicurò Ashton.
Heather annuì poco convinta. Si era goduta quella notte con Luke, ma il senso di colpa era tornato ancora una volta.
Si chiese cos'avesse fatto Leona dopo che l'aveva lasciata, come si fosse sentita. Se la loro "chiacchierata" l'avesse aiutata o meno.
— Okay, ragazzi, radunatevi nei rispettivi gruppi! — istruì la loro professoressa di Inglese. I ragazzi si divisero e fecero come era stato loro richiesto.
Neanche dieci minuti dopo si trovarono sulla terra ferma. Heather non ne era mai stata più felice. Aveva bevuto quasi due tazze di caffè da quando si era svegliata, sia per tenersi sveglia sia perché non riusciva a mangiare. Aveva ancora lo stomaco piuttosto sottosopra.
La città cominciava appena alle spalle del porto, ma doveva essere piuttosto piccola, attenendosi a ciò che Heather aveva letto.
Presero un autobus per raggiungere il centro città, e una volta lì i ragazzi vennero lasciati liberi fino a che non fosse giunta l'ora di tornare.
Non diedero neanche il tempo ai professori di finire di parlare che si fiondarono all'interno di un negozio di dolciumi vicino al quale erano stati lasciati.
Cominciarono tutti a riempire i loro sacchetti di ogni tipo di caramelle, e dieci minuti dopo si ritrovarono alla cassa, dove i due anziani signori dietro il bancone li guardarono un po' sbalorditi. Probabilmente non erano abituati a tanti clienti, tra l'altro così chiassosi. Michael non aveva fatto altro che lanciare gridolini quando, più di una volta, aveva acclamato di aver trovato le sue caramelle preferite.
Uscirono dal negozio avendo speso più di venti dollari in dolciumi.
Continuarono a percorrere isolati costeggiando a sinistra i negozi e a destra, oltre la strada, il mare.
Ashton li spinse all'interno di un negozio di vestiti vintage, dal quale tutti e cinque uscirono con indosso dei gilet di jeans usurati sui quali era cucita una targhetta con scritto TROUBLEMAKER.
Girarono finché non trovarono una tavola calda in cui decisero di fermarsi per fare colazione.
— Ho un'idea. — disse Michael con voce tramante, una volta che ebbero finito di mangiare. — Bagno al mare? —
I ragazzi si scambiarono un'occhiata, quindi si fiondarono verso la spiaggia, dove probabilmente la maggior parte dei ragazzi si trovava.
Si tolsero i vestiti durante la corsa, rimanendo così solo in costume, e poi si gettarono in mare. Luke raggiunse Heather sott'acqua e, non appena lei risalì, la trascinò giù. Luke le chiuse la bocca con un bacio.
Rimasero in spiaggia fino alle due del pomeriggio, quando raggiunsero una paninoteca oltre la strada per pranzare.
Tornarono in nave circa un'ora dopo, quando Leona ricomparve. Indossava anche lei il sopra di un costume con un paio di pantaloncini alti di jeans. I capelli erano un po' scompigliati rispetto al solito, e sembravano ancora essere umidi dal bagno in mare.
Il viso era completamente senza trucco e i suoi zigomi erano leggermente più rossi del solito, probabilmente per il sole preso.
E nonostante ciò – no, probabilmente grazie a ciò –, Leona era bellissima.
Leona si avvicinò, sorridendo ad ognuno di loro.
Heather ripensò alla chiacchierata del giorno prima e al fatto che sul viso di Leona non sembrava essercene traccia per niente. Era lo stesso sguardo furbo e malizioso che aveva conosciuto le due volte in cui si erano incontrate prima di allora. Si sorprese di non rievocare ancora e ancora le immagini di lei e Luke che si baciavano come le succedeva prima.
Sapeva che Luke l'amava, non avrebbe dovuto avere dubbi. Specialmente dopo la notte appena passata. Sapeva anche che loro stavano solo fingendo.
— Ehi, Leona. E' bello vederti. — la salutò Heather, non sapendo cosa dire. Voleva assolutamente farle capire che ci teneva, ma come?
La sicurezza che la inondò la sorprese. Strinse la mano di Luke che stava tenendo.
— Anche per me. Posso parlare un momento con Ashton? — domandò loro Leona. Heather rimase un attimo allibita. Ashton?
Mentre guardava i due allontanarsi per parlare pensò quanto odiasse la sensazione di essersi persa qualcosa.
— Cosa dovrà dirgli? — chiese a Luke. Lui scrollò le spalle e senza guardarla disse: — Riguarderà la caccia al tesoro di stasera. —
Heather avrebbe voluto chiedere perché lei non sapeva di tale caccia al tesoro, ma Luke sembrava già abbastanza distratto.
Quando Ashton tornò, trascorsero il tempo a bordo piscina e al bancone del bar, godendosi le ultime ore a Nanaimo, dopodiché ognuno tornò nella propria cabina per una doccia.
Verso le sette di sera, si ritrovarono tutti nuovamente sul ponte. Sembrava fosse stata organizzata una caccia al tesoro per chiunque volesse partecipare. E ovviamente, più della metà dei partecipanti erano ragazzi delle due scuole che avevano preso parte a quel viaggio. Vennero formati nuovi gruppi, in cui Heather, Luke e Ashton si ritrovarono insieme. Michael e Calum vennero scelti per un altro.
All'inizio della gara venne consegnato un primo indizio ad ogni gruppo, ognuno diverso dall'altro, dopodiché ognuno avrebbe dovuto trovare altri due indizi per poi giungere al vero premio.
Dopo un'ora di ricerche, Heather si sentì un po' stupida ad aver preso parte a questo gioco. Non è che ci tenesse particolarmente. Non sapeva neppure cosa bisognava trovare.
Fece per tornare nella sua cabina per recuperare il suo cellulare, quando vide Ashton e Leona baciarsi in un corridoio.
Decise di nascondersi immediatamente e fare finta di non aver visto nulla, ma quell'immagine continuò a balzarle in testa mente cercava Luke, o Michael, o Calum.
Alla fine li trovò.
— Luke! Devo parlarti. —
— Cosa, ora? Mancano cinque minuti alla fine della caccia. —
Heather alzò gli occhi al cielo. — Tanto abbiamo perso. Ci manca ancora il secondo indizio. —
— Veramente lo hanno trovato dei signori francesi venti minuti fa. — la informò Luke, che sembrava star agendo come Sherlock Holmes.
— Ah. Be', io devo dirti una cosa importante. —
— Aspetta, forse ho capito dove andare! —
— Luke! — Heather lo fermò per le spalle. — Ho visto Ashton e Leona baciarsi. —
Luke non disse nulla e appena dieci secondi dopo, un suono esplose per tutta la nave, mettendo fine alla caccia.
— Bene, abbiamo perso. — disse Luke, lasciando andare un sospiro.

amnesia.Where stories live. Discover now