Capitolo 13

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Capitolo editato. 

Nelle successive settimane Harry lancia una serie di piccole bombe di informazioni, molto casualmente, e veramente dolorose. Harry ha smesso di piangere quando aveva sedici anni, sua madre è morta quando era molto piccolo. Il suo unico ricordo è il suo profumo. E la frutta. Harry non sa perché, ma la frutta gli ricorda sempre sua madre... ha trascorso più di un anno a Londra senza nessun amico. Nemmeno uno, finché non ha incontrato Ed.

"Beh, a parte per le vecchiette della panetteria" scherza, prima di baciare Louis sulla fronte e alzarsi dal letto. Afferra un asciugamano dal pavimento, prima di dirigersi verso il piccolo bagno, lasciando Louis a fissarlo.

Louis si aggrappa ad ognuna di queste informazioni, come pezzi di un prezioso puzzle. Il fatto che ogni nuovo pezzo suggerisca un'immagine finale ancora più complessa di quello che sembra, rende Louis solo più determinato ad accumularli tutti. Spera disperatamente che Harry lo lasci entrare completamente, ma sa che il suo egoistico desiderio di soddisfare la propria curiosità impallidisce di fronte all'assicurarsi che Harry si fidi di lui. E, Harry sembra fidarsi, almeno un po'.

Queste confessioni accadono soprattutto, Louis nota, nei momenti in cui Harry è rilassato, dopo una serata tranquilla davanti alla tv, con un bicchiere di vino, o dopo un pompino particolarmente soddisfacente, cosa per la quale Louis, complimentandosi da solo, ritiene di essere diventato davvero bravo.

"È che sono così felice che mi dica delle cose ma allo stesso tempo mi rende frustrato pensare che non mi stia dicendo tutto, capisce?" dice durante un assolato sabato pomeriggio nell'ufficio del dottor Corden.

"Sì, capisco la frustrazione", risponde l'uomo. Louis è consapevole che ha espresso variazioni dello stesso argomento durante le ultime due sedute, quindi apprezza molto la pazienza del medico.

"Vorrei solo che ci fosse qualcosa che possa fare per aiutarlo." Guarda in basso, infastidito dalla sua impotenza.

"Aiutarlo con cosa?"

"Io... non lo so."

La domanda prende Louis alla sprovvista. Aiuto. Di sicuro è ciò di cui le persone con un passato difficile hanno bisogno. Louis ne aveva avuto di certo.

"Forse non ha bisogno del tuo aiuto", continua Corden, "o forse non ancora. Da ciò che hai detto sembra sia un ragazzo tutto d'un pezzo."

"Lo è", annuisce Louis dopo una pausa. Ma perché non può piangere, pensa tra sé.

"Forse, stai rimuginando troppo sull'intera situazione. L'obiettivo di farlo aprire con te è per costruire un rapporto di fiducia, giusto?"

"Sì", risponde Louis.

"Quindi forse dovresti ricambiare il favore? Quando lui ti dice qualcosa, tu gli racconti qualcos'altro."

"Ma" inizia Louis, "gli ho gia' detto di me."

"Gli hai detto tutto ciò che c'è da sapere su di te?"

"No... voglio dire, gli ho detto cosa mi è successo... che mi hanno violentato", aggiunge confuso quando il Dottor Corden lo fissa inespressivo.

"Beh, quella è una cosa su di te. E il resto?"

Louis si chiede quando il dottor Corden sia diventato un saccente bastardo. E si chiede come sarebbe stato incontrarlo in altre circostanze, forse sarebbero davvero andati d'accordo. Sarebbero persino potuti essere amici.

Alla fine della loro sessione, Louis ricorda di avere qualcosa da chiedere.

"Possiamo cambiare l'orario della seduta per la prossima settimana? Niall mi ha convinto a tornare a giocare a calcio con lui. Sono sicuramente fuori allenamento ma..." alza le spalle guardando il Dottor Corden in attesa, che gli sorride apertamente.

We The Fireworks || Italian TranslationWhere stories live. Discover now