Capitolo 10

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Capitolo editato 

"Come stai?" Chiede Harry per rompere il ghiaccio.

Louis emette una breve e secca risata.

"Onestamente? Di merda. Tu?"

Gli occhi sono fissi a guardare in basso mentre si tormenta le dita, poi alza lo sguardo su Harry attraverso le ciglia scure. Sembra quasi timido e nervoso, Harry odia vederlo così.

"Meglio ora che sei qui." Sorride appena e Louis ricambia, un po' schivo.

Harry allunga la mano sul piccolo tavolo davanti a loro poi si ferma. Non sa ancora il perché lui sia lì. Pensa che forse non è un motivo felice.

Si sono accomodati nell'angolo più lontano dello Starbucks di fronte alla panetteria. Grazie al cielo Barbara ha concesso ad Harry una pausa. Lo ha mandato via con lo sguardo di chi la sa lunga e un cenno del capo, mentre lui la ringraziava mille volte togliendosi il grembiule. Tutto questo mentre manteneva gli occhi fissi su Louis, per paura che il ragazzo potesse cambiare idea e scappare via. Nonostante ciò, era stupito che fosse li' con lui, e che la sua mente non gli stesse giocando un brutto scherzo.

Louis non riesce a stare fermo, continua a tirare le stringhe della sua felpa e fare i risvolti alle maniche. Harry si chiede se debba dire qualcosa, o solo aspettare. Decide di aspettare. Alla fine, Louis fa un profondo respiro e lo guarda con occhi spalancati e sinceri.

"Dio, è più difficile di quanto pensassi." Sta guardando Harry con quegli occhi di chi vuole aiuto ma non sa come chiederlo. Harry prova a mandare giù il groppo che ha in gola e ignora il suo stomaco annodato. Trattiene il fiato in attesa.

"Ok" inizia Louis, "ho una marea di cose da dire, ma non so da dove cominciare..."

"Va tutto bene," risponde Harry pazientemente. "Inizia dove vuoi poi ne verremo a capo."

"Ok ok...ehm..." Louis fa un altro profondo respiro e dice velocemente "non sono stato completamente onesto con te. Voglio dire, non... non ti ho mentito...ma devo dirti cosa mi è successo." Emette un altro respiro semi spezzato e guarda in basso, spostando le mani sul grembo dove Harry non può più vederle. "Dio, è così stupido. Mi dispiace di essere ridicolo, non so come spiegarlo."

"Tranquillo," la voce di Harry rasenta il sussurro. Sa quando sia difficile spiegare quella situazione. Vuole far capire a Louis che va tutto bene, che lo capisce, e che sa. Ma non può. Non ancora. Quindi aspetta.

"Va bene, lo dico e basta" dice Louis, con una sorta di determinazione in viso. "Lo dirò velocemente... circa nove mesi fa... sono stato violentato."

Quelle parole, brutte e spaventose, rimangono sospese nell'aria. Ad Harry si stringe il cuore.

Lo sapeva, ovviamente lo sapeva, ma non era certo e parte di sé aveva disperatamente sperato si sbagliasse. Avrebbe dato qualsiasi cosa per sbagliarsi.

Louis fissa Harry con occhi grandi, in cerca di una reazione, forse un segno di repulsione o pietà. Harry si sente male. La sua voce è bloccata in gola e fa un semplice cenno del capo, incoraggiando Louis a proseguire.

Louis sospira di nuovo.

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Louis parla. Harry siede silenzioso, fissando per la maggior parte del tempo la sua tazza di caffè, mentre occasionalmente alza lo sguardo verso Louis con occhi sorpresi. La gente intorno a loro va e viene, ma loro lo ignorano.

"Non hai idea di quanto faccia male..." - fuori una macchina suona il clacson e l'eco di voci urlanti risuona nella strada silenziosa. Harry sbatte le palpebre, sistemandosi sulla sedia e afferrando con forza la tazza - "...non solo dolore fisico. È come se tutto di te faccia male, non solo il tuo corpo. Come se non ci fosse altro che dolore. Distruttivo, disperato... è..." Louis fa fatica a trovare le parole giuste da dire. È completamente drenato dalle energie. Si sente come se stesse parlando da ore. Forse è vero.

We The Fireworks || Italian TranslationWhere stories live. Discover now